Lanciare frecciate

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Trascrizione

Avete mai lanciato frecciate?

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Che voi siate italiani oppure no, sappiate che non ha alcuna importanza. È questa la frase idiomatica oggetto di spiegazione oggi. Chi vi parla è la voce di Italiano Semplicemente, Giovanni.

Bene è interessante notare l’uso del verbo lanciare.

Sapete cosa sono le frecce? Frecce si scrive senza la lettera i, a differenza del singolare freccia.

Le frecce stanno all’arco come i proiettili stanno ad un’arma da fuoco.

Le frecce le usano gli indiani, e sono un’arma. Si lanciano o si tirano oppure si scoccano o si scagliano. Le frecce le usano gli arcieri, che sono i tiratori d’arco, ad esempio dei soldati muniti di arco e frecce addestrati per lanciare delle frecce.

Esistono anche le freccette, ed anch’esse si lanciano. Sono delle piccole frecce che si afferrano con due dita e si lanciano contro un piccolo bersaglio. Un gioco da ragazzi in pratica. Si tratta del gioco delle freccette.

E le frecciate? Non sono come le freccette (anche freccette si scrive senza la lettera i). La parola frecciata è analoga alla parola sassata. Quando lancio un sasso, una pietra, do una sassata, tiro una sassata. Posso ad esempio dire che sono stato colpito da una sassata, cioè da un colpo di sasso.

Analogamente potrei dire che se qualcuno mi lancia una freccia, potrei essere colpito da una frecciata. In realtà però questo termine frecciata si usa in senso prevalentemente figurato. Cosa vuol dire?

Una frecciata non si lancia con l’arco bensì con lo sguardo, oppure con delle parole. Evidentemente l’effetto deve essere simile, quindi quantomeno pungente!

Quello che voglio dire è che quando una persona lancia una frecciata a qualcuno vuol dire che ha fatto una battuta, una battuta maliziosa, maligna, una allusione pungente. Oppure semplicemente ha lanciato uno sguardo ugualmente pungente.

Vi faccio alcuni esempi:

Siamo in ufficio e precisamente in una riunione. Io sto spiegando alcune cose al capo, al direttore diciamo, e sono presenti anche tutti i miei colleghi.

Il direttore chiede: come vanno le cose nell’ufficio?

Io rispondo: abbastanza bene, a parte qualche discussione ogni tanto.

A questo punto mi accorgo che una mia collega (diciamo che ad esempio si chiama Katia) mi sta guardando, mi sta fissando, cioè guardando intensamente, come se volesse che io la guardassi.

Katia non può dire nulla ovviamente perché siamo in riunione, ma se potesse, a giudicare dallo sguardo, credo mi direbbe:

Ma cosa stai dicendo? Stai dicendo al direttore che in ufficio ci sono discussioni? Ma come ti viene in mente?

Ma questo non può dirlo, ed allora continua a lanciarmi frecciatine con lo sguardo, per farmi capire che ho sbagliato. Direi che mi ha quasi fulminato con lo sguardo.

Poi un altro collega (Giuseppe) interviene e dice:

sì, in effetti alcuni colleghi hanno discusso ma in tutti gli uffici si discute un po’. Il tempo comunque premierà chi lavorerà di più e parlerà meno.

Questa è ancora una frecciatina. Molto spesso si usa il diminutivo: una frecciatina, per indicare che è meno grave della frecciata. In cosa consiste la frecciata o frecciatina di Giuseppe?

Giuseppe ha detto che il tempo premierà chi lavorerà di più e parlerà meno, e dicendo questo fa una allusione velata (leggermente nascosta) a me che ho osato dire che ci sono discussioni: ho parlato troppo, sono io che ho parlato troppo, e questo non mi premierà in futuro. Questo voleva dire Giuseppe.

Una frecciatina pertanto può essere lanciata con lo sguardo, con una “occhiataccia“, oppure con le parole, con una battuta “al vetriolo“.

Questi sono due termini molto usati: un’occhiataccia è una brutta occhiata, uno sguardo volto a ferire. Un’occhiataccia è molto simile alla frecciata: è una breve, rapida occhiata volta a fare un dispetto, o a rimproverare, a volte a minacciare.

L’occhiataccia è un termine più informale di frecciata ma direi equivalente. Potrei dire anche un’occhiata al vetriolo, come ho detto prima, o uno sguardo al vetriolo, o una frecciata al vetriolo.

Per vetriolo, nel linguaggio del popolo, si intende un acido, l’acido solforico fumante, che quindi corrode in un istante. Se quindi faccio una battuta al vetriolo, se lancio un’occhiata al vetriolo – è importante la preposizione “al” davanti – significa che c’è uno spirito polemico aggressivo, impietoso (senza pietà), volto a far male come l’acido.

Una frecciata in effetti fa male quando si riceve. Che si tratti di una occhiataccia, di una risposta al vetriolo, o di una battuta velenosa (si usa anche questo aggettivo a volte: velenosa come il veleno di un serpente) una frecciata non si dimentica.

C’è ovviamente chi preferisce parlare chiaramente ed apertamente, senza lasciare spazio all’allusione ed al veleno di un’occhiataccia e di una frecciata.

Volevo anche dire che le parole frecciata e frecciatina fanno pensar e anche ad altre parole che hanno un legame e che possono essere usate in circostanze simili.

Ad esempio il “sarcasmo“: è questo il nome che si dà ad una forma di ironia puntenge, con la quale si intende offendere o ferire una persona. E’ un atteggiamento di alcune persone o a volte proprio una caratteristica di alcune persone, che sono spesso sarcastiche. Spesso fanno battute allusive, ovviamente offensive. Un semplice commento può essere sarcastico, un sorriso, una frase detta con un certo tono. Un’espressione può essere sarcastica.

Il sarcasmo è molto fastidioso, è bene sottolinearlo.

Un’altra parola usata in queste circostanze “stoccata“, termine che viene dallo sport della scherma, ed è un colpo che colpisce il bersaglio.

Lanciare una stoccata (si usa lo stesso verbo di frecciata) significa colpire una persona, ferirla con una battuta, una frase, con una risposta al vetriolo. Questo avviene direttamente, come si fa con la frecciata. In effetti i termini sono molto simili. La stoccata è meno allusiva in generale. E’ un rimprovero più diretto a volte.

Posso usarla anche nel linguaggio di tutti i giorni:

Vai tu a fare la spesa caro? Così potrai incontrare la cassiera del supermercato che ti fa grandi sorrisi!

Ecco, questa è una stoccata!

Parlare “tra le righe” è un’altra espressione simile che si usa quando si dice una cosa e in realtà se ne vuole dire un’altra, oppure entrambe. Anche in questo caso si gioca con le parole facendo allusioni più o meno nascoste. Le righe sono quelle che state leggendo, una serie di parole disposte orizzontalmente sulla stessa linea in una pagina scritta. Tra le righe c’è uno spazio vuoto, e dunque leggendo “tra le righe” di un discorso si può leggere qualcosa che non è scritto e che non poteva essere scritto per diverse ragioni.

Un altro termine che si usa in caso di critiche è il “pettegolezzo“, che è il parlare alle spalle di qualcuno. Si tratta di chiacchiere di corridoio, spesso di notizie senza un fondamento di verità, una voce falsa messa in giro da qualcuno. La differenza tra una frecciata ed un pettegolezzo è che chi lancia frecciate lo fa direttamente al destinatario – è vero, facendo una allusione – ma l’obiettivo è ferire, far male.

Invece il pettegolo e la pettegola sono persone che parlano male di una persona ma parlandone con altre persone: non direttamente ma alle spalle. Si possono fare pettegolezzi anche su una società, su una squadra, ma generalmente sono sempre persone l’oggetto principale di un pettegolezzo. Molto simile a “chiacchiera” come termine, ed il “chiacchierone” è quindi simile al “pettegolo“: entrambi dicono cose “infondate“, cose cioè che non hanno fondamento, cioè non si può dimostrare che siano vere.

Quindi ricapitoliamo: una frecciata è a volte uno sguardo, un’occhiataccia, altre volte è una battuta pungente, e ha origine dal termine freccia, che insieme all’arco costituisce l’arma degli arcieri. Il senso figurato della freccia deve dare l’idea di far male, colpire, attraverso però una frase poco chiara, vagamente allusiva, una insinuazione maliziosa spesso. Se la persona offesa risponde, facendo notare l’offesa, chi ha lanciato la frecciata può sempre dire: ma io scherzavo, non volevo dire questo!

Si usa quasi sempre il verbo “lanciare” con le frecciate. Non si usa mai o quasi mai scoccare, a volte si usa scagliare e quasi mai tirare. Questi tre verbi sono riservati alle vere frecce.

Adesso facciamo un piccolo esercizio: provate a riformulare la frase in modo equivalente nel significato ma usando il termine “frecciata” o “frecciatina“:

Andrea mi ha fulminato con lo sguardo.

Andrea mi ha lanciato una frecciata.

Giovanni mi ha fatto una battutaccia allusiva in riunione!

Giovanni mi ha lanciato una frecciata in riunione.

Queste insinuazioni pubbliche non le sopporto più!

Queste frecciate lanciate pubblicamente sono insopportabili!

Paolo deve smetterla di darmi stoccate!

Paolo deve smetterla di lanciarmi frecciate!

Bene ragazzi, spero che io sia riuscito a spiegarmi bene. Al prossimo episodio di ItalianoSemplicemente.com.

Grazie infine a tutti coloro che ci sostengono: associati e donatori.

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