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Trascrizione
Giuseppina: c’è un’espressione italiana che si utilizza quando ci si augura che delle parole non vengano smentite dai fatti. Parliamo di questo argomento in questo episodio della durata di due minuti.
Mi riferisco a quando una persona prova a fare una previsione ottimistica su qualcosa, nella speranza che le cose vadano bene. Bene come si è previsto.
Spesso noi italiani in questi casi amiamo pronunciare delle formule scaramamtiche, nella speranza che non si venga contraddetti dalla realtà. Una si queste formule è “le ultime parole famose“.
Ad esempio:
Domani potremo fare la gita in montagna? Il tempo sarâ buono?
Credo di sì, domani infatti non dovrebbe piovere. Speriamo che non siano le ultime parole famose.
Questo significa: speriamo di non essere smentito dai fatti.
Speriamo che le mie parole non vengano ricordate in futuro come le ultime pronunciate da me prima di morire. Speriamo che queste parole non diventeranno famose, cioè conosciute da tutti proprio per questo motivo.
Questo è il senso ironico dell’espressione.
Ovviamente nessuno perderà la vita, nessuno morirà, quindi non saranno le ultime parole pronunciate. Non è il caso di interpretare seriamente la frase, che invece è ironica
Si può usare anche a posteriori, cioè dopo che le nostre previsioni, purtroppo, non si sono avverate.
Così ad esempio il giorno successivo, alla partenza della gita, appena inizia a piovere potrei dire:
Ecco, chi aveva detto che oggi non pioveva? Le ultime parole famose!
Allora ho superato la durata di due minuti?
Giovanni: non so, vediamo ne riparliamo dopo il ripasso di Ulrike e Anthony.
Anthony:
Scusate ragazzi se MI FACCIO VIVO di nuovo per scrivere un’altra frase di ripasso. sì è vero! SONO TORNATO ALLA CARICA. Facendo così è chiaro che mi renderò SOGGETTO A scherno da parte di qualcuno. Ma SI DÀ IL CASO CHE non me ne freghi niente. Ho cincischiato troppo lasciando che altri impegni si mangiassero il tempo che mi sarebbe piaciuto passare con voi nel gruppo. ERO troppo RESTIO a partecipare insomma. Avrete già capito allora che ERA ORA di ROMPERE GLI INDUGI. Quindi PRENDO E scrivere di più! Tra le altre cose da integrare nelle mie scritte, MI SONO PREFISSO l’obiettivo di CHIAMARE IN CAUSA un altro membro del gruppo. Per L’ESORDIO di questa mia nuova tradizione, non posso non nominare la grande Ulrike. Niente TIRO MANCINO però! Vorrei solamente che replicasse con una frase di ripasso BELLA LUNGA, colma delle nostre frasi, e fatta A MODO SUO!
Ulrike:C iao a tutti i lettori e ascoltatori della rubrica due minuti con italiano semplicemente. Se volete sapere qual buon vento mi ha portata nell’episodio di oggi, è stato Anthony, un’ altro membro dell’associazione italiano semplicemente che di punto in bianco mi ha chiamata in causa a rispolverare qualche espressione precedente della rubrica. Vi dico, a prima vista mi sembrava un’idea peregrina, almeno un po’ osè. Spontaneamente volevo rispondere: Anto, che stai facendo, sfacciato, che non sei altro. Poi però a ragion veduta mi sono detta, pazienza Ulrike, ce la farai senz’altro. Ed infatti, mi diceva bene ed ho sfoderato in men che non si dica una bella manciata di espressioni. E per questo posso tranquillamente chiudere qui. Ho raccolto la provocazione di Anto, non potevo farne a meno. Penso sia diventato un ripasso proprio come si deve.
Emanuele: quanto doveva durare questo episodio? 2 minuti? Le ultime parole famose eh?