Impariamo l’italiano cantando (n. 2)

Impariamo l’italiano cantando (episodio n. 2)

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Trascrizione

Buongiorno a tutti amici di Italiano Semplicemente.

Oggi cercherò di spiegarvi una canzone italiana famosissima ma molto complicata da comprendere fino in fondo, e il motivo è che in questa canzone si parla soprattutto di cose che non sono italiane.

Si tratta di un viaggio nel mondo, un viaggio che parte dall’Oriente, con le sue tradizioni, le sue culture, e soprattutto i suoi balli, le sue danze e le sue religioni.

Allora cercherò, come abbiamo fatto anche nel primo episodio di questa rubrica, di spiegarvi sia le parole più complicate che sono contenute nel testo, sia il senso delle singole parti.

Solo alla fine vi darò il titolo della canzone, ma se volete potete andare subito a vedere alla fine del testo. Tra l’altro chi conosce questa canzone lo capirà immediatamente.

Iniziamo da “danzare“, che è un verbo molto simile a ballare, ma molto più poetico.

La danza inoltre è legata non solo al ritmo, ma anche spesso alla religione, alle culture, alla spiritualità. Rappresenta l’espressione e l’interpretazione figurata di qualcosa, come un testo o qualcosa legato alla cultura di un paese.

Il concetto di ballo è invece più legato all’arte di muovere i passi e il corpo secondo determinate regole e seguendo un ritmo musicale.

Il viaggio in Oriente inizia dall’Egitto, con “le zingare del deserto con candelabri in testa“. Questo dice il testo della canzone.

Zingare è il femminile di zingaro, che è un gruppo etnico migrante, nomade, persone che sono senza una dimora fissa.

Il cantante sta parlando della danza col candelabro, che è una danza di buon augurio per gli sposi egiziani. Tutta la canzone parla di danze in realtà.

Questa danza si chiama “Raqs Shamadan” e in pratica ci sono delle danzatrici che, mentre accompagnano gli sposi, portano sulla testa, in equilibrio, un grande candelabro con molte candele accese.

Un candelabro consiste in una struttura in genere di metallo, composta con diversi bracci, alle cui estremità sono fissate delle candele. Queste candele sono ovviamente accese e questo è un modo per augurare alla sposa (e forse anche allo sposo) un cammino “illuminato” cioè positivo e protetto da Dio.

Poi il resto prosegue e parla delle “balinesi nei giorni di festa“.

Si parla sempre di una danza, e stavolta è quella degli abitanti (anzi delle abitanti) dell’isola di Bali, che si trova in Indonesia.

I balli balinesi sono molto colorati e le ragazze che danzano questi balli sono appunto le balinesi.

Poi si va in Cappadocia, che si trova in Turchia, dove ci sono dei ballerini particolari, i dervishes turners cioè i “dervisci rotanti” che, cito il testo, “girano sulle spine dorsali“.

Questa è una danza molto particolare perché il derviscio rotante, quando balla, ruota continuamente su sé stesso, gira su sé stesso, potremo dire attorno alla propria spina dorsale, che si trova al centro, verticalmente nella nostra schiena, il nostro dorso. La spina dorsale è chiamata anche colonna vertebrale.

E’ una danza ma in realtà si tratta di una forma di meditazione al fine di raggiungere il cosiddetto karma, cioè la perfezione.

Il fatto di ruotare il proprio corpo pare sia un’imitazione del sistema solare, con i pianeti che ruotano attorno al sole. Le gonne bianche che ruotano continuamente sono assolutamente da vedere.

Adesso finalmente capisco perché è sempre piaciuto molto anche me ruotare a occhi chiusi, perdendo l’orientamento. Aiuta a allontanarsi dalla realtà materiale.

Poi si passa velocemente alle danze indiane, infatti il testo cita le “cavigliere del Kathakali” e il loro suono.

A sud dell’India infatti c’è uno stato che si chiama Kerala, e il Kathakali è una delle più antiche forme di danza dell’India proprio di questo stato.

E’ in realtà una danza-teatro, infatti è anche una recita. A ballare e recitare sono solamente uomini, che recitano anche le parti femminili.

C’è un po’ di tutto conunqie nel Kathakali, compresa la letteratura, la musica e la pittura.

Le cavigliere, che sono degli ornamenti che si indossano sulle caviglie, evidentemente hanno colpito l’autore della canzone. Evidentemente queste cavigliere producono un rumore, un suono mentre i dervisci girano sulla spina dorsale.

Ci spostiamo più verso ovest, e precisamente in Albania, dove c’è “Radio Tirana che trasmette musiche balcaniche

Radio Tirana è evidentemente la stazione Radio della città di Tirana, in Albania. “Trasmettere” è ciò che fanno tutte le radio al mondo: le radio trasmettono i loro programmi, come anche le TV. La “trasmissione” si riferisce al segnale radio o televisivo. Si parla di radiocomunicazione in questo caso.

Cosa trasmette radio Tirana? Trasmette delle musiche balcaniche cioè musiche della penisola balcanica.

Poi andiamo in Bulgaria, dove ci sono i danzatori bulgari che danzano “a piedi nudi“, cioè scalzi, senza scarpe e senza calze. dove danzano? “Sui bracieri ardenti”.

I bracieri sono dei recipienti, dei contenitori, in genere metallici, in cui si tiene la brace accesa, per riscaldare un ambiente.

Nei bracieri c’è la brace.

La brace non è altro che legna o carbone che arde (cioè brucia) senza però sprigionare fiamma. “Ardente” significa esattamente “che arde”, cioè che brucia, che va a fuoco.

Il verbo ardere, nel suo uso proprio, si usa col fuoco, per indicare che c’è un fuoco acceso, c’è della legna che brucia.

Dunque, ci sono dei bracieri ardenti sui quali danzano questi danzatori bulgari a piedi nudi.

Si parla di un antico rito della Bulgaria, e ancora una volta questa danza rappresenta una sorta di meditazione. Infatti dopo aver fatto una meditazione i danzatori bulgari sono pronti a camminare sulla brace completamente scalzi, a piedi nudi.

Questi danzatori si chiamano “nestinari” e la danza si chiama Nestinarstvo, che significa, non a caso, “antincendio“.

Infine, andiamo in Irlanda del Nord, dove ci sono le “balere“, che in realtà si trovano dappertutto. Anche in Italia.

Le balere: si tratta di locali, di piste da ballo, spesso all’aperto, tipiche delle periferie delle grandi città.

Le balere sono essenzialmente “estive” perché in estate si può stare e ballare all’aperto più facilmente che nelle altre stagioni.

Chi balla in queste balere estive? Degli anziani, anzi delle coppie di anziani. Dobbiamo immaginare quindi delle coppie di persone anziane, marito e moglie, diciamo dai 65 anni in su, che ballano un ballo di gruppo. Ci sono tante coppie che ballano nelle valere.

Si parla di un ritmo particolare: il ritmo dei “sette ottavi“. Queste coppie di anziani ballano al ritmo di sette ottavi.

Notate innanzitutto “ballare al ritmo“. Normalmente si dice “ballare al ritmo della musica”, “muoversi al ritmo di una melodia”, oppure “stare al ritmo“, che vuol dire “seguire il ritmo”.

Si parla semplicemente dei movimenti che seguono il ritmo della musica, quindi i corpi si muovono ritmicamente insieme alla musica.

Cosa sono i sette ottavi? Non si tratta di una frazione matematica (infatti la divisione tra i numeri 7 e 8 si chiama proprio “sette ottavi” ) ma si tratta di un tempo ritmico particolare, un particolare ritmo musicale. Bisogna conoscere la musica per capire la differenza tra i vari ritmi: 3/4 , 7/8 eccetera.

Poi l’autore torna ai “ritmi ossessivi dei riti tribali“. Iniziamo dai riti.

I riti, con riferimento alle religioni, sono delle cerimonie religiose, come il battesimo e la comunione cristiana. I “riti tribali” sono i riti delle tribù. nel termine rito c’è anche il concetto di ripetizione, di consuetudine, di prassi, qualcosa che avviene sempre, periodicamente, proprio come il ritmo di una canzone, che si ripete per definizione. Infatti i riti religiosi sono spesso accompagnati dalla musica.

E i riti tribali hanno una caratteristica: sono ossessivi, cioè eccessivamente ripetitivi, si ripetono senza tregua, in modo ossessivo, esasperato. Questa è la “chiave” dei riti tribali. Le danze tribali spesso hanno un ritmo incalzante e ripetitivo, e questo ritmo ossessivo favorisce la meditazione e aiuta a raggiungere quel particolare stato della mente che lo avvicina agli esseri superiori.

Si parla, nella canzone, anche di sciamani. Lo sciamano è, in alcune religioni primitive, una persona cui si attribuisce la capacità di comunicare con Dio. Lo sciamano parla con Dio o con gli dei.

Anche in Italia, come dicevo, ci sono le balere. Infatti alla fine della canzone si parla di una particolare zona italiana, la “bassa padana” che è una parte della pianura padana, che si trova nel nord Italia. Oltre alla cosiddetta bassa padana c’è naturalmente anche “l’alta padana” ma in questa canzone non se ne parla. Ebbene, questi anziani italiani nella bassa padana ballano “vecchi Walzer viennesi”.

Il Walzer è, come probabilmente sapete, una danza popolare che viene ballata in coppia. I walzer viennesi sono quelli della città di Vienna, in Austria. Infatti questa danza nasce in Austria e in Germania.

Si POTREBBE notare, dal testo, una contrapposizione tra le danze orientali e quelle occidentali. Le prime antiche e spirituali, colorate e ricche di storia e di cultura. Le seconde sono invece presentate come quelle ballate dalle persone anziane.

Da una parte, ci sono i movimenti veloci dei danzatori sacri, dall’altra la lentezza degli anziani. Forse però non è questo l’intento di Franco Battiato nella sua canzone “vorrei vederti danzare“.

Infatti anche “waltzer” significa girare, che è quello che fanno anche i “dervisci rotanti” che “girano sulle spine dorsali”.

E gira tutto intorno alla stanza mentre si danza” dice questa canzone. Questo è un ritornello di questa canzone. C’è sempre qualcosa che gira in questa canzone 🙂

Il ritornello è la parte di una canzone (una strofa) che si ripete più spesso, che “ritorna” spesso dunque.

Riguardo al messaggio che si potrebbe leggere nel titolo della canzone: “vogoio vederti danzare”, forse c’è, ma questa è una mia considerazione personale, un invito rivolto rivolto a una particolare persona: “vorrei vederti danzare“. Sembra, anzi, un desiderio, magari rivolto a qualcuno che si vorrebbe più profondo, meno attaccato alla realtà, che abbia meno controllo su tutto e sia invece maggiormente mistico. Chi lo sa.

Abbiamo finito. Potete ascoltare la canzone dove volete: su YouTube, Amazon Music, Alexa, Spotify ecc.

Noi ci vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente ed alla prossima canzone, un altro modo per conoscere l’Italia.

https://youtu.be/3nxXrHZ2HL4