Probo e probante (scarica audio)
Trascrizione
C’era una volta un’Italia che si stava facendo. Un’Italia che ancora non esisteva, perché era il 1835 quando nasce Giosuè Carducci. Giosuè Carducci, poeta e patriota, visse di persona l’unità d’Italia e una delle sue odi più solenni, dal titolo “Piemonte”, fa capire quanto fosse importante per lui.
Un’ode patriottica, certo, ma anche malinconica e quasi religiosa. Perché il Piemonte, secondo Carducci, era la culla dell’Italia unita, la regione che aveva dato il via al Risorgimento.
Nel finale, la poesia si trasforma in preghiera. I grandi del Risorgimento accompagnano l’anima del re defunto davanti a Dio, chiedendo:
Rendi la patria, Dio; rendi l’Italia a gl’italiani.
Un grido che oggi, con il senno di poi, ci appare probante – e qui introduciamo il primo aggettivo – di quanto fosse forte, all’epoca, il desiderio di libertà e identità nazionale.
“Probante” è un aggettivo che deriva dal latino probare, “dimostrare”.
Simile a provare, se vogliamo.
È un aggettivo che indica qualcosa che costituisce prova evidente.
Si usa spesso in ambito giuridico o logico. Non in altre circostanze a dire il vero.
Esempio:
La poesia di Carducci è probante del suo patriottismo autentico.
Ma attenzione: essere probante non significa essere probo, cioè giusto o buono. Significa soltanto che è una prova convincente.
Ecco perché oggi, 27 luglio, accanto a Carducci dobbiamo affiancare un altro uomo, nato più tardi, ma capace di parlare agli italiani con parole semplici e profondissime: Fabrizio De André. Un altro poeta, ma più moderno.
Nel 1966, molti anni dopo l’ode “Piemonte”, De André scrive “La ballata dell’amore cieco (o della vanità)”, che comincia così:
Un uomo onesto, un uomo probo…
Come detto dignifica “onesto, retto, virtuoso”.
Si usa per descrivere una persona di grande integrità morale, spesso, anche stavolta, in ambiti formali e giuridici. Ma de André ha reso celebre questo aggettivo e così oggi tanti italiani né conoscono il significato.
Esempio:
Giovanni è un funzionario probo e rispettato da tutti.
Nel caso di De André, però, quell’”uomo probo” è talmente accecato dall’amore da diventare strumento di violenza e follia.
Uccide la madre, si taglia le vene, e infine muore – tutto per una donna che ride di lui. Il suo comportamento è probante del suo amore, sì… ma è anche tragicamente inutile.
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