Lo sfogo (scarica audio)
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Trascrizione
Gianni: oggi voglio spendere due parole (si fa per dire) sul termine sfogo.
Notate prima di tutto l’articolo da usare: “lo”
Ogni sostantivo maschile che inizia per esse più un’altra consonante vuole l’articolo lo.
Cos’è dunque uno sfogo?
Viene in mente subito il verbo sfogarsi, cioè il manifestare liberamente e senza reticenze (o senza remore) i propri sentimenti o stati d’animo.
Sei arrabbiato con una persona? Allora puoi decidere di stare zitto e reprimere il tuo sentimento o di iniziare a strillare o insultarlo e manifestare i tuoi sentimenti apertamente contro questa persona.
Ah! Avevo proprio bisogno di questo sfogo per liberarmi!
Da questo punto di vista uno sfogo avviene quando un sentimento non si trattiene, non si tiene dentro, quindi quando esce fuori liberamente. E così facendo ci si libera.
Spesso lo sfogo, giustamente, si associa alla perdita del controllo di sé stessi.
Quando si dà sfogo all’ira o anche allo sdegno in effetti spesso accade perché non ce la facciamo più e attraverso questo sfogo si cerca un conforto, un sollievo. Uno sfogo serve a star meglio.
Fuori e trattenere sono sicuramente le parole più importanti per definire uno sfogo perché possiamo usarle per indicare tutti i significati del termine sfogo.
I bambini devono dare sfogo alle proprie energie!
Devono correre, devono divertirsi, devono sfogarsi, devono liberare energie. Non devono stare fermi, non devono trattenersi se hanno bisogno e voglia di correre.
Gli uomini sposati invece non dovrebbero dare sfogo ai propri istinti sessuali!
In questo caso sarebbe consigliato trattenersi…
Quindi avete capito che dare sfogo a qualcosa è esattamente come sfogare qualcosa, nel senso di lasciar uscire qualcosa, non contenere, non trattenere qualcosa che tende ad uscire che vuole uscire, che si trattiene a fatica. Es:
Dare sfogo alla rabbia
Dare sfogo ai sentimenti
Poi si sente spesso parlare di una valvola di sfogo.
Tecnicamente le valvole di sfogo sono dei dispositivi che servono a far uscire liquidi o gas da una abitazione attraverso un’apertura o condutture.
Una valvola qualunque, come anche quella di sfogo, si può regolare, si apre e si chiude per regolare il flusso del liquido o del gas, e quella di sfogo si apre e si chiude a seconda di quanto liquido o gas vogliamo che esca fuori.
Ma una valvola di sfogo indica anche, dal punto di vista figurato, un’attività che ci permette di dare sfogo a qualcosa, e questo qualcosa è generalmente un’energia fisica.
Posso dire ad esempio che il campo da calcio per mio figlio rappresenta un’importante valvola di sfogo perché attraverso il gioco del calcio può sfogarsi fisicamente e questo gli fa bene.
Ma posso anche dire che vedere degli amici e fare passeggiate o una chiacchierata quotidiana sono una valvola di sfogo per le persone, che così possono distrarsi, divertirsi, non solo lavorare o stare sempre a casa.
Si dice che anche piangendo ci si possa sfogare. Dunque anche il pianto può essere una forma di sfogo o una valvola di sfogo perché ci permette di scaricare le emozioni, di lasciarci andare.
Esiste anche lo sfogo cutaneo, o sfogo della pelle. Si vedono tante bollicine che appaiono sulla pelle, con prurito e arrossamento. Gli sfoghi cutanei (cioè della cute, cioè la pelle) sono dovuti a intolleranze alimentari,. allergie oppure anche a delle infezioni virali. Altre volte sono dovuti a farmaci, medicine che il nostro corpo non tollera, oppure a dei tessuti il cui materiale provoca irritazione della pelle che quindi diventa rossa, prude e possono comparire le bollicine. Questi sfoghi sono esterni nel senso che sono sulla pelle.
Lo sfogo si usa anche per indicare uno spazio, o meglio una disponibilità di spazio, uno spazio che può servire a qualcosa. Generalmente si tratta di uno spazio esterno, come un giardino ad esempio, o anche un balcone, o un terrazzo.
Se date un’occhiata agli annunci di vendita delle case potete notare alcune frasi ricorrenti:
Appartamento con ampio sfogo esterno
Ampio sfogo esterno a disposizione
Si vende piccolo appartamento senza sfoghi esterni
Si puntualizza sempre in questi casi aggiungendo l’aggettivo “esterno”. Perché? In fondo un balcone, un terrazzo e un giardino sono spazi esterni. Perché specificare?
Si specifica perché esistono anche gli sfoghi interni.
Es:
L’immobile ha due balconi; uno con sfogo esterno ed uno più grande con sfogo interno sul cortile.
Quindi c’è anche un cortile interno, chiuso dall’esterno, dove però c’è uno spazio aperto dove c’è luce. Si può dire anche che quel balcone si affaccia sul cortile interno, oppure che quel balcone dà sul cortile interno.
Le seguenti sono dunque forme equivalenti:
Il balcone sfoga sul cortile interno
Il balcone ha lo sfogo sul cortile interno
Il balcone si affaccia sul cortile interno
Il balcone dà sul cortile interno
Strano uso del verbo dare, vero ?
Adesso ripassiamo e se non avete tutto ben chiaro sono qui ad aiutarvi.
Peggy: a proposito di dare. sento che questa parola “sfogo” darà molto filo da torcere agli stranieri.
Sofie: ma ci sarà sempre chi ci darà manforte, giusto?
Hartmut: speriamo, almeno se questa parola mi farà dare di volta il cervello.
Ulrike: speriamo che Gianni darà seguito alla promessa che ci ha appena fatto. In caso contrario ci avrà dato il benservito.
Marcelo: il benservito? Speriamo di no! Altrimenti gli daremo del bugiardo!
Irina: credo che abbiamo dato fondo a tutte le espressioni col verbo dare.
Danita: aspetta che do una scorsa agli episodi..
Marcelo: sì, ma datti una mossa!
Karin: per non dar luogo a ulteriori polemiche la finiamo qua.