Terminare una presentazione – un tentativo

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Trascrizione

Giovanni: buongiorno a tutti ragazzi. Allora oggi facciamo un episodio speciale, un episodio che fa riferimento alla lezione n. 20 del corso di Italiano Professionale. Come accade puntualmente da qualche tempo ci aiuterà Daria, ragazza russa e membro dell’associazione Italiano Semplicemente che si esercita con i contenuti di questa lezione con un breve testo nel quale parla di una situazione lavorativa, di una presentazione (se ricordate è questo il soggetto della lezione n.20). Si parla in particolare del finale di una presentazione.

Lascio la parola a Daria, con la quale mi complimento per l’ennesima volta per il contenuto di questo episodio.

Daria: Buongiorno a tutti.
Nella lezione numero 20 parlavamo della parte finale di una presentazione.
Oggi anche io vorrei dare un piccolo contributo cercando di creare un piccolo episodio utilizzando qualcuna delle belle espressioni o anche delle frasi o verbi particolari che hanno utilizzato Andrè, Giovanni ed Ulrike.
Dunque, la modalità di organizzare una presentazione mostrata nel corso di italiano professionale è abbastanza diffusa nella mia azienda. Credo che sia adatta soprattutto per gli incontri che si svolgono durante un corso di formazione oppure per un semplice (si fa per dire) workshop.

È importante il modo di presentare perché deve permettere, tra le altre cose, anche di concludere una presentazione in modo molto professionale.
Ultimamente ho notato l’importanza e l’utilità nel chiedere ai partecipanti di esprimersi riguardo al tipo di informazione che si aspettano di ascoltare, in questo modo emergono i loro obiettivi e non solo quelli di chi presenta. Questo può avvenire in diversi modi.
Si potrebbe chiedere ad esempio ai partecipanti di esprimersi sulle loro aspettative, prestando attenzione alle loro risposte: è sempre bene tenere a mente tutto ciò che interessa al pubblico.
In alcuni casi, dipende anche dal nostro modus operandi, potrebbe essere conveniente anche scrivere le risposte su una lavagna mobile. Avete presente quelle lavagne composte da fogli di carta che si possono sfogliare? Usate queste lavagne e magari anche pennarelli colorati così che le possano vedere e ricordare con facilità ciò che appuntate.
Io personalmente uso questo strumento abbastanza spesso e ci sono alcuni buone ragioni perché secondo me vale la pena di farlo.
Prima di tutto perché quanto viene scritto intuitivamente si percepisce come importante, quindi quando fissiamo su carta un’informazione di questo tipo il messaggio appare più importante rispetto alle parole dette.
In questo modo tra l’altro la platea assorbe con più facilità gli obiettivi, poiché formulati in modo chiaro, preciso e dettagliato. È anche un utile strumento di confronto tra chi assiste, per capire quanto ci si avvicina o quanto si è lontani rispetto agli altri.
C’è anche un altro vantaggio: nel caso io non abbia una risposta pronta ad una o più osservazioni, questo trucco (chiamiamolo così) mi dà il tempo necessario per pensarci. Posso rifletterci su proprio mentre espongo e rappresento graficamente dei concetti.
Alla fine della presentazione è una buona cosa ritornare alla lavagna e controllare insieme al pubblico se tutte le loro aspettative siano state soddisfatte. In caso contrario è sicuramente utile riflettere sul motivo, anche pubblicamente intendo.
Magari non è più neanche utile rispondere a una certa domanda in virtù delle risposte già fornite.
Se questo accade è buon segno e ci dà un riscontro dell’utilità del confronto.
Se invece qualcosa non è ancora chiaro, avendo riportato, cioè già fissato questo punto sulla lavagna posso star tranquilla e sicura che non lo dimenticherò e potrò cercare di rispondere più tardi, magari anche in privato, dopo la presentazione.
Bene, diciamo che nn so dare fino in fondo un giudizio obiettivo su me stessa, ma spero che il mio intervento sia tornato utile per voi.
Buon lavoro a tutti!

Giovanni: benissimo Daria, grazie ancora. Allora Daria innanzitutto ha parlato di una lavagna, di una lavagna mobile. Si tratta semplicemente di quello che in italiano viene chiamato “treppiedi”, uno strumento che ci permette di scrivere delle cose. Normalmente la lavagna classica è fatta con un materiale di colore nero sul quale si scrive con dei gessi, dei gessetti. Oggi però si utilizza di più questa lavagna mobile, mobile perché si muove grazie al treppiedi, cioè grazie ai tre piedini sulla quale è appoggiata. Una lavagna di questo tipo ha dei fogli bianchi che vengono sfogliati, cioè vengono alternati uno dietro l’altro in maniera tale che poi ci si possa ritornare, sfogliando all’indietro le pagine. Il verbo sfogliare, molto interessante. La differenza rispetto ala lavagna classica è che in questo caso possiamo tornare a ciò che abbiamo scritto prima sulla lavagna, ciò che ci siamo appuntati in precedenza.

Daria usa anche questo verbo: “appuntarsi“, verbo riflessivo, cioè scrivere al fine di ricordarsi, scrivere al fine di ricordare ciò che abbiamo scritto, quindi prendere un appunto, appuntarsi.

Quindi ci sono alcuni termini complicati all’interno di questa lezione ma fondamentalmente si ricalca ciò che viene detto nella lezione n. 20 che però è più lunga e al suo interno vengono spiegati anche molti verbi professionali adatti ad una presentazione. Ci sono anche le voci di Ulrike ed André, che saluto, altri due membri dell’associazione Italiano Semplicemente. Vorrei rassicurare Daria che non era convinta di aver fatto una “bella figura”. Sicuramente il suo contributo risulterà utile a molte persone e come si dice in questi casi buon lavoro a tutti, come detto anche da Daria, per rincontrarci alla prossima lezione del corso di Italiano Professionale, che stiamo preparando. Daria inizia a prepararti ok?

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Per avere accesso alla lezione n. 20 e a tutto il corso di Italiano Professionale chiedi di aderire all’Associazione Italiano Semplicemente.

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