L’aggettivo sospirato (scarica audio)
Trascrizione

Un evento storico nella cultura e nello spettacolo italiano collegato al 6 dicembre riguarda la nascita di Luigi Lablache, uno dei bassi più importanti dell’opera lirica del XIX secolo, nato a Napoli il 6 dicembre 1794.
Lablache fu un cantante d’opera celebre per la sua voce profonda e agile, amato dal pubblico europeo e interprete di ruoli memorabili nei teatri più importanti d’Italia e d’Europa. La sua carriera fu così significativa che il ruolo di Don Pasquale fu creato proprio per lui dal compositore Donizetti.
Questo personaggio è tuttora noto nell’ambiente lirico per le sue doti comiche e drammatiche.
Prendendo spunto da questo avvenimento possiamo spiegare l’aggettivo sospirato.
In italiano “sospirato” descrive qualcosa che è stato desiderato o atteso con forte intensità e emozione, come un sospiro per l’attesa o l’ansia di veder realizzato qualcosa.
Nel contesto del teatro e dell’opera, un ruolo può essere definito sospirato quando un cantante lo desidera ardentemente, magari per anni, prima di poterlo interpretare sul palco.
Immagina un giovane cantante lirico che per tutta la sua carriera sogna di debuttare al Teatro alla Scala di Milano in un ruolo importante.
Quando finalmente riceve la chiamata, si può dire che quel debutto è il ruolo tanto sospirato della sua vita: non solo un’opportunità professionale, ma un sogno accarezzato con passione e pazienza, quasi come se fosse nato da un lungo susseguirsi di sospiri di desiderio e speranza.
Nel contesto cinematografico, possiamo applicare lo stesso concetto parlando, tanto per fare un esempio, del film Il sorpasso, una delle opere più celebri della commedia all’italiana uscita nelle sale nel 1962 e considerata un capolavoro del genere.
Se un giovane regista italiano, dopo anni di progetti minori o corti sperimentali, aspira a dirigere un film di grande successo internazionale come questo, il film Il sorpasso potrebbe essere definito il sospirato successo della sua carriera.
Qui “sospirato” simboleggia l’oggetto di un desiderio intenso e prolungato nel tempo, capace di evocare emozioni forti e aspettative.
Per un atleta, la tanto sospirata vittoria di un campionato rappresenta l’obiettivo inseguito con determinazione per molte stagioni.
Per uno studente, il sospirato diploma è quel traguardo che sembra sempre lontano finché non viene finalmente raggiunto.
In ciascuno di questi esempi, l’aggettivo sospirato non è solo una descrizione neutra di qualcosa desiderato, ma porta con sé l’idea di un desiderio intenso, atteso a lungo e finalmente realizzato.
Notate che generalmente l’aggettivo sospirato viene usato prima del sostantivo per sottolineare il valore emotivo del desiderio: non è un’attesa fredda o razionale, ma carica di sentimento. Abbiamo visto in un passato episodio il senso di mettere l’aggettivo prima del sostantivo.
Il sospirato diploma
La sospirata vittoria
Il sospirato bacio
Quanto alle alternative, potete sempre usare desiderato al suo posto, se volete, oppure agognato o bramato. C’è anche un bell’episodio in merito, per non parlare dell’episodio dedicato ai desideri. E poi esiste anche anelare. Anche qui abbiamo un episodio.
La scelta cambia il registro, l’intensità emotiva e il contesto.
Sospirato richiama il sospiro: un desiderio lungo, paziente, spesso tenero o malinconico, vissuto interiormente. È tipico di contesti affettivi, poetici o anche narrativi.
Una sospirata libertà, una sospirata pace, un sospirato incontro.
Desiderato è il termine più neutro e generale. Indica ciò che si vuole ottenere, senza caricarlo necessariamente di emozione. Funziona bene in contesti sia quotidiani sia formali.
Un desiderato risultato, una desiderata soluzione.
Agognato esprime un desiderio intenso e spesso sofferto, legato a una lunga attesa o a una mancanza profonda. Ha un tono più elevato e drammatico.
Un agognato riscatto, una agognata libertà.
Bramato è ancora più forte: suggerisce impazienza, ardore, talvolta quasi avidità, come la brama dì potere. È meno delicato e più viscerale.
Un bramato successo, una bramata vittoria.
Anelato viene come si è visto da anelare, che in origine significa “respirare affannosamente”. Per questo indica un desiderio intenso, profondo e spesso accompagnato da tensione o fatica, come se mancasse l’aria. È meno tenero di sospirato e meno impulsivo di bramato. Più ricercato.
Una anelata libertà suggerisce qualcuno che ne ha bisogno vitale, quasi fisico.
Un anelato riconoscimento richiama anni di attesa, sacrifici, frustrazione.
Qui magari può essere utile anche chiarire la differenza tra respiro e sospiro. Il respiro è un atto fisiologico, automatico, necessario per vivere: respiriamo continuamente, spesso senza accorgercene. Il sospiro, invece, è un respiro modificato dall’emozione. Si sospira per desiderio, per sollievo, per malinconia, per attesa. Da qui nasce l’aggettivo sospirato: qualcosa che non è solo voluto, ma desiderato con partecipazione emotiva, quasi trattenendo il fiato.
Potete sospirare adesso, perché finalmente l’episodio è finito.