Grandi personaggi italiani: Margherita Hack

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Ciao ragazzi e benvenuti su ItalianoSemplicemente.com io sono Giovanni. Allora oggi torno alla carica con la rubrica Grandi personaggi Italiani.

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In passato abbiamo visto altri grandi personaggi, come Roberto Benigni, Rita Levi Montalcini e Umberto Eco. Sapete che questi episodi hanno la finalità di conoscere questi personaggi che hanno reso grande l’Italia ma anche la finalità di migliorare il vostro italiano.
Questo episodio è infatti destinato ad un pubblico straniero di livello intermedio, quindi che riesce ad esprimersi, seppur facendo ancora molti errori e seppure con un vocabolario ridotto. Allora strada facendo vediamo i termini più complicati che incontriamo e cerchiamo di imparare qualcosa in più della lingua e della cultura italiana.

Ascoltare è il modo migliore per fare dei passi avanti. Allora oggi avete un bel motivo per ascoltare perché parliamo di Margherita Hack.

Chi è Margherita Hack?

Una delle più grandi menti che l’Italia abbia mai avuto. E’ nota soprattutto per la sua attività in ambito scientifico, poiché è stata una studiosa di astronomia, quindi era appassionata delle stelle e dell’universo. L’astronomia è la scienza che si occupa dell’osservazione e della spiegazione dei cosiddetti “eventi celesti“, cioè di ciò che c’è ma anche di ciò che accade nell’universo. “Celesti“, come aggettivo, sta ad indicare il cielo, che è di colore celeste, appunto. Ha poco a che fare con “celestiale“, un altro aggettivo, che però si usa quando si parla di Dio o del Paradiso, che si trova comunque in cielo, ma parliamo del regno dei cieli,. Che è un’altra cosa.

Ma torniamo alla Hack, che non credeva nel paradiso e nel regno dei cieli. Ma questo lo vediamo meglio dopo.

Ho detto torniamo alla Hack, usando l’articolo e poi il cognome: “la Hack”. È corretto fare questo? Si può fare se si tratta di personaggi famosi e si fa anche nel linguaggio burocratico, ma l’articolo va prima del cognome e non prima del nome.

Poi se si tratta di donne, è sempre permesso usare l’articolo.

Quindi possiamo dire tranquillamente:

La Hack è stata una grande scienziata.

Coi cognomi maschili non si fa però: quindi dire “Il dott Bianchi” è correttissimo, ma “il Bianchi” è sbagliato. Piuttosto meglio dire “Bianchi” e basta:

Bianchi è desiderato al telefono.

Invece è corretto dire:

La Hack è desiderata al telefono!

Ma torniamo a noi. Esistono altre forme di vita nell’universo? Le forme di vita è un’espressione interessante per indicare la varietà con cui un essere può essere chiamato “vivente“. vivente significa che è in vita o che è dotato di vita, dove la “vita” indica la capacità di muoversi e in generale di reagire agli stimoli ambientali.

Comunque Margherita Hack era convinta che la risposta fosse affermativa, quindi sì, esistono altre forme di vita, sebbene non ce ne siano le prove: vuoi per problemi legati alla lontananza dei pianeti e delle galassie, vuoi per la nostra tecnologia non troppo sviluppata.

Insomma, è difficile secondo lei entrare in contatto con altre forme di vita seppure queste sicuramente esistono da qualche parte.

Un’opinione certamente condivisa da molte persone, persino da me!

Allora, se questo è vero è normale chiedersi: perché non ci sono prove? E tutti coloro che hanno visto le navicelle spaziali extraterrestri volare? Tutti gli avvistamenti che ci sono stati negli anni, le fotografie, i video… tutto falso?

La Hack era piuttosto scettica riguardo ai cosiddetti UFO nei cieli. Gli oggetti volanti non identificati (sigla UFO) non esistono.

Tant’è che lei queste cose le chiamava “bischerate“.

In poche parole era scettica, cioè non credeva a queste cose, o comunque tendeva a non credere agli UFO. Provava scetticismo per queste cose.

Nel linguaggio comune, lo scetticismo è un atteggiamento d’incredulità o di sfiducia in qualcosa, in questo caso nell’esitistenza degli UFO.

“Bischerate”, le chiamava: un termine toscano, che si usa cioè nella regione Toscana, dove abitava, ma che tutti comprendono: Usava questa forma dialettale ma significa semplicemente “una cosa sciocca” , uno scherzo quasi, una cosa da non prendere sul serio. Altri direbbero una “sciocchezza“, altri appunto una “cosa sciocca“, altri, ma è sicuramente meno elegante, le definiscono “stronzate“, sicuramente bischerate è più simpatico e direi per niente volgare.

Comunque andiamo avanti.

La Hack e la religione. Era atea, vale a dire che non credeva in nessuna religione. Non ce n’è alcun bisogno secondo lei. Il regno dei cieli, strano a dirsi, non esisteva secondo lei.

Ma essere atei non significa non avere valori, non significa non rispettare il prossimo, non significa non avere principi morali. L’etica deriva dalla religione? E’ la religione a convincerci che bisogna avere etica nella vita? L’etica riguarda il nostro comportamento pratico di fronte al bene e al male. Sappiamo distinguere il bene dal male senza bisogno della religione?

Secondo lei sì, perché non dipende dalla religione, ma dalla nostra “coscienza“.

Sei in grado di fare una valutazione morale del tuo comportamento? Sai agire con coscienza o secondo coscienza? Sai cosa comportano le tue azioni? Sai cosa comportano anche nei confronti delle altre persone e del mondo in cui vivi? Ebbene, ciascuno di noi può avere coscienza oppure no, e se ha questi “principi di coscienza”, allora vuol dire che non ha importanza se la religione sia una o l’altra.

Questa è una visione cosiddetta laica della vita: avere rispetto del prossimo senza pensare alla religione. È il pensiero della hack.

Ricordo un fatto divertente legato alla vita di Margherita Hack.

Lei è morta a 91 anni, ma un anno prima era ancora in grado di guidare e ricordo come si arrabbiò quando invece le fu negata la possibilità di farlo.

In Italia la patente di guida va rinnovata ogni tanto, ed il rinnovo va fatto generalmente ogni 10 anni.

Ma quando si supera una certa età, i tempi si accorciano. Ebbene, all’età di 90 anni, fu deciso che la Hack non poté più guidare, perché aveva 90 anni e quindi non era nelle condizioni di poterlo fare. Neanche fu visitata.

Al che lei si arrabbiò molto e andò in TV a dirlo pubblicamente. Disse che lei non era vecchia e tanto meno “rincoglionita“.

Non sono “vecchia“, disse, un aggettivo che di solito si usa per gli oggetti o gli strumenti per indicare che non servono più a nulla, che sono “superati“. Solitamente per le persone si parla di “anziani” e non di vecchi. È meno offensivo, ma lei usò appositamente la parola vecchia proprio per riferirsi alle sue capacità che erano ancora sufficienti per guidare.

Ad ogni modo “vecchio” e “vecchia” si usano spesso per indicare una persona d’età avanzata, e la “vecchiaia” per indicare la fase più avanzata del ciclo biologico, della vita, quando il nostro corpo inizia a decadere fisicamente.

Non sono neanche “rincoglionita“, disse. Un altro aggettivo interessante, perché essere rincoglioniti, nel linguaggio familiare (siamo al limite della volgarità) significa non capire le cose, avere problemi cognitivi, mentali, insomma non avere più nè la capacità di capire con razionalità, né la capacità di nuocere, di fare cioè del male a nessuno, perché le facoltà mentali sono carenti.

Si sente dire spesso “un vecchio rincoglionito” come forma di insulto, per indicare la decadenza fisica ma anche quella mentale di una persona anziana, un anziano che “non capisce più nulla” in senso dispregiativo, ed è usato come un insulto grave molto spesso.

Sappiamo bene come lei non fosse rincoglionita ovviamente, sebbene avesse 90 anni, ed infatti ha continuato ad occuparsi di astrofisica, di universi e di scienza. Probabilmente avrebbe potuto guidare un’astronave, ma sulla terra non le era permesso più di guidare.

Cose dell’altro mondo, vero?

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