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Emanuele: due minuti con italiano semplicemente.
Giovanni: Episodio 203. Di cosa parliamo in questo episodio?
Se avete letto il titolo, il termine SCANSO credo vi abbia incuriosito.
Ad esempio:
Forse è bene dire una cosa: mio figlio Emanuele ha 11 anni dunque è ancora minorenne e non viene pagato per partecipare agli episodi di italiano semplicemente. Per lui questo non è un lavoro e neanche per me, quindi non si tratta di sfruttamento minorile. Questo è bene dirlo a scanso di equivoci. Questo è un esempio di uso del termine scanso.
Avete ascoltato questa mia ultima frase
Questo è bene dirlo a scanso di equivoci.
A scanso di equivoci significa “per scansare eventuali equivoci”, per fare in modo che non ci saranno equivoci.
Quindi scanso viene dal verbo scansare, che è simile a evitare.
A scanso di = al fine di evitare, al fine di scansare, per scansare, per evitare.
Scansare è molto materiale come verbo. Se ti dico “scansati” vuol dire spostati.
È un po’ maleducato però se vi rivolgete ad una persona dicendo che si deve scansare, perché scansare si usa con gli ostacoli, con gli oggetti che vanno spostati, scostati, perché danno fastidio. Anche un pugno, un colpo, un calcio si possono scansare, per non essere colpiti. Quindi è simile anche a evitare. Scansare serve a evitare.
Scanso infatti ha questo utilizzo.
Si usa per evitare che qualcosa di negativo accada, quindi è una misura preventiva. Si dice prima che accada qualcosa.
A scanso di qualcosa quindi significa per evitare che accada qualcosa, come gli equivoci, cioè le incomprensioni, i malintesi.
Io voglio essere chiaro con voi, quindi a scanso di equivoci, vi dirò tutta la verità.
Il termine scanso si usa solo in questo modo: a scanso di equivoci, di malintesi, di polemiche, di imprevisti, di dubbi. Si può usare quindi in molte circostanze diverse.
Ora se avete capito tutto possiamo ripassare alcune espressioni passate, quindi ascolterete una frase e poi a scanso di dubbi Emanuele proverà a spiegare questa frase di ripasso a parole sue.
Ora vi lascio a Bogusia che vi racconta una bella storiella. Si fa per dire!
Bogusia (Polonia): Vi racconto la storia di un cacciatore che è finito nei guai per aver sparato a dei poveri polli. A denunciarlo è stato il proprietario dei polli.
E dire che il nuovo dirimpettaio sembrava molto amichevole. Almeno all’inizio. Cacciatore accanito qual era, quel giorno evidentemente non è riuscito a tenere a bada le sue emozioni e ad accusare il colpo sono stati i polli. Cos’è successo?
Si trattava di un uomo un po’ strano, che dopo un po’ ha mostrato di non voler nulla a che spartire con i suoi vicini, e tanto meno con i loro animali. Era per sistemare l’orto, quando, di punto in bianco si accorse che due volatili erano entrati nel suo territorio. Il cacciatore non se l’è sentita di trattenersi: rientra a casa, prende una delle sue 30 doppiette che possedeva e esplode due colpi che non hanno lasciato scampo ai due animali. Non vi racconto nessuna sciocchezza. È capitato davvero, in Veneto.
Segue la spiegazione di Emanuele.
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L’inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con Italiano Semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!