Accadde il 16 luglio: affiorare

16 luglio 1943 (scarica audio)

Trascrizione

Benvenuti! Oggi parliamo del verbo affiorare , un verbo ricco di sfumature, spesso usato sia in senso letterale che figurato.
Partiamo dal 16 luglio del 1943, quando durante lo sbarco alleato in Sicilia, la città di Agrigento cadde dopo giorni di durissimi scontri. Le forze statunitensi avevano già affrontato la resistenza italiana in tutta la regione.

I bombardamenti, le granate e gli scontri a fuoco lasciarono la città distrutta, coperta di macerie, silenziosa.
Nei giorni successivi, affiorarono — tra le rovine — i primi racconti dei civili, le testimonianze dei soldati, i documenti abbandonati in fretta.

Come acqua che riemerge dal terreno (riemergere è simile ma meno poetico), la verità su quei giorni tragici iniziò ad affiorare lentamente: non solo la cronaca della battaglia, ma anche le paure, i sospetti, i drammi vissuti nel silenzio.
Ecco dunque affiorare: qualcosa che riemerge alla vista (in senso proprio) dopo essere stato nascosto, coperto, sepolto — come i corpi, e in senso figurato i ricordi, le emozioni, o come un segreto che torna a galla.

Affiorare può essere:
fisico:

Affiorano resti umani tra le macerie.

emotivo o figurato:

Affiorano vecchi ricordi”, “Affiora un sorriso”,

“Affiorano le prime tensioni politiche.

Come nel caso di Agrigento: le rovine della guerra lasciarono affiorare molto più che pietre.
Il verbo affiorare deriva da “fiore”, cioè venire fuori, come un fiore.

Si usa per indicare qualcosa che riappare in superficie, compare dopo essere stato nascosto. È un verbo usato con “essere” nei tempi composti:
“Sono affiorati nuovi elementi nell’indagine.”
“sono affiorati i primi dubbi.”

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