Le parole omografe

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Trascrizione

Buongiorno amici di Italiano Semplicemente. Oggi una puntata dedicata alla pronuncia. Siete pronti?

Non ho sentito… siete pronti?

Bene, facciamo finta che siate pronti, allora oggi vediamo le parole omografe, argomento che abbiamo affrontato anche tra i membri dell’Associazione, all’interno del gruppo Whatsapp.

Argomento difficile quello di oggi, ma credo possa essere molto importante per voi stranieri: le parole omografe sono le parole che hanno più significati ma che per questo motivo si pronunciano in modo diverso: un accento diverso oppure una “o” o una “e” aperta o chiusa.

La differenza sta quindi a volte nell’accento, che si sente ma non si legge, e nell’apertura delle vocali: possiamo avere delle “O” chiuse e delle “O” aperte, delle “E” chiuse e delle “E” aperte.

E ed O sono le uniche vocali che possono avere una pronuncia diversa. A,I,U hanno invece sempre la stessa pronuncia.

Allora per divertirci un po’ vediamo alcune esempi in cui ci sono delle parole omografe. Nella stessa frase ascolterete due volte la stessa parola, ma con due significati diversi.

Ad esempio:

I principi spesso non hanno sani principi.

I principi, cioè i figli dei Re, non hanno sani principi. Prova a pronunciare la frase stando attento alla diversa pronuncia: prìncipi, princìpi

Ho acquistato una nuova accetta per tagliare gli alberi. La regalerò a Giovanni che di solito accetta i miei regali.

Pronuncia: Accetta (nome dello strumento usato per tagliare gli alberi), Accètta (dal verbo accettare). Prova a coniugare la frase:

Io accetto la tua accetta

Tu accetti la mia accetta

Lui accetta la mia accetta

Noi accettiamo la tua accetta

Voi accettate la mia accetta

Loro accettano la mia accetta.

Da piccolo una volta mi sono ferito: appena me ne accorsi chiamai i miei amici che subito sono accorsi

Pronuncia: accórsi (“o” chiusa: viene dal verbo accorrere: i miei amici sono subito accorsi) e accòrsi (“o” aperta: viene dal verbo accorgersi.

Prova ancora a coniugare la frase:

Io mi accorsi che i miei amici sono accorsi

Tu ti accorgesti che i tuoi amici sono accorsi

Lui si accorse che i suoi amici sono accorsi

Noi ci accorgemmo che i nostri amici sono accorsi

Voi vi accorgeste che i vostri amici sono accorsi

Loro si accorsero che i loro amici sono accorsi.

Il Capitano Schettino non abbandonò la nave. Sono cose che capitano

Pronuncia: Il capitàno; sono cose che càpitano (verbo capitare)

Può capitare che un capitano abbandoni la nave? Non deve capitare!

Adesso proviamo con la parola “affetto”.

Non provo affetto quando affetto il pane

Notate la differenza nella pronuncia tra affètto (cioè il sentimento) e affétto (dal verbo affettare)

Io affetto il pane con affetto.

Vediamo la parola “apposta”:

La tua firma deve essere apposta. Non l’hai fatto, e l’hai fatto apposta

Una firma infatti viene appòsta (cioè viene messa. Si tratta del verbo apporre). E se non la apponi potresti farlo appòsta (cioè con la tua volontà, cioè lo fai deliberatamente), cioè lo fai appòsta.

passiamo adesso alla botte ed alle botte: “La botte” è un contenitore, mentre “le botte” sono i colpi, le percosse, i colpi dati alle persone o alle cose. Notate la differenza nella pronuncia: la bótte, le bòtte,

Poi ci sono anche “le botti“, (con la o chiusa) che è il plurale di “la bótte” e ci sono “i bòtti“, come i botti di capodanno. In questo caso è il plurale di bòtto: buuumm! Questo è un botto.

Allora con questi 4 termini possiamo costruire una frase:

Oggi sono stato in cantina di nascosto da mio padre. La cantina è piena di botti di vino. Ad un certo punto ho sentito un botto: buummmm! E’ esplosa una botte! Mio padre adesso mi riempirà di botte!

Vediamo ora il verbo cogliere, ed in particolare la parola cogli (Pronuncia: cògli con la o aperta). Poi c’è cógli (con la o chiusa).

Se vai in Italia, cogli l’occasione di parlare cogli italiani

Quindi cògli viene dal verbo cogliere mentre cógli è semplicemente “con gli” (con gli italiani, parlare cogli italiani)

Altra parola omografa: colla.

Cólla sola còlla non puoi incollare la pietra.

Quindi abbiamo la còlla (cioè l’adesivo, una sostanza che incolla, cioè che serve ad attaccare due oggetti) e cólla (con la):

è più facile dire: con la colla non puoi incollare la pietra.

Ma volendo puoi dire, facendo attenzione alla pronuncia:

Cólla còlla non puoi incollare la pietra

Analogamente esiste il collo (il còllo, che è la parte del corpo che sta tra la testa e le spalle) e esiste cóllo (la forma composta della preposizione con e dell’articolo lo), del tutto analogo a “con la” (cólla)

Esempio:

Collo smalto delle unghie non puoi dipingere le collane che vanno al collo.

Interessante è la parola ambito, o ambito (dipende da dove metti l’accento).

Se pronunci àmbito intendi riferirti al contesto, alla situazione. Invece se dici ambìto intendi il verbo ambire.

Io sono ambito, tu sei ambito, il lavoro è ambito da molti, eccetera.

Nell’ambito della nostra professione, occupiamo una posizione molto ambita

Passiamo alla frutta: la pesca (si pronuncia pèsca – con la “e” aperta”), mentre la pesca è l’attività del pescare.

Pésca, pèsca:

Se vogliamo pescare delle pèsche, non possiamo usare l’amo da pesca!

Io pesco la pesca con l’amo da pesca,

tu peschi la pesca con l’amo da pesca,

lui pesca la pesca con l’amo da pesca,

noi peschiamo la pesca,

voi pescate la pesca,

loro pescano la pesca.

Se sei istruito e non sei mai colto da malattie, allora sei colto e fortunato.

Quindi in questo caso abbiamo il verbo cogliere: Io non sono còlto da malattie, cioè non sono colpito da malattie, e per questo sono fortunato. Se invece sono colto (“o” chiusa) allora sono istruito, come tutte le persone colte, cioè istruite, che hanno studiato.

Interessante è la parola desidèri (e desìderi). Si tratta del verbo desiderare. Qui è facile fare un esempio:

Se desideri troppi desideri, non si avvererà alcun desiderio!

Ieri ho corso ed ho incontrato un corso.

In questo caso si tratta del verbo correre (io ho córso) ed ho incontrato un còrso, cioè un abitante della Corsica, l’isola francese che si trova sopra la Sardegna.

Al plurale i “còrsi” sono infatti gli abitanti della Corsica, mentre i corsi sono le lezioni. Come i corsi di italiano, o anche i corsi d’acqua che sono i fiumi ad esempio. Sia i corsi di italiano che i corsi d’acqua hanno la “o” chiusa, mentre gli abitanti della Corsica (i còrsi) hanno la “o” aperta, come Corsica.

I Dei: i dei (Dèi) sono le divinità, mentre “dei” (“e” chiusa) è preposizione articolata:

Dicono di essere dei dei dell’universo, invece sono solo dei truffatori.

Poi ancora:

C’è un detto sugli italiani: vuoi che te lo detto?

Il detto è il proverbio (“e” chiusa, sostantivo), mentre se te lo dètto significa che sto facendo il dettato, cioè io parlo e tu scrivi: io dètto e tu scrivi:

Vuoi che te lo detti (dètti) questo ed anche altri detti (détti)?

Adesso vediamo la lettera esse (“s”: èsse) e il pronome personale esse (ésse)

Le ragazze studentesse di italiano che ho conosciuto sono bellissime; esse hanno detto tutte di amarmi, ma non pronunciano bene la lettera esse.

Spesso quindi si tratta di pronunciare una parola mettendo l’accento su vocali diverse, a volte però si tratta di pronunciare una “o” oppure una “e” chiusa o aperta.

Ad esempio:

Le fòsse (cioè le buche – “o” aperta) sono vuote. Se fosse giorno potrei riempirle di terra (verbo essere: fosse, con la “o” chiusa))

Interessante è anche la parola impòrti (dal verbo importare o il plurale di importo, cioè una certa somma di denaro) e impórti (da imporre):

Hai litigato con tuo figlio e non riesci a importi? (“o” chiusa). Che vuoi che mi importi! (“o” aperta).

Quanti sono gli importi da riscuotere? (“o” aperta). Possibile che non ti importi nulla (sempre “o” aperta)

Allo stesso modo potrei proseguire all’infinito: ci sono molte altre parole omografe molto interessanti e vi invito a fare degli esercizi di ripetizione anche con le parole:

Lègge (da leggere), Légge (norma): lui legge la legge

Nèi (macchie sulla pelle), Néi (preposizione articolata): ho dei nei neri nei punti più nascosti del corpo.

Pène (organo maschile) Péne (punizioni, castighi): le mie pene dipendono dall’assenza del pène!

Pòrci (animali) Pórci (dal verbo porre): De porci (animali) vanno a fare un esame: avete delle domande da porci?

Vendétte (dal verbo vendere), Vendétte (plurale di vendetta): da bambino una volta mi hanno imbrogliato: un signore mi vendette un giocattolo, ma non funzionava. Le mie vendette non si fecero attendere!

Vènti (correnti d’aria), Vénti (numero): I venti che vengono dal mare sono più forti: sono venti anni che te lo dico!

Capisco che questa è una puntata difficile, ma sicuramente avete scoperto una cosa molto divertente della lingua italiana e magari vi siete accorti solo adesso che pronunciate male certe parole.

Bene, allora ripetete l’ascolto se volete, e ringrazio tutti ancora una volta dell’ascolto. Ringrazio tutti i donatori, che aiutano Italiano Semplicemente con una offerta economica. Mi è venuta un’idea stanotte: devo dedicare una puntata di Italiano semplicemente ad ogni paese da cui arriva una donazione: ad esempio ieri è arrivata una donazione dall’Azerbaijan, precisamente da Baku, e a questo argomento sarà dedicato il prossimo episodio di Italiano Semplicemente: parlerò di Baku e di una sua specialità culinaria. Con l’occasione ripassiamo le ultime espressioni che avete imparato sulle pagine di Italiano Semplicemente.

A presto

10 pensieri su “Le parole omografe

  1. Grazie per la bellissima lezione! Mi aiuta tanto poter ascoltare la differenza tra le vocali aperte e quelle chiuse. La trascrizione è molto, molto utile pure. Non sono nato in Italia e devo sempre cercare di migliorare la mia conoscenza della lingua. Di nuovo, grazie!

  2. Grazie ! io e mio figlio ci divertiamo tutti i giorni.. : Molla quella molla!! Quanto spazio in questo Spazio! Lancia quella lancia! Dove porta quella porta? Spessissimo taglio il salame spessissimo!!

    ciao a presto

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