Le specialità italiane – EST EST EST

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Trascrizione

Giovanni: buongiorno a tutti e bentornati su Italiano Semplicemente.

Se sei uno straniero che sta cercando di migliorare il proprio italiano questo è il posto giusto per te. Io sono Giovanni e oggi ci occupiamo di vino. Sapete che l’Italia, checché se ne dica, non la batte nessuno in termini di vini e cibo. La rubrica in questione è denominata “le specialità italiane” ed è curata da mia madre Giuseppina, che oggi vi racconta qualcosa su un vino bianco laziale, cioè della regione Lazio, nel Centritalia.

Ricevo molti apprezzamenti, molti complimenti per questa rubrica, ed allora vi lascio volentieri nelle parole di Giuseppina. Ci sentiamo dopo

Giuseppina: Se parliamo di eccellenze nazionali non possiamo dimenticare il vino.

Le nostre regioni ne producono tante varietà, bianchi o rossi, tutti ottimi,  ma io voglio farvi conoscere un vino della mia zona, quello della Tuscia Viterbese.

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Esattamente a Montefiascone e nei paesi vicini, si produce un eccellente vino: l’est est est.

E’ un vino bianco al quale è stata riconosciuta la DOC (denominazione di origine controllata). Ha un gusto secco, pieno, ed un aspetto limpido e brillante. Buono fresco, con tutti i tipi di pietanze.

Ora però vi racconto l’origine di questo nome particolare:

Nell’anno mille, esattamente nel 1111, Enrico V, re di Germania si stava recando a Roma per ricevere la corona del Sacro Romano Impero.

Un vescovo tedesco del suo seguito, amante del buon vino, per essere certo di gustare solo il meglio della produzione italiana,  escogitò un astuto stratagemma.

Si fece infatti precedere, di un paio di giorni, lungo il suo tragitto, dal fedele servo e coppiere Martino che aveva il compito di ispezionare la zona prima dell’arrivo del padrone.

Quando Martino , trovava un vino buono doveva segnalare la locanda con la scritta “est” che significava “vino buono”.

Arrivato nella cittadina di Montefiascone nel Lazio settentrionale, trovò un vino talmente buono che ripeté per tre volte il segnale convenuto con l’aggiunta di sei punti esclamativi. Così accanto alla porta dell’osteria scrisse a grandi lettere: est!! est!! est!!

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Il cardinale quando arrivò, apprezzò così tanto questo vino che rimase a Montefiascone per tre giorni, prima di riprendere il suo viaggio verso Roma.

Che ne dite, facciamo un brindisi?

Giovanni: bene, allora mia madre vi ha parlato della Tuscia viterbese. Si tratta di una zona (la Tuscia) che non è una regione amministrativa, ma un territorio abbastanza esteso, grande, che prende parte del Lazio, dell’Umbria e della Toscana.

La Tuscia la possiamo anche chiamare Etruria, dove vissero gli Etruschi parecchi anni fa. Quindi la Tuscia viterbese è la parte di questo territorio che si trova in provincia di Viterbo, una città che si trova a nord rispetto a Roma.

Anche il comune di Montefiascone si trova nella Tuscia viterbese quindi.

Poi vorrei fare chiarezza su alcuni termini usati da mia madre. Vediamo la seguente frase:

Un vescovo tedesco del suo seguito, amante del buon vino, per essere certo di gustare solo il meglio della produzione italiana,  escogitò un astuto stratagemma.

Il seguito (attenzione alla pronuncia) è un gruppo di persone che fanno scorta o compagnia a un alto personaggio, un personaggio importante. Quindi il seguito del vescovo tedesco è un gruppo di persone che accompagna il vescovo.

Escogitò un astuto stratagemma: Il verbo è escogitare. Significa trovare con la mente. Quando si pensa intensamente ad una soluzione, per risolvere un problema spesso si usa questo verbo: escogitare.

Quindi quando si escogita qualcosa, si riflette, si pensa, si immagina, si cercano idee per risolvere un problema.

Si può escogitare un trucco, un rimedio, una soluzione, o anche uno stratagemma. La parola stratagemma di solito si usa per indicare una finta mossa, come per ingannare qualcuno, una mossa intesa a disorientare e sorprendere il nemico. Potremmo parlare di espediente, un furbo, un astuto espediente.

Si tratta sempre di superare un problema, un impedimento. In questo caso si potrebbe semplicemente parlare di idea. Il vescovo, molto più semplicemente, ha avuto una buon’idea.

Infine parliamo del “segnale convenuto”:

Arrivato a Montefiascone, Martino trovò un vino talmente buono che ripeté per tre volte il segnale convenuto. 

Il segnale convenuto è il segnale (la scritta EST) che Martino aveva convenuto con il vescovo tedesco. Insieme avevano convenuto, cioè avevano deciso, si erano accordati su un segnale. Si erano quindi messi d’accordo su un segnale, avevano concordato che il segnale dovesse essere la scritta “EST” questo era il segnale che avevano convenuto, o semplicemente il segnale convenuto.

Concludiamo col brindisi: il brindisi è un movimento che si fa, è un atto, l’atto di alzare i bicchieri e farli toccare tra loro, farli tintinnare tra loro, dopodiché si beve alla salute di qualcuno, in segno di augurio.

E quando si fa un brindisi non si dice “tin tin” come suggerirebbe la parola “tintinnare” ma in Italia si dice “Cin cin”, entrambi sono suoni onomatopeici ma “cin cin” deriva dal cinese e significa “prego, prego”.

Si dice spesso anche “prosit” quando si fa un brindisi, oppure potete dire semplicemente “alla salute” ed al prossimo episodio di ItalianoSemplicemente.com.

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