n. 142 – FARE UN DISTINGUO – 2 minuti con Italiano semplicemente

Audio

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Trascrizione

Giovanni: Vi faccio una domanda: tutti i siti internet in cui si insegna la lingua italiana sono uguali oppure bisogna fare dei distinguo?

Io qualche distinguo lo farei!

Infatti i siti non sono proprio tutti uguali. Cambia il metodo usato per insegnare molto spesso. Inoltre pochi siti usano file audio a supporto delle loro lezioni. Qualche distinguo è necessario!

Ad esempio dove lo trovate un sito che spiega la parola distinguo come si deve?

Il dizionario dice che un distinguo è una distinzione, una precisazione, per lo più pedante e pignolesca, insomma, un cavillo.

Quindi un distinguo è una distinzione? E’ qualcosa che si distingue, che si differenzia da qualcos’altro?

Allora vediamo se è vero con degli esempi.

Una mamma non fa distinguo tra i propri figli. Ci mancherebbe altro!

La mamma quindi non fa distinguo, non fa alcun distinguo tra i figli. Questo vuol dire che la mamma tratta i figli tutti allo stresso modo, tutti alla stessa maniera, senza fare distinguo, senza fare distinzioni tra un figlio e l’altro.

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La parola distinzione va bene, è un sinonimo sempre utilizzabile, e sicuramente è più usata. Distinguo è più formale ed effettivamente a volte è più pignola, come dice il dizionario.

Quando si fa un distinguo molto spesso si va a cercare un motivo molto particolare per fare una distinzione, per non considerare due cose, o due persone,  alla stessa stregua, nello stesso modo.

Una  mamma che non fa distinguo tra i suoi figli quindi in nessun modo tratta i propri figli diversamente. E’ anche una questione di piccole cose dunque.

Un altro esempio:

Se in una azienda si dice che i lavoratori sono tutti inefficienti, che non lavorano abbastanza, che sono dei lavativi, qualcuno potrebbe dire:

Eh no! A questo punto iniziamo a fare dei distinguo! Ci sono alcuni lavoratori che lavorano moltissimo e che meriterebbero una promozione!

Fare un distinguo pertanto (o, al plurale “fare dei distinguo“) ha uno scopo preciso: quello di far emergere delle differenze importanti, quello di estrarre dal mucchio., dalla massa, dal gruppo, degli elementi diversi, che si differenziano, si distinguono dagli altri.

Il termine “precisazione“, citata dal dizionario, è ugualmente vicino a questo concetto, benché la precisazione serva a precisare, ad andare nel dettaglio, a specificare ciò che fino ad ora non è stato specificato abbastanza. Il concetto è abbastanza simile perché precisando emergono delle distinzioni, delle differenze. La precisazione fa emergere le differenze. E’ attraverso delle precisazioni che è possibile fare dei distinguo.

La paola distinguo si usa quasi sempre con il verbo fare: nel “fare un distinguo” c’è la volontà di dividere un gruppo in almeno due parti, attraverso una precisazione delle caratteristiche dei singoli componenti.

A volte si usa “operare dei distinguo“. L’uso di “operare” serve a essere più precisi ancora, più pignoli. La pignoleria è una eccessiva scrupolosità, una esagerata precisione.

A volte è semplicemente più formale (le leggi operano sempre dei distinguo ad esempio), altre volte ci sono entrambe le componenti: formalità e pignoleria.

Ad esempio:

La legge italiana opera alcuni distinguo tra le coppie eterosessuali e le coppie omosessuali.

E’ giusto operare dei distinguo? Oppure è meglio farli? Più o meno è la stessa cosa, forse però  quando si crede che un distinguo sia giusto, più spesso troverete il verbo fare.

I distinguo spesso sono anche “sottili“, almeno quando si vuole sottolineare una eccessiva o anche sbagliata distinzione.

Rauno (Finlandia): Come sono i tuoi alunni Giovanni?

Giovanni: Beh, tutti abbastanza bravi direi.

Rauno: Ma c’è qualcuno più bravo degli altri?

Giovanni: Rauno, non credo sia il caso di  perdersi in sottili distinguo. Sono tutti bravissimi, e adesso ve lo dimostro con questa frase di ripasso da parte di Bogusia, uno dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente che ci parla con l’occasione di Michelangelo.

Bogusia (Polonia): Forse qualcuno di voi può pensare che io studi solamente italiano, ma si dà il caso che in questo momento stia rileggendo una biografia di Michelangelo.
Come di consueto esordisco con questa espressione: si dà il caso: ha un non so che di affascinante.
Allora, stavo dicendo che rileggendo questo libro, di punto in bianco mi balza agli occhi qualcosa: non esiste più la “casa di Michelangelo” a Roma.
Ma come sarebbe a dire? Un personaggio di questo spessore che ci ha vissuto nientepopodimeno che 30 anni, e precisamente in Piazza Macel de’ Corvi; uno che ha sfoderato i capolavori che addobbano l’intera città, possibile non si meriti di avere un museo in quella che fu la sua dimora?
Possibile? Ce la sentiamo di fare un torto di questo tipo a questo artista? E’ mai possibile fregarsene in questo modo? Non si fa così, cari romani.
Mi vedo costretta di ricordare infatti che la piazza e la stessa umile casa di Michelangelo sono state demolite nel 1902.
Ora solo una lapide ricorda l’artista. Questo potremmo anche chiamarlo il colpo di grazia alla memoria di Michelangelo.

Flora (italia): un distinguo, due distinguo, cento distinguo: Attenzione perché al plurale non cambia. Resta invariato.

L’Inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con italiano semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

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