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Trascrizione
Trascrizione
Ci sono alcune parole che gli italiani non scrivono mai o quasi e hanno a volte persino problemi a farlo qualora fossero costretti a scriverle.
È il caso di “embè“, un’esclamazione tipica del linguaggio di tutti i giorni che nessuno mai scrive ma che tutti utilizzano.
Ascoltate alcuni esempi:
Che ne pensi del mio nuovo vestito?
Se la persona non risponde si può sollecitare una risposta in questo modo:
Embè?
Non è l’unica cosa che posso dire in questi casi. Lo stesso significato hanno anche:
Be’? Dunque? Allora? Ebbene? Insomma?
Se dico embè spesso è anche per esprimere contrarietà, a volte anche una sfida.
Scusa, ho visto che hai buttato una carta a terra.
Risposta:
embè?
Replica:
Embè non si buttano le cartacce a terra! È incivile!
Dunque la persona che aveva gettato a terra la cartaccia ha sfidato colui o colei che l’aveva rimproverato.
Ma a questa sfida ha ricevuto subito una risposta in cui è stata usata la stessa parola.
Embè non si buttano le cartacce a terra!
La sfida è stata raccolta, è stata accettata.
Spesso si aggiunge “che c’è“:
Embè che c’è?
Ad esempio:
Scusi signore ma la mascherina è obbligatoria, bisogna indossarla.
Risposta:
Embè che c’è? Io non la Indosso invece, va bene?
C’è anche qui una sfida, come a dire: a me non interessa, io me ne infischio, chi se ne importa! In inglese sarebbe “so what?” Oppure “who cares?”.
Anche un professore spesso usa questa espressione, per sollecitare più che per sfidare.
Uno di voi alla lavagna!
Dopo qualche secondo in cui non accade nulla…
Embè? Avete paura della lavagna?
Questo è più un sollecito.
Se invece qualcuno ti fissa con lo sguardo senza dire nulla puoi tranquillamente dire:
Embè? Che hai da guardare?
Questa è indubbiamente una sfida.
Si può usare anche per minimizzare, o per sdrammatizzare una situazione.
Hai sbagliato tutto in questo compito di grammatica !!
Risposta: embè? Tanto io in Italia non ci andrò mai!
Scusami, mio figlio ti ha rotto il vetro della macchina con il pallone!
Embè? Tanto non vale niente quella macchina!
Come a dire: non è importante, non fa niente, che sarà mai!
È giunto il momento del ripasso.
Qualche membro dell’associazione provi ad usare qualche espressione che abbiamo già spiegato.
Komi: a me non viene in mente nulla. Mi rimetto alla buona volontà degli altri membri.
Rafaela: con me caschi male, oggi ho pochissimo tempo a disposizione.
Rauno: per quello basta ritagliarsi 5 minuti, dai ragazzi aiutiamo Giovanni! Siete tutti sfaticati oggi!
Emma: raccolgo la provocazione e vi dico che non me la sento di sfuggire ai miei impegni.
Ulrike: embè?
Emma: eh, ci stavo pensando, un attimo, non ti adirare.
Hartmut: dai che siamo a ridosso dei 5 minuti!
Khaled : va bene allora vi saluto a tutti. Vado a sorbirmi un caffè.
Lia: ciao anche da parte mia. Non la facciamo troppo lunga dai.
Khaled: di nuovo!