11 luglio ‘472 (scarica audio)
Trascrizione

In italiano si dice “essere in un vicolo cieco” quando non ci sono più soluzioni, quando in una situazione non c’è via d’uscita.
Un vicolo è una strada molto stretta, spesso tra due file di case.
Un vicolo cieco, invece, è una strada che finisce contro un muro: non si può andare avanti, si può solo tornare indietro.
Metaforicamente, rappresenta quindi una condizione in cui non ci sono soluzioni possibili. Nessuna speranza, nessuna alternativa.
È ciò che accadde all’imperatore romano Antemio.
L’11 luglio del 472 dopo Cristo, l’imperatore Antemio era ormai finito.
Era ormai alla fine della sua corsa. Tradito, abbandonato, assediato a Roma dal generale Ricimero, cercò rifugio nel luogo più sacro della città: la basilica di San Pietro. Un gesto disperato, un estremo tentativo di salvarsi.
Sperava che, entrando in chiesa, sarebbe stato salvo. Ma fu trovato e decapitato lì, sul posto.
Antemio era davvero in un vicolo cieco: non poteva fuggire, non poteva trattare, non poteva più fare nulla.
Oggi, usiamo questa espressione anche in situazioni meno drammatiche, per esempio:
Con questo lavoro mi sento in un vicolo cieco. Devo assolutamente cambiare.
Oppure:
La relazione non funziona più, siamo in un vicolo cieco.
Quando lo sentite, ricordate Antemio… e magari cercate una via d’uscita prima che sia troppo tardi!
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