Accadde il 28 settembre 1911: il senso critico

Il senso critico (scarica audio)

Trascrizione

Un buon evento da cui prendere spunto oggi è l’invio dell’ultimatum italiano all’Impero Ottomano (i turchi) il 28 settembre 1911, che fu uno degli atti preparatori della guerra italo-turca per la conquista della Libia. Oggi la Libia ovviamente non è più parte dell’Italia, ma questa è una storia lunga.

In quella data, il governo italiano (guidato da Giolitti) consegnò un ultimatum all’Impero Ottomano con richieste che, se non accettate entro 24 ore, avrebbero portato alla guerra. Per la cronaca, un ultimatum è una comunicazione (in questo caso diplomatica) normalmente scritta con cui uno Stato pone a un altro Stato delle condizioni precise, spesso con un tempo limite per accettarle.

Era un momento delicato: decisioni diplomatiche, valutazioni su rischi e benefici, considerazioni sull’opinione pubblica, su alleanze, su conseguenze internazionali, militari, economiche.

Questo evento è utile per parlare di “senso critico”, perché coinvolge proprio l’uso ragionato del giudizio: il governo non prende una decisione a cuor leggero, ma valuta vari elementi, fa proiezioni, confronta informazioni, decide su basi diplomatiche oltre che politiche. In pratica serviva avere un elevato senso critico.

Cosa significa averesenso critico”?

Senso critico” è un’espressione composta da due parole:

Senso: qui inteso come una capacità. Quella di percepire, giudicare, capire; è l’attitudine, l’uso di facoltà intellettuali. Bisogna usare la testa.

Critico: non nel senso di “criticare sempre e negativamente”, ma nel senso di “analitico”, “riflessivo”, “che non accetta passivamente, che valuta, che confronta”.

Quindi il “senso critico” indica quella capacità di pensare in modo autonomo, di non accettare tutto ciò che viene detto, ma di interrogare, valutare fonti, distinguere fra ciò che è ben fondato e ciò che non lo è; considerare implicazioni, alternative, conseguenze.

Nel caso dell’ultimatum del 1911, i decisori politici dovevano valutare non solo le ragioni (economiche, strategiche, di prestigio nazionale), ma anche i rischi di guerra, le reazioni internazionali, il costo umanitario e finanziario.

Dovevano considerare le conseguenze a breve e a lungo termine: occupazione, gestione della colonia, resistenza locale, rapporti con le potenze europee.

Dovevano usare fonti di informazione diverse: diplomatici, servizi segreti, pubblica opinione, militari.

Questo è senso critico applicato: non reagire d’impulso, ma con analisi, confronto e prudenza.

Altri esempi:

A scuola o all’università, uno studente che non accetta semplicemente ciò che il libro di testo o il professore dice, ma controlla le fonti, cerca documenti originali, mette a confronto opinioni diverse, verifica dati. Questo studente ha uno spiccato senso critico. Si usa spessissimo l’aggettivo spiccato in questi casi. Vuol dire elevato, evidente.

Quando si legge una notizia online, è sano chiedersi: chi è la fonte? È affidabile? Ci sono conflitti d’interesse? C’è conferma da più parti? Chi condivide tutto senza pensarci non ha senso critico.

Un manager che decide una strategia non solo su intuizione, ma analizzando dati, rischi, costi, alternative. Decisamente è dotato di senso critico.

Chi non ha per niente senso critico accetta passivamente quello che viene detto o proposto, senza porsi domande.

Questa persona senza senso critico non fa analisi né alcuna valutazione.
Potrei dire anche che è un credulone, perché crede a tutto senza verificare.

Meno informalmente direi che parliamo di
Conformismo.

Un conformista si adegua all’opinione comune senza riflettere.

Oppure è superficiale. Si ferma all’apparenza senza approfondire.

Rispondi

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.