I mugugni (scarica audio)
Trascrizione

Il 18 ottobre 1912, nella tranquilla città svizzera di Losanna, precisamente nel quartiere di Ouchy, l’Italia e l’Impero Ottomano firmarono un trattato che avrebbe messo fine alla guerra italo-turca.
Era una guerra iniziata un anno prima, nel 1911, quando l’Italia, desiderosa di espandersi come le altre potenze europee, aveva deciso di conquistare la Libia, che allora faceva parte dell’Impero Ottomano.
Sul piano militare, l’Italia vinse sì la guerra, ma non fu una vittoria semplice e senza effetti collaterali.
Costò molti soldi, molte vite umane e lasciò, diciamo così, un sapore amaro in bocca.
Il trattato, infatti, riconosceva all’Italia il controllo di alcuni territori che più tardi sarebbero diventate la Libia. Però formalmente la sovranità restava ottomana.
Insomma, una pace un po’ strana, che lasciò insoddisfatti molti.
E fu proprio allora che iniziarono i mugugni. È questa la parola del giorno.
Sì, perché gli italiani non protestarono apertamente: non ci furono rivolte, né grandi manifestazioni, ma si sentivano, ovunque, dei borbottii, delle critiche a bassa voce, come un ronzio di sottofondo.
Si diceva: «Abbiamo speso tanto per una guerra che non ci ha dato nulla di certo!»
oppure: «È questa la nostra grande vittoria?»
Ecco, questi borbottii, questi brontolii, queste lamentele sommesse, si chiamano anche così: mugugni.
Il verbo corrispondente è mugugnare.
Chi mugugna non urla, non si ribella, ma non è contento.
È quella tipica reazione italiana, soprattutto ligure (infatti deriva dal genovese “mugugnu”) direbbero alcuni, fatta di sospiri, smorfie e piccoli commenti ironici.
Si può mugugnare al lavoro, quando arriva una nuova regola che non piace, ma non si ha voglia di discutere.
Si può mugugnare in famiglia, quando si accetta una decisione ma con un po’ di malumore. Simile è, lo avete capito, borbottare, ma il mugugno è più silenzioso, spesso poi si usa in senso figurato.
Si può mugugnare anche tra amici: «Andiamo al mare?» — «Sì, vabbè, ma c’è troppa gente… uffa, non mi va tanto». Ecco un bel mugugno estivo.
Nel 1912, dunque, l’Italia intera mugugnava: non abbastanza soddisfatta per esultare, ma troppo stanca per protestare davvero.
Una pace accolta con silenzio, con malumore, con mugugni, appunto.
Quindi quando qualcuno si lamenta sottovoce, senza alzare la voce, possiamo dire che sta mugugnando.
Mugugno, al singolare, capita di incotrarlo, ma è un termine che si usa normalmente al plurale.
Due esempi:
Durante la riunione di condominio si sentivano solo mugugni e sguardi scettici: nessuno voleva pagare di più, ma neppure dire apertamente che non era giusto.
Luca mugugnava tra sé ogni volta che il capo gli chiedeva di restare oltre l’orario per fare un po’ di straordinario. Luca non protestava, ma il fastidio si capiva benissimo.