Deprecabile (scarica audio)
Trascrizione

Il 19 ottobre 1979 in Italia si tenne il primo sciopero dei controllori di volo, che portò alla crisi dell’ITAV (Istituto per l’assistenza ai voli) che poi è divenuto ENAV, che sta per Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo, un’azienda italiana il cui compito principale è garantire la sicurezza e anche l’efficienza del traffico aereo in Italia.
Il compito dei controllori di volo è evitare che gli aerei si scontrino, che mantengano le distanze di sicurezza e quindi guidarli nei percorsi corretti. Senza controllori di volo, capite bene che non si può far funzionare un aeroporto.
Ora, immaginiamo che, durante quel giorno, così come accade anche oggi, alcune dichiarazioni pubbliche relative al lavoro dei controllori non siano state esattamente delle belle parole.
Quindi possiamo dire che queste dichiarazioni siano state giudicate da qualcuno “deprecabili”, cioè degne di biasimo (ci siamo già occupati del biasimo e del verbo biasimare, ricordate?) oggetto di forte condanna, perché magari intaccavano (questo verbo lo vediamo un’altra volta) il decoro istituzionale, offendendo l’opinione pubblica o minando la fiducia nel servizio.
Oggi ci occupiamo di deprecabile.
La parola deprecabile indica qualcosa che merita di essere deplorato, condannato, biasimato moralmente. Non è solo “sbagliato” (secondo chi parla) ma è qualcosa che suscita una certa disapprovazione morale.
È un comportamento deprecabile, ad esempio, quello di diffondere deliberatamente notizie false su un ente pubblico, danneggiandone l’immagine.
È deprecabile anche che un dirigente si appropri indebitamente di fondi dell’ente che amministra. Una vera vergogna in questo caso. A volte deprecabile non è così forte.
È deprecabile che, in una discussione, si facciano insulti gratuiti contro persone che non hanno violato nulla. Anche l’aggettivo gratuito è stato oggetto di un episodio passato. Così come deliberatamente e anche indebitamente.
Quello di oggi è anche un episodio di ripasso.
In genere deprecabile si usa per atti gravi dal punto di vista etico o morale, non per errori banali (in quel caso diremmo “sbagliato”, “inopportuno”, “fuori luogo“.
Esempi:
In ambito sportivo: un comportamento antisportivo come insultare l’arbitro o gli avversari può essere definito deprecabile.
In ambito politico è deprecabile che un parlamentare si permetta di offendere deliberatamente colleghi senza motivo.
In letteratura o nell’arte: se un critico fa commenti gratuiti, offensivi o irrispettosi verso l’opera altrui, possiamo dire che quei commenti sono deprecabili.
Certo, è un aggettivo un po’ formale, non si usa in famiglia ma perlopiù (cioè soprattutto) per fare dichiarazioni pubbliche.
A seconda del contesto si possono usare sinonimi più o meno forti:
- Biasimevole
- Condannabile
- Riprovevole
- Disdicevole
- Ripugnante (più forte)
- Vergognoso (ancora più forte, emotivo)
Deprecabile, come avrete immaginato) significa che si può deprecare, che è un verbo che esiste, ma è poco usato. Significa esprimere disappunto, deplorare.
È un verbo formale, letterario: “deprecò pubblicamente le violenze”, “deprecare le azioni ingiuste”, eccetera.
Più frequentemente si preferisce usare verbi come “condannare”, “biasimare”, “deplorare”.