Acclarare (scarica audio)
Trascrizione
Acclarare è il verbo professionale n. 99.
Nel corso della spiegazione di questo verbo citerò anche alcuni verbi già spiegati, in modo che questo vi aiuti a ripassarli.
Il verbo acclarare si presenta come un altro interessante esempio di linguaggio professionale, particolarmente utile nei contesti formali, tecnici o giuridici.
A differenza del più comune “chiarire“, che si usa in situazioni colloquiali per spiegare o rendere comprensibile un concetto, acclarare si distingue per la sua specificità e il suo tono più solenne.
Vi faccio notare che acclarare infatti è come dire “rendere chiaro”, “rendere evidente” quindi è simile a verificare, confermare. Si tratta di rendere evidente un fatto, spesso dopo un’analisi o un’indagine.
La logica è la stessa che troviamo in altri verbi, che esprimono l’idea di “rendere” o “far diventare” qualcosa, proprio come acclarare (rendere chiaro o certo).
Es:
Abbellire significa rendere qualcosa più bello o attraente.
Esempio: “Ha abbellito la casa con fiori freschi.”
Accecare significa rendere cieco, far perdere la vista.
Esempio: “Il riflesso del sole ha accecato il guidatore.”
Addolcire indica l’atto di rendere qualcosa più dolce o piacevole, sia in senso letterale che figurato.
Esempio: “L’aggiunta di zucchero ha addolcito il caffè.”
C’è ne sono altri, come:
Affievolire – Significa rendere qualcosa meno forte o intenso.
Annullare, cioè rendere nullo o annullato qualcosa, far perdere validità o effetto.
Poi c’è “ammorbidire”, ed altri verbi ancora.
Torniamo ad acclarare, che è un verbo che richiama la dimensione del rigore e della dimostrazione oggettiva, quasi a voler “illuminare” la verità attraverso prove o ragionamenti.
Per questo motivo, si collega bene a verbi già spiegati di questa stessa rubrica, come VALUTARE (quando avviene l’analisi preliminare), CONSTATARE (il rilevamento di un fatto), EVINCERE (trarre una conclusione) e DELIBERARE (decidere su una base oggettiva).
Acclarare non è un verbo riflessivo e si coniuga normalmente (io acclaro, tu acclari, egli acclara, ecc.) ma si trova spesso anche “un fatto acclarato” o “una verità acclarata” e “una responsabilità acclarata”.
È spesso usato in contesti in cui è necessario verificare ufficialmente la fondatezza di una situazione.
Esempi:
Il perito ha acclarato la conformità del progetto alle norme vigenti.
(Il perito ha verificato ufficialmente che il progetto rispetta le norme.)
Si è acclarato che i fondi erano stati utilizzati in modo improprio.
(È stato confermato, dopo un’analisi, che i fondi sono stati usati male.)
Prima di procedere, occorre acclarare la validità di questi documenti.
(È necessario verificare e confermare che i documenti siano validi.)
A differenza di chiarire, che si concentra sul rendere comprensibile una questione, acclarare punta a una conferma oggettiva e dimostrabile.
Rispetto a DISAMINARE (che sta per analizzare un caso nei dettagli) o VAGLIARE (esaminare attentamente per VALUTARNE il valore o la validità), acclarare è il passo successivo: implica che l’analisi ha portato a una certezza o a una conclusione verificata.
Acclarare è decisamente un verbo formale e non si usa in contesti quotidiani. Difficilmente si sentirà qualcuno dire “Acclaro che è tutto chiaro!” in una conversazione informale; più probabile è trovarlo in un rapporto tecnico, un contesto giuridico o un documento ufficiale.
Similmente a come abbiamo visto per PRONUNCIARSI, acclarare può sottendere un’attitudine prudente e riflessiva: non si tratta di “saltare a conclusioni”, ma di attendere che i fatti siano verificati e confermati. In questo senso, richiama anche SUFFRAGARE (fornire prove a sostegno di qualcosa) o AVVALORARE (rafforzare un’idea con evidenze).
Esempio di diplomazia:
Prima di esprimere un’opinione, è necessario acclarare i fatti.
(La prudenza richiede una verifica accurata prima di trarre conclusioni o PRONUNCIARSI.)
In definitiva, acclarare è un verbo da usare con precisione e consapevolezza, adatto a chi vuole comunicare con rigore e autorevolezza.
Come sempre, meglio evitare un uso eccessivo per non appesantire il discorso; ma in determinati contesti, è davvero insostituibile.
Come dicevo inizialmente, nella spiegazione del verbo acclarare, ho richiamato alcuni verbi già spiegati. Meglio ribadirli ancora:
1. Valutare – perché acclarare spesso segue un’analisi o una valutazione preliminare.
2. Constatare – perché entrambi si riferiscono a una verifica di fatti, con acclarare che aggiunge una sfumatura di ufficialità.
3. Evincere – perché implica trarre conclusioni da una serie di prove o indizi, passaggio simile al processo che porta ad acclarare.
4. Deliberare – perché dopo aver acclarato i fatti, si può giungere a una decisione ufficiale.
5. Disaminare – perché acclarare può derivare da un’attenta analisi di un caso o una situazione.
6. Vagliare – perché l’esame accurato di validità o rilevanza spesso precede l’acclaramento.
7. Suffragare – perché il processo di acclarare può includere la ricerca di prove a supporto di un fatto.
8. Avvalorare – perché acclarare consolida o conferma una verità o una posizione precedentemente analizzata.
Questi verbi sottolineano il percorso logico e formale che porta dal dubbio alla certezza, un elemento centrale nell’uso di acclarare.
Ci vediamo al prossimo verbo professionale!
