Accadde il 27 settembre 1943: l’auspicio, auspicare e auspicabile

L’auspicio, auspicare e auspicabile (scarica audio)

Trascrizione

Prendiamo spunto da un evento realmente accaduto in Italia il 27 settembre 1943, cioè l’inizio delle famose Quattro giornate di Napoli, quando la popolazione insorse contro l’occupazione tedesca.

In quei giorni drammatici, la città di Napoli era oppressa dai nazisti e i cittadini soffrivano per fame, violenze e distruzioni.

Prima dell’insurrezione, molti napoletani vivevano con l’auspicio che gli Alleati, già sbarcati nel Sud Italia, arrivassero presto a liberarli.

Auspicio significa infatti “speranza, desiderio, aspettativa positiva per il futuro”, spesso espressa in modo solenne o collettivo.

Abbiamo un episodio in cui vi ho spiegato il verbo paventare in cui ho accennato al verbo auspicare, che ha il significato opposto. In un altro episodio invece abbiamo parlato dei modi per esprimere i desideri.

Nel nostro caso: l’auspicio dei napoletani era che la guerra finisse e che la libertà tornasse nella loro città.

Quando però l’attesa diventò insopportabile, i cittadini stessi decisero di reagire: uomini, donne, ragazzi, combatterono e riuscirono, in soli quattro giorni (le quattro giornate, appunto) a scacciare le truppe tedesche.

Guardando a quell’evento con gli occhi di oggi, possiamo dire che era auspicabile che il popolo trovasse la forza di ribellarsi.

Auspicabile significa “desiderabile, conveniente, ciò che sarebbe bene che accadesse”.

Non era sicuro che la rivolta riuscisse, ma era auspicabile che il coraggio collettivo portasse finalmente alla libertà.

Quindi:
L’Auspicio è la speranza, il desiderio (l’auspicio dei napoletani era la libertà).

Auspicabile è ciò che è desiderabile o da ritenersi positivo (era auspicabile che la popolazione si liberasse dall’oppressione).

Concludo dicendo che In teoria al posto di auspicabile si potrebbe usare la parola “sperabile” (cioè che si spera) ma questa parola, purtroppo o per fortuna – chi può dirlo – non si utilizza molto. Direi quasi per niente. Mi era venuto persino il dubbio che non esistesse.

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n. 143 – PAVENTARE – 2 minuti con Italiano semplicemente

File audio

Trascrizione

143_paventare_immagineGiovanni: Due minuti con Italiano semplicemente, episodio n. 143, un numero abbastanza elevato:

Si paventano giornate difficili per coloro che non hanno ascoltato le spiegazioni precedenti.

Paventare è il verbo a  cui dedichiamo questo episodio. Nessuno straniero conosce questo verbo (credo) poiché nel linguaggio comune si usa poco. Ma lo trovate abbastanza spesso sui giornali e nelle notizie su internet.

Il verbo paventare è simile a spaventare vero? C’è solamente una esse in meno!

Anche il significato è simile comunque. Un primo significato infatti è proprio “aver paura“, “sentirsi intimorito“, provare timore.

Però ovviamente voi volete sapere quando usarlo e qual è la differenza con spaventare.

Allora, intanto devo dirvi che in questo senso non si usa molto. Difficile ascoltare frasi come:

Io pavento per la mia vita

Che sarebbe come dire

Io ho paura per la mia vita

L’uso più frequente e quello che vale la pena di ricordare è quello legato al possibile verificarsi di eventi futuri, eventi negativi, spaventosi comunque, ma per qualcun altro. Quindi paventare qualcosa, nel senso di mostrare qualcosa come una possibilità futura, rendere un pericolo reale o immediato parlando di qualcosa che potrebbe accadere.

Ad esempio:

Il leader del partito dell’opposizione tenta di paventare le paure più nascoste degli italiani.

Si paventa il rischio di una nuova crisi finanziaria.

L’azienda potrebbe chiudere. A paventare questa possibilità è stato il direttore.

L’inquinamento è arrivato ad un punto insostenibile tanto da paventare un disastro ambientale.

In questi esempi è chiaro che quando si paventa qualcosa, quando viene paventato qualcosa, si vuole mostrare la possibilità che possa accadere qualcosa in futuro, qualcosa di negativo, uno scenario non positivo, non auspicabile, non desiderabile.

Volete dei sinonimi? Prospettare ad esempio, che però è neutro, nel senso che non spaventa nessuno!

Avere timore che qualcosa accada, temere. Così va meglio direi. O anche “ipotizzare un pericolo“. Anche “minacciare” è simile perché ci si riferisce al futuro, ma la minaccia viene dalla persona che parla, mentre in paventare non c’è il coinvolgimento di chi parla.

Il contrario invece è augurare, auspicare, che si usano per un futuro migliore, non peggiore!

Adesso è più chiaro vero?

Bene, allora possiamo ripass alcune espressioni passate con l’aiuto di Doris dall’Austria, uno dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente. Vai Doris.

Doris (Austria):

Un ripasso di nuovo? Questo mi ha colto davvero alla sprovvista. Ma senza remore ed ovviamente di buon grado darò seguito all’invito di tirare fuori alcune frasi con i fiocchi e come si deve.
Rompere gli indugi senza cincischiare troppo ci dà solitamente una sensazione di soddisfazione e in men che non si dica. Il mio sarà un tentativo sicuramente comprensibile per chi ha ascoltato gli episodi precedenti.
Magari qualche espressione dovrete rivederla, ma che vuoi, qualcosa può sempre sfuggire.
Dopo tutto siamo studenti con tutti gli annessi e connessi. Se ci diamo alla pigrizia, certo, prima o poi vengono a galla le nostre lacune, ma ti dirò che questo è sottinteso. Non sono mai stata annoverata tra i migliori studenti, quindi magari potrei essermi incartata: in questo caso armatevi di pazienza perché spesso sono dura di comprendonio.

Giovanni: e brava Doris! Non sei affatto dura di comprendonio e credo che tu abbia fatto un tentativo molto ben riuscito. Ciao a tutti.

L’Inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con italiano semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

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