La brutta copia e la bella copia – ep. 1106 (scarica audio)
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Trascrizione
Buongiorno a tutti. Oggi vediamo la “brutta copia” e la “bella copia”
Iniziamo dal termine copia.
Una “copia” è una riproduzione o una duplicazione di un documento, testo, immagine o anche un oggetto.
Una copia può anche riferirsi a una fotocopia o una stampa di un documento originale.
Passiamo agli aggettivi che possiamo abbinare con la copia. I più usati sono bella e brutta.
La brutta copia e la bella copia si usano spesso a scuola, quando si svolge un compito da consegnare ai professori. Si scrive il compito su dei fogli, e si devono consegnare ai professori.
La brutta copia è la versione preliminare o una bozza, spesso usata per raccogliere idee e fare correzioni. Ogni brutta copia va corretta e integrata perché se si consegnasse la brutta copia a scuola il professore potrebbe arrabbiarsi.
Invece la “Bella copia” è la versione finale e corretta, pronta per essere consegnata e valutata.
La “Brutta copia”, in generale, è una modalità che si riferisce a una versione preliminare o non definitiva non solo di un compito ma di un documento, testo, progetto. In pratica, è una bozza iniziale che può contenere errori, imprecisioni e correzioni.
Gli studenti spesso scrivono una brutta copia di un tema, di un compito o di un esame prima di trascrivere la versione definitiva, chiamata appunto “bella copia”.
Questo permette loro di correggere eventuali errori, migliorare la struttura e il contenuto del testo e assicurarsi che il lavoro finale sia il migliore possibile.
Chiaramente, lo avete capito, sebbene si chiamino bella e brutta copia, non sono copie esatte l’una dell’altra.
La brutta copia si usa comunque anche in senso figurato per indicare una versione meno riuscita, inferiore o non ottimale di qualcosa.
Ad esempio, si può dire che una persona è la “brutta copia” di qualcun altro se cerca di imitare quella persona senza riuscirci bene, oppure se un progetto o un’idea sono considerati inferiori rispetto a un altro simile. In questi contesti, l’espressione mantiene l’idea di qualcosa che è solo una bozza o un tentativo non riuscito.
Si può anche essere la brutta copia di sé stessi.
Essere la “brutta copia di sé stessi” è un’espressione usata per indicare che una persona non è al meglio, non è in forma rispetto a come è stata in passato.
Questo può riferirsi a un periodo in cui una persona era più realizzata, energica, felice o in buona salute, e ora appare meno vivace, meno performante o meno soddisfatta.
Es:
Da quando è stato promosso, sembra la brutta copia di sé stesso. È sempre stressato e non riesce a gestire bene i suoi compiti come faceva prima.
Dopo l’infortunio, il campione sembra la brutta copia di sé stesso. Non ha più la stessa velocità e agilità di una volta.
Da quando ha iniziato a lavorare fino a tardi ogni sera, Marco è diventato la brutta copia di sé stesso. È sempre stanco e di cattivo umore.
Anche la bella copia comunque si può usare in senso figurato. “Bella copia” enfatizza il miglioramento e la qualità rispetto a versioni precedenti o meno riuscite.
Dopo il suo percorso di crescita personale, Maria è diventata la bella copia di sé stessa. È più sicura di sé e felice.
L’edizione di quest’anno del festival è la bella copia di quella dello scorso anno. L’organizzazione e gli spettacoli sono notevolmente migliorati.
Dopo la ristrutturazione, il centro storico è la bella copia di quello che era prima. Gli edifici restaurati e le nuove piazze lo rendono incantevole.
Adesso ripassiamo. Oggi facciamo un ripassino piccante.
Un’ultima annotazione prima. Specie quando si parla di brutta copia di sé stessi, si usa spesso anche l’espressione “essere l’ombra di sé stessi“.
Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente
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Marcelo (Uruguay): Allora, ragazzi, sgombriamo il campo dalle timidezze: parliamo di preferenze e pratiche sessuali.
Giovanni: wow Marcelo! A te non ti ci facevo proprio! Voglio vedere adesso cosa rispondono!
Edita (Repubblica Ceca): sempre diretto tu! Niente voli pindarici! Io comunque Preferisco la semplicità, la connessione emotiva è tutto. Le pratiche strane non mi sconfinferano.
Olga (Saint Kitts e Nevis): Io sono d’accordo con te, ma ogni tanto provare qualcosa di nuovo penso possa dare luogo a esperienze interessanti. Bisogna solo stare sul chi va là perché non si sa mai con chi si ha a che fare.
Vasken (Libano): sempre prudente tu! Io invece adoro sperimentare. Sì, può sembrare smodato, ma ho scoperto che uscire dalla propria banale routine è squisitamente piacevole.
Ulrike (Germania): ben detto! Si fa presto a dire che certe cose sono esagerate. Bisogna provarle prima. Io ad esempio ho una corda e un frustino pronti all’uso nel cassetto vicino al letto.
André (Brasile): della serie: la vita è troppo breve per non godersela?
Rauno (Finlandia): Parole, parole, parole. Si fa presto a parlare ragazzi. Siete disposti a passare alla pratica adesso?