I colletti bianchi – POLITICA ITALIANA (Ep. n. 30)

I colletti bianchi (scarica audio)

Indice degli episodi della rubrica dedicata alla politica

Trascrizione

Giovanni: oggi lascio la parola a Danielle, membro dell’associazione Italiano Semplicemente, che vi leggerà questo episodio dedicato alla politica italiana. Anche per voi può essere piacevole ascoltare una seconda voce di tanto in tanto. Vai Danielle!

Danielle: Oggi, per la rubrica dedicata alla politica italiana, parliamo dei colletti bianchi.

Il colletto è il bordo di una camicia o una giacca, che risulta disposto attorno al collo.

Ovviamente le camicie bianche hanno il colletto bianco, ma “colletti bianchi” è il nome che viene dato a una particolare categoria di lavoratori.

Si tratta di professionisti come medici, magistrati, insegnanti, impiegati, dirigenti e funzionari pubblici o anche manager d’azienda.

Ma che c’entra con la politica?

Lasciatemi spiegare prima perché vengono chiamati così.

Innanzitutto l’origine è la lingua inglese: “white collars”, quindi sarà più facile capire per molti non madrelingua italiana.

Si tratta di professioni che si possono svolgere indossando camicie bianche perché richiedono un lavoro esclusivamente intellettuale e non fisico.

I colletti bianchi svolgono attività che richiedono una formazione specialistica e un alto livello di conoscenza tecnica.

I colletti bianchi però sono sempre citati oggi non come categoria privilegiata di lavoratori, ma come invece un ceto sociale particolarmente incline a commettere certi tipi di reati.

In fondo queste professioni sono esercitate da persone che, in un modo o nell’altro, gestiscono il potere.

Sono rispettabili persone, più colte e istruite rispetto alla media: professionisti che si occupano di bilanci aziendali, di relazioni pubbliche, di azioni in borsa, di rapporti tra soggetti pubblici e privati eccetera.

Persone che possono influenzare il mondo dell’economia e della politica e che spesso e volentieri lo fanno in modo illecito.

Quando si parla di colletti bianchi è praticamente sempre in contesti in cui il candore (la purezza) del bianco viene sporcato da reati come falso in bilancio, corruzione, appropriazione di denaro pubblico, eccetera.

I colletti bianchi non si sporcano le mani di sangue, non commettono omicidi, non fanno attentati mafiosi o altri atti criminali clamorosi di questo tipo. Questo non significa che non ci siano legami tra la criminalità organizzata e questi reati ovviamente.

I loro reati pertanto spesso sono invisibili anche perché nessuno denuncia queste attività illecite, perché sono attività a danno pressoché di tutti gli altri e nessuno tranne i colletti bianchi ne è a conoscenza.

In Italia (e non solo) la politica ha un legame con i “colletti bianchi” in quanto questi lavoratori sono considerati una parte importante della società e dell’economia. Le politiche pubbliche (dunque le decisioni della politica) che riguardano la formazione professionale, l’occupazione e la protezione sociale hanno un impatto diretto sulla vita dei colletti bianchi.

Ad esempio, le politiche fiscali che riguardano le imposte sul reddito e la previdenza sociale possono influire sulla remunerazione e sulle prospettive di carriera dei colletti bianchi.

Inoltre, i colletti bianchi, essendo sono spesso rappresentati in posizioni di comando in molte industrie, tra cui sanità, finanza e tecnologia, possono esercitare una notevole influenza sulla politica attraverso i loro interessi professionali e economici.

In sintesi, la politica italiana e i colletti bianchi sono legati da un rapporto di interdipendenza, in cui le politiche pubbliche hanno un impatto sulle condizioni di vita e di lavoro dei colletti bianchi, e questi ultimi, a loro volta, possono influire sulla formulazione delle politiche pubbliche attraverso la loro posizione e il loro potere economico e professionale.

Ci vediamo al prossimo episodio di italiano dedicato alla politica italiana.

Giovanni: grazie a Danielle per l’aiuto e complimenti per l’ottima pronuncia.