52 – La formula “Soddisfatti o rimborsati” e i vizi – ITALIANO COMMERCIALE

La formula “Soddisfatti o rimborsati” e i vizi (scarica audio)

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Trascrizione

Una delle frasi magiche del commercio, che trovate un po’ dappertutto è “soddisfatti o rimborsati” , che in altre lingue non ha sempre una espressione equivalente con una traduzione letterale.

Si tratta di una garanzia.

È l’abbreviazione di: se non sarete soddisfatti sarete rimborsati.

La soddisfazione è il gradimento, la compiacenza per un fatto positivo: l’acquisto.

Se l’acquisto però non ci soddisfa saremo rimborsati, cioè avremo i nostri soldi indietro.

La formula “SODDISFATTI O RIMBORSATI” garantisce infatti il cliente che effettua un acquisto, quindi spende una certa cifra col rischio che il prodotto non sia esattamente ciò che cercava, o che non soddisfi esattamente le sue aspettative.

Il cliente si sente in qualche modo anche assicurato e rassicurato contro la possibilità che il prodotto abbia vizi di fabbricazione o difetti.

In questo modo ha la facoltà di restituirlo ottenendo il rimborso dell’intera spesa sostenuta.

Allora, apriamo una parentesi sui vizi di fabbricazione.

Di solito il termine “vizi” si usa per le persone. I vizi sono l’opposto delle virtù.

Si possono definire come abitudini radicate, che provocano nelle persone dei bisogni negativi, nocivi, dannosi.

Ad esempio:

Il vizio di bere, di fumare, di giocare.

Con un senso più attenuato, può trattarsi semplicemente di cattive abitudini, di difetti, come il vizio di parlare troppo.

Per non parlare dei vizi capitali, cioè i peccati capitali: superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia.

Ma esistono anche i vizi nella vendita (o di fabbricazione) cioè dei difetti della cosa venduta che ne diminuiscono il valore o la rendono non idonea all’utilizzo.

Ci sono, oltre a quelli delle persone e a quelli di vendita, tanti altri tipi di vizi, e soprattutto questo è un termine molto usato nella giurisprudenza.

Ma restando nel mondo del commercio, i vizi di vendita, o vizi di fabbricazione sono i difetti di un prodotto che derivano da un errore nella fabbricazione.

In un negozio di abbigliamento può capitare di trovare il cartello “capi viziati” che indica dei capi d’abbigliamento che hanno alcuni vizi, cioè difetti di fabbricazione, allora vengono messi in vendita ad un prezzo più basso.

Su questi prodotti non troverete chiaramente la garanzia soddisfatti o rimborsati.

Potreste trovare anche il settore “prodotti fallati”. Stesso significato: prodotti tessili o anche altri manufatti che hanno un difetto che ne determina una diminuzione di qualità o di prezzo.

Un pantalone fallato

Una maglia fallata

Ecc.

“Fallati” significa che hanno un fallo, cioè qualcosa che non va, quindi parliamo di un difetto di fabbricazione.

La formula “soddisfatti o rimborsati” però tutela il cliente non solo contro i vizi di fabbricazione ma più in generale nella possibilità che il prodotto non sia soddisfacente.

Si tratta, lo avete capito, di un’iniziativa promozionale.

Ma si tratta anche di una norma.

Dal punto di vista normativo, ci si può avvalere del diritto di recesso o diritto di ripensamento.

Ho appena usato il verbo avvalersi, un verbo che è stato oggetto di spiegazione dettagliata nella sezione dei verbi professionali. Ci si può avvale di un diritto o di una facoltà. Non è obbligatorio pertanto avvalersi del diritto in questione. Già, perché stiamo parlando di un diritto.

Ogni consumatore se ne può avvalere per legge: è il cosiddetto “Codice del consumo”.

Ci sono comunque numerose eccezioni. Se volete approfondire la questione date un’occhiata al decreto legislativo n. 21 dell’anno 2014.

In questo modo, se siete consumatori saprete quando avvalervi del diritto di recesso e se siete commercianti conoscerete cosa comporta questo diritto del consumatore.

Ci vediamo al prossimo episodio di italiano commerciale.