811 La bottarella

La bottarella

(scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: buongiorno a tutti.

Per la spiegazione dell’episodio di oggi mi sarebbe di grande aiuto Anna Marchesini, una famosa comica italiana che riusciva ad affrontare gli argomenti più delicati, ovviamente in modo esilarante.

Ci proverò anch’io oggi. La parola che vi spiegherò è BOTTARELLA.

Inizierò con i significati più innocui.

Anzitutto, una bottarella è una piccola botta, vale a dire un piccolo colpo, un colpetto, un colpettino, una pacca.

Si usa maggiormente nel Lazio in questo senso, soprattutto nel caso di piccoli incidenti stradali.

Qualcuno ha dato una bottarella alla mia auto, esattamente sul paraurti, uscendo dal parcheggio.

Hanno preso una bottarella sulla fiancata dell’auto.

Non è un grave danno, comunque si tratta di qualcosa di visibile.

La bottarella si usa anche quando un dispositivo non funziona perfettamente.

Non vi capita mai che dando una bottarella con la mano al vostro computer, alla radio, o meglio ancora, a qualche strumento meccanico, si sistema miracolosamente?

Una piccola botta su un lato e tutto funziona!

Di solito quello è il sintomo che tra non molto tempo non funzionerà più neanche la bottarella.

Es:

Non funziona più la macchinetta per fare il caffè con le cialde!

Risposta: dagli una bottarella sul fianco e vedrai che funziona.

A volte si usa anche col senso di “spintarella“, un aiutino per andare avanti al lavoro.

Chi ha bisogno di questo tipo di bottarella evidentemente non ha le qualità necessarie per essere preferito agli altri concorrenti.

Ma veniamo alla bottarella legata al concetto di fugacità, di cui abbiamo parlato lo scorso episodio.

Stavolta però la poesia e la malinconia di cui abbiamo parlato non c’entrano proprio niente. Infatti questo tipo di bottarella indica un rapporto sessuale di breve durata, dunque fugace.

La bottarella, in questo senso, è un termine usato quasi esclusivamente dagli uomini, e ovviamente fa parte del linguaggio colloquiale.

Un termine abbastanza maschilista direi.

Attenzione alla differenza tra sveltina e bottarella. Anche la sveltina è un rapporto sessuale di breve durata, ma la definizione esatta di sveltina è “incontro sessuale frettoloso” .

C’è dunque un problema di tempo a disposizione per fare un “normale” rapporto sessuale, che ha bisogno invece di tempi decisamente più lunghi.

Tutto questo tempo non c’è però, e questo problema si risolve con una sveltina, un rapporto fatto alla svelta.

La bottarella è tutt’altra cosa: La bottarella si dà, la sveltina si fa.

Mi spiego meglio.

La sveltina coinvolge equamente i due partner che consumano un veloce rapporto sessuale, mentre la bottarella si utilizza quasi sempre quando si dà un giudizio su una ragazza o una donna. Teoricamente comunque si potrebbe usare anche nei confronti di un uomo con lo stesso senso:

Guarda quella ragazza laggiù. Gliela daresti una bottarella?

Questo è un giudizio di qualità, ma non implica nient’altro che la gradevolezza fisica, l’aspetto fisico che giustificherebbe la voglia di avere un rapporto veloce (dunque non impegnativo) con quella persona.

Tra l’altro questa gradevolezza non è molto alta. Anzi, normalmente se uso questo termine è perché la ragazza viene ritenuta sufficientemente carina ma niente di più:

Non so tu, ma io una bottarella gliela darei!

La fugacità è prevalentemente indicativa della mancanza di sentimento, del sesso poco impegnativo e non necessariamente nella velocità nell’esecuzione.

Spesso lo stesso termine si usa anche in senso ancora più dispregiativo del sesso femminile:

La nostra amica è troppo nervosa ultimamente. Secondo me ha bisogno di una bottarella rivitalizzante.

Mi rendo conto di essere sceso molto in basso rispetto al passato episodio in cui vi ho parlato di Petrarca e Boudelaire, ma il mio compito è aiutarvi a capire ogni tipo di conversazione e dunque non ci dobbiamo formalizzare troppo.

Tra l’altro capire la lingua italiana può essere importante anche in questo caso.

Se un italiano vi dicesse che vi darebbe volentieri una bottarella, potete rispondere così:

Dalla a tua sorella!

L’italiano non insisterà a questo punto.

Adesso che siamo scesi più in basso che più non si può, vediamo cosa ci hanno preparato i membri di Italiano Semplicemente per ripassare gli episodi passati.

Ulrike: Ho sentore che Gianni abbia un nuovo episodio pronto. Ha chiesto un ripassino, il che è tutto dire. Io purtroppo sono ancora sguarnita di forza mentale a causa del covid. All’inizio speravo in un attacco virale piuttosto fugace, invece no; quale idea peregrina questa. Allora tocca a voi!

Albéric: Un ripasso di domenica, seduta stante, questo è il colmo! La fa facile lui quando la metà del cucuzzaro è ammalata di Covid per non aver preso le dovute distanze al ristorante durante la riunione dei membri.
E cosa ci dice Gianni? Attaccatevi al tram! Bella faccia tosta che non è altro! Non vorrei sfondare una porta aperta ma secondo me il virus non guarda in faccia a nessuno. Basta mangiare un piatto di pasta in compagnia, il che è tutto dire. Allora per il ripassino, se la veda lui!

Estelle: se un così breve ripasso non fosse congeniale a qualcuno, potrei dirvi che, tanto per aggiungere qualcosa, anch’io ho avuto il Covid e non sembravo più io per quanto ero stanca. Se vi sembra un di più fate finta che non abbia detto nulla.

810 La fugacità e il fascino dell’effimero

La fugacità e il fascino dell’effimero (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: avete mai ricevuto uno sguardo fugace? Potrei chiamarla anche una rapida occhiata. Ma da oggi in poi abbiamo un nuovo aggettivo, molto più elegante da usare.

Fugace è un aggettivo molto interessante perché si può usare in molte occasioni.

Fugace, in origine, è ciò che fugge, che scappa (il verbo è fuggire) ma in realtà questo aggettivo non si usa normalmente in questo modo. Almeno non nel senso di scappare fisicamente.

Al limite, potrei definire una persona fugace non perché scappa via, ma per il suo atteggiamento fugace, cioè è una persona che ha paura di mostrarsi così com’è e allora tende a “scappare” , nel senso che i suoi rapporti con le persone (o con qualche persona) sono veloci, senza troppe confidenze, senza intimità. Potremmo anche parlare di persona sfuggente o sfuggevole.

Una persona così ci dà la sensazione che nasconda qualcosa o che, appunto, abbia paura di mostrarsi.

In generale l’aggettivo fugace si usa però per indicare le cose che hanno breve durata, che durano poco.

Spesso si tratta di cose piacevoli, e il fatto che durino poco, cioè che siano fugaci, non è pertanto una bella notizia.

C’è chi dice che tutte le gioie e i piaceri della vita siano fugaci.

D’altronde, dice il proverbio, la felicità dura come il sole di marzo.

Un aggettivo poetico, senza dubbio.

Spesso fugace si utilizza al posto di “veloce“:

Una volta sono andato in TV ma è stata un’apparizione fugace.

Quindi la mia apparizione è stata breve, brevissima.

Come detto, uno sguardo può essere fugace, una gioia, ma anche la giovinezza può essere definita fugace, considerando che non dura mai quando vorremmo.

Una speranza fugace, un dubbio fugace: entrambi, in questo caso durano poco, scompaiono subito.

E della fugacità della bellezza ne vogliamo parlare? E quella della vita?

Un aggettivo finora alquanto malinconico.

Fa pensare soprattutto alle cose belle che finiscono subito e che non tornano più.

Il poeta Petrarca parlava della fugacità del tempo e ne era ossessionato. Il titolo del suo sonetto “La vita fugge e non s’arresta un’oraè tutto dire.

Per non parlare di come Charles Baudelaire pensava al tempo, come “il nemico” (il titolo di una sua poesia) per la sua fugacità.

Ciò che è fugace viene spesso definito anche “effimero” .

Ma se fugace equivale a effimero, come mai si sente parlare del cosiddetto fascino dell’effimero? Cosa c’è di affascinante in ciò che dura poco?

A me effimero fa pensare ad una cosa che adesso c’è e tra un attimo non c’è più. Non resta niente.

Il termine effimero indica sempre qualcosa che di breve durata, come ad esempio i prodotti di scarsa qualità, che si rompono subito o che vengono subito sostituiti da altri prodotti maggiormente alla moda.

Il fascino dell’effimero è una frase che in realtà attacca il fenomeno del consumismo, basato sul consumo continuo di cose, anche se inutili e di poca durata. Anzi queste cose sono affascinanti proprio perché durano poco. Non sappiamo resistere all’acquisto di qualcosa di nuovo.

Possiamo dire che oggi viviamo nella società dell’effimero.

Effimero deriva dal greco e significa “che dura un solo giorno” , come la vita di alcuni insetti.

Può essere effimero anche un sogno che svanisce la mattina al risveglio (dopo un attimo non c’è più) o un desiderio che non si realizzerà mai o anche una promessa mai mantenuta.

Il tuo sogno di diventare ricco e famoso è più effimero di una promessa d’amore fatta su una spiaggia d’estate.

In effetti “effimero” , rispetto a fugace, fa più pensare al fatto che, dopo la breve durata, non rimane niente.

Si dice che bisogna stare lontani dalle cose effimere, soprattutto dai piaceri effimeri, perché sono inutili, inconsistenti e non lasciano traccia.

Fugace invece sottolinea maggiormente la velocità, la breve durata e spesso si associa al piacere che finisce presto, in men che non si dica.

Oggi vi ho parlato anche di Petrarca, di Baudelaire e di poesie.

E dire che la mia intenzione iniziale era di parlarvi di un’altra cosa che non ha nulla di poetico, (ma proprio niente!) ma che tuttavia è la cosa più fugace che ci sia.

Ve ne parlerò nel prossimo episodio, salute permettendo (per la cronaca mi sono appena beccato il Covid).

Per adesso ripassiamo fugacemente qualche episodio passato:

Irina: Giovanni, mi stai dicendo che ciò che finisce anzitempo può essere fugace? Oppure è il contrario?

Anthony: però le cose fugaci possono essere anche piacevoli proprio perché durano poco. Ma non voglio anticipare il prossimo episodio. La cosa potrebbe dare adito a polemiche.