Accadde dal 23 al 25 settembre 2022: il fioretto e il verbo subodorare

Il fioretto e il verbo subodorare (scarica audio)

Trascrizione

il fioretto

All’Oktoberfest di Roma, svolto dal 23 al 25 settembre 2022 (non è stato l’unico, per la cronaca), tra birre, wurstel e musica bavarese, c’era anche chi arrivava con un piccolo segreto personale.

Alcuni, infatti, dicevano:

«Io ho fatto un fioretto: niente birra per un mese».

E allora ci si chiedeva: che senso ha venire a una festa della birra e poi rinunciarvi? Proprio qui entra in gioco il termine fioretto.

Fare un fioretto, in italiano, significa compiere una rinuncia volontaria, un sacrificio personale, spesso come promessa legata a un valore religioso o morale. Non si tratta di una grande privazione: in genere è qualcosa di piccolo, come rinunciare a un dolce, a un vizio, o – in questo caso – a un boccale di birra. L’origine del termine si lega all’idea di offrire un fiore, un gesto semplice e simbolico, che diventa metafora di una rinuncia consapevole.

In origine un fioretto è un atto di promessa realizzato nei confronti di Dio, che obbliga moralmente a compiere una certa azione, sia per ripagare un beneficio ricevuto da essa, sia per una semplice questione di fede e devozione. È un piccolo sacrificio, un impegno che di solito viene offerto a Maria, a Gesù o a un santo qualunque.

Oggi però il “fioretto” può essere usato anche in senso laico.

Es:

«Ho fatto il fioretto di non lamentarmi per una settimana»

oppure:

«Per un mese niente social dopo cena».

Questo è decisamente più duro 🙂

In tutti i casi, è un piccolo sacrificio volontario, un impegno preso con sé stessi.

Ma tornando all’Oktoberfest di Roma, mentre qualcuno (pochi) si dedicava ai propri fioretti, altri subodoravano che stesse per accadere qualcosa di insolito. I camerieri correvano, gli organizzatori parlavano sottovoce, e chi era attento già lo intuiva: subodoravano un colpo di scena. E infatti, poco dopo, comparve a sorpresa una band bavarese che animò la serata.

Il verbo subodorare ha un sapore antico: deriva dal latino sub-odorari, cioè “fiutare sotto”, “sentire appena un odore”. Da qui il significato figurato: percepire, intuire, avere un sospetto, spesso vago ma insistente. Si dice:

«Subodoro un aumento delle tasse»

oppure

«Ho subodorato che volesse nascondermi qualcosa».

In alternativa, possiamo usare sinonimi come intuire, sospettare, avere un presentimento, fiutare. Qualcuno di voi – e concludo – avrà certamente pensato a “avere sentore“, un episodio della rubrica “due minuti con Italiano Semplicemente”.

C’è una differenza perché subodorare ha un tono un po’ più ironico o sospettoso, mentre avere sentore è più neutro, e formale: significa ricevere un avviso, un indizio, anche minimo, che lascia presagire qualcosa. Poi, non è necessariamente negativo. Posso anche dire che

Ho avuto sentore che la riunione verrà anticipata.

subodorare

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910 Inquadrare

Inquadrare (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni:

Cosa fate quando scattate una foto? Se ad esempio vi fate un selfy, la prima cosa da fare è inquadrare il vostro viso per poi scattare la foto.

Inquadrare” è un verbo simile a una incorniciare, ma sono i quadri ad essere incorniciati perché i quadri (quasi tutti) hanno una cornice.

Il verbo incorniciare però merita un episodio a parte.

Oggi dedichiamoci solamente ad inquadrare.

Dunque, per fare una foto si inquadra il soggetto che vogliamo fotografare e poi si scatta la foto. Questo è il primo modo di usare il verbo inquadrare:

Mi hai inquadrato bene il viso? Allora puoi scattare.

Inquadra bene il Colosseo e poi metti a fuoco prima di scattare la foto.

In questi casi, quando cioè facciamo una foto, l’inquadratura è importante perché ciò che vogliamo fotografare si deve vedere bene, e solitamente deve stare al centro dell’inquadratura. Ricordatevi il termine inquadratura.

Anche nel cinema, e dunque anche se parliamo di video e non di fotografie, si deve inquadrare qualcosa quando si fa un video: l’inquadratura è importante. Tutto ciò che finisce nell’immagine della telecamera o della macchina fotografica è stato inquadrato:

Fammi una bella inquadratura mi raccomando!

Vorrei una inquadratura di profilo.

Inquadra il paesaggio e poi inquadra Giovanni di spalle.

Questa inquadratura non mi piace, perché sembro più grasso!

Allora l’atto di inquadrare consente di delimitare con precisione lo spazio che sarà ripreso dalla telecamera o dalla macchina fotografica e al contempo di escludere tutto il resto (che rimarrà “fuori campo”, ossia all’esterno del campo visivo dell’osservatore). Tutto ciò che vediamo nella foto o nel video è stato inquadrato. Il testo è fuori inquadratura.

Ma un uso più interessante del verbo inquadrare è figurato: Inquadrare una persona o inquadrare un problema o una questione o un fenomeno. Se riferito a persona, in questo caso non vogliamo farle una foto!

inquadrare sta anche per classificare, capire questa persona o questa cosa. Capire da dove viene ad esempio, ma più in generale capire una serie di cose che meglio la definiscono. Si potrebbe anche sbagliare naturalmente. Quando ci si fa un’idea di una persona, si può dire che questa persona è stata inquadrata:

Giovanni non lo conosco, ma ho già capito che viene da una famiglia semplice e non abbiamo nulla da temere da lui. Ho già inquadrato il tipo.

Non riesco invece ad inquadrare Maria. Ha voglia veramente di incontrarci oppure no, secondo te?

A te ti ho già inquadrato, guarda che in questa scuola si studia e si riga dritto!

Quest’ultima frase potrebbe dirla un professore rivolgendosi a un ragazzo appena arrivato in una scuola.

Evidentemente non deve aver fatto una buona impressione al professore. In questo caso è stato usato il verbo inquadrare in modo giudicante e negativo ma il professore potrebbe anche dire:

Carmela è una ragazza studiosa. L’ho già inquadrata dopo le prime due ore di lezione.

Questo modo di usare inquadrare con le persone è adatto solamente quando la persona non si conosce bene. Si tratta di una sensazione basata sulla nostra capacità di intuire delle caratteristiche semplicemente osservando poche cose o in poco tempo.

Posso inquadrare una persona sentendola parlare 5 minuti.

È un modo informale, colloquiale, ma l’idea, l’immagine del quadro serve a delimitare alcune caratteristiche e ad escluderne altre. Insomma ci si fa un’idea.

Inquadrare un problema è abbastanza simile.

Se abbiamo inquadrato un problema è indice che abbiamo compreso il problema e che possiamo già iniziare a pensare a come risolverlo.

Si ritiene di aver capito non molto, ma quanto basta del problema per poter iniziare a cercare una soluzione, ma si potrebbe anche cercare di approfondire la conoscenza di questo problema.

Non riesco a inquadrare bene questa questione, perché mi manca qualche informazione importante.

Se invece avete inquadrato correttamente l’associazione culturale italiano semplicemente, sicuramente avrete capito che l’insegnamento dell’italiano non è basato sullo studio della grammatica e che l’obiettivo non è solamente imparare la lingua ma anche la cultura italiana, e se avete approfondito ulteriormente la questione, avete capito anche che i membri possono partecipare agli incontri in Italia organizzati per conoscerci e per parlare e ascoltare in italiano.

Se poi inquadrare è seguito da “in” o nel, nella eccetera, allora si sta parlando di collocare qualcosa o qualcuno all’interno di qualcosa di più ampio.

Quindi l’idea di racchiudere qualcosa all’interno in una “cornice” aiuta a collocare un evento, una persona, una cosa nell’ambito di un contesto che contribuisce a definirli.

Se vogliamo capire bene Dante Alighieri, ad esempio, dobbiamo cercare di inquadrarlo bene nel suo periodo storico e studiare le sue opere in relazione con le condizioni storiche e culturali del suo tempo. Dunque il suo tempo e la cultura del suo tempo rappresentano la cornice di riferimento, ciò che serve a racchiudere Dante e la sua opera per poterla meglio comprendere. Non possiamo ad esempio confrontare Dante Alighieri e un poeta contemporaneo russo se prima non li inquadriamo entrambi nel rispettivo contesto storico culturale e sociale.

Anche questo inquadramento (stavolta si chiama così, non inquadratura) ci aiuta a capire ciò che stiamo studiando, ciò che vogliamo inquadrare. Proprio come quando inquadriamo una persona o un problema. Anche in quel caso cerchiamo di capire, come ho detto prima.

In senso meno poetico, la cornice può anche essere di diverso tipo. Un lavoratore ad esempio, quando viene inquadrato all’interno di un’azienda, viene inserito in una struttura organizzata e gli viene assegnato un ruolo, delle mansioni e un certo livello retributivo.

Anche questo è un inquadramento e non una inquadratura.

Si parla spesso dell’inquadramento del personale nel linguaggio del lavoro. Bisogna decidere i ruoli, le mansioni, chi saranno i dirigenti eccetera.

Questo accade nel linguaggio politico, sindacale, amministrativo, ogni volta che si inserirsce una persona in una struttura organizzata come un partito, un’associazione, un sindacato di lavoratori.

Si può usare anche nel senso di far mettere giudizio ad una persona, insegnargli le regole, anche sgridandolo o comunque trattandolo con durezza. Simile a “rimettere in riga” una persona che non sa comportarsi come dovrebbe. Anche questo è un uso informale.

Mio nipote mi ha risposto male, ma se ci riprova lo inquadro io!

Quel ragazzo va inquadrato perché non ha molte regole. È un po’ troppo selvaggio.

Notiamo infine che inquadrare una persona è diverso da squadrarla. Infatti quando la squadriamo, come abbiamo visto qualche episodio addietro, la analizziamo solo fisicamente, vedendo ad esempio come è vestita e cerchiamo di farci un’idea solamente da ciò che vediamo. Quando la inquadriamo invece siamo in un momento successivo e questo significa che ci siamo fatti un’idea di questa persona (che non conoscevo), non solo dal vestito o dall’aspetto che aveva, ma anche in virtù di ciò che ha detto o di ciò che ho sentito dire su di lei o da come si è comportata in una occasione particolare.

Bene, basta con la geometria oggi. Adesso ripassiamo qualche episodio passato. È iniziato il carnevale o sbaglio?

André: stasera comincia il carnevale in Brasile dopo due anni di assenza a causa della pandemia! I brasiliani scalpitano per tornare a riempire di musiche e fantasie le vie della città! Io invece me ne frego del carnevale. Vado a riposare!

Ulrike: In quanto nata berlinese sono anch’io restia verso i riti del carnevale. Ma so bene che la penso diversamente da tanta gente tedesca, soprattutto quella del sud.

Marcelo: per me il Carnevale lascia il tempo che trova, anche perché qui nell’emisfero sud casca d’estate. Dalle mie parti si preferisce giocare con l’acqua, con buona pace delle ragazze che loro malgrado vengono inzuppate dalla testa ai piedi. Sono ancora memore di quando ero bambino e questa attività andava a genio a tutti i miei amici.

Peggy: ricordatevi allora che si può inquadrare una persona prima di farle una foto, oppure, se l’avete inquadrata, vi siete fatti un’idea su di lei, oppure l’avete collocata in una azienda con un certo ruolo o comunque in una struttura organizzata, oppure potreste inquadrarla (torniamo al linguaggio informale), per farle capire delle regole da rispettare, anche usando metodi duri.

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Gli esercizi su questo episodio (con soluzione) sono disponibili per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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