Accadde il 7 dicembre: ad ampio respiro

Ad ampio respiro (scarica audio)

Trascrizione

Visto che nell’ultimo episodio della rubrica “accadde il” si è parlato del sospiro, oggi non andiamo molto lontano. Restiamo infatti sul tema dei respiri.

Un’esperressione interessante è infatti “ad ampio respiro”. Non sto parlando di quando si va dal medico e lui o lei vi chiede dì fare un ampio respiro, dì un respiro profondo, cioè di respirare profondamente, a pieni polmoni.

Non c’entra quindi il respiro in senso letterale. Non si parla di respirazione, di fiato o di polmoni. Il termine è usato in senso figurato e richiama metaforicamente l’idea di ampiezza, apertura.

Un evento italiano legato al 7 dicembre particolarmente adatto a spiegare l’espressione “ad ampio respiro” è la Prima del Teatro alla Scala di Milano, che tradizionalmente inaugura la stagione lirica proprio in questa data, giorno di Sant’Ambrogio, patrono della città. Tutti conoscete il teatro La Scala dì Milano immagino, anche se non ci siete mai stati.

La Prima della Scala è il primo spettacolo della stagione teatrale e non è un semplice spettacolo teatrale, ma un avvenimento culturale e sociale di rilievo nazionale e internazionale: vi partecipano autorità, artisti di fama mondiale e rappresentanti delle istituzioni, ed è seguita dai media di molti Paesi. Anche un modo per alcuni per far parlare dì sé, anche se di teatro non si sono mai interessati.

Comunque sia, fin dalla sua fondazione nel settecento, il teatro in questione è stato un punto di riferimento della lirica mondiale, capace di lanciare carriere e influenzare il gusto musicale ben oltre i confini italiani.

In questo contesto, si può dire che la programmazione della Scala è una visione culturale ad ampio respiro, perché non si limita a soddisfare il pubblico locale o a inseguire il successo immediato, ma mira a incidere sulla cultura musicale internazionale, a valorizzare la tradizione operistica e, allo stesso tempo, a rinnovarla.

L’espressione “ad ampio respiro” indica infatti qualcosa di concepito in modo non ristretto, non provinciale, con uno sguardo largo e prospettico, capace di andare oltre l’immediato.

Nel contesto culturale e artistico, si può usare questa espressione parlando dì tantissime cose.

Ad esempio di un festival che mette insieme musica, teatro e arti visive con ospiti da tutto il mondo: un progetto del genere è ad ampio respiro perché dialoga con culture diverse e non resta confinato a un solo ambito. Nel contesto politico o istituzionale, una riforma ad ampio respiro è una riforma pensata per produrre effetti duraturi, non per risolvere solo un problema contingente.

In ufficio si usa spesso e volentieri anche per darsi un tono, usando un linguaggio più elegante.

Se, ad esempio, un ufficio pubblico predispone un questionario per i cittadini, nel linguaggio interno o in una comunicazione ufficiale difficilmente si dirà semplicemente che si tratta di un modulo per raccogliere opinioni.

Più facilmente si parlerà di un questionario ad ampio respiro, volto a raccogliere contributi, percezioni e suggerimenti della cittadinanza, su argomenti diversi.

In questo caso l’espressione serve a presentare l’iniziativa come più strutturata, inclusiva e significativa, anche se nella pratica si tratta magari di poche domande a risposta chiusa. Diciamo che suggerisce che l’iniziativa non è limitata, settoriale o occasionale, ma inserita in una visione più generale, più ampia quindi in questo senso.

Per uno studente straniero è importante notare che “ad ampio respiro” ha quasi sempre una connotazione positiva: richiama l’idea di apertura, lungimiranza e profondità.

Proprio come la Prima della Scala del 7 dicembre, che non è solo una serata di gala, ma l’espressione di una tradizione culturale italiana capace di parlare al mondo.