Il siparietto ed il teatrino

Il siparietto e il teatrino

(ep. 1158)

Trascrizione

Parliamo ancora di teatro. Lo abbiamo fatto, se ricordate, quando ho spiegato l’espressione “essere teatro di qualcosa”. Stavolta parliamo del “teatrino”, e visto che ci sono, vi parlo anche del cosiddetto “siparietto”.

Sono concetti simili, che derivano chiaramente dal mondo del teatro, e vengono spesso usati in senso figurato per descrivere situazioni quotidiane. Vediamo che significano hanno e anche la differenza che esiste tra i due termini.

Il ‘siparietto’ deriva dal termine sipario. Ho già accennato al siparietto in un episodio, quello dedicato alle battute e alle frecciatine, ma oggi vorrei sottolineare anche la differenza rispetto al ‘teatrino’.

Sapete cos’è un sipario?
Un sipario è una grande tenda che si trova nei teatri e che separa il palco dal pubblico. Il sipario separa. facile da ricordare! Viene utilizzato principalmente per nascondere la scena durante i cambi di scenografia o prima e dopo lo spettacolo. Il sipario fondamentalmente si apre all’inizio dello spettacolo e si chiude alla fine.

Il siparietto non è però un piccolo sipario, un sipario dalle dimensioni ridotte.

Fa riferimento invece a una breve scena che potremmo definire ‘teatrale’ che si svolge in situazioni quotidiane, Non c’è nessuno spettacolo teatrale quindi.

In senso figurato, il termine è infatti usato per indicare un episodio breve e piacevole, spesso ironico o buffo, che si verifica in un contesto formale o quotidiano. Può essere una battuta scherzosa o un piccolo scambio divertente tra persone.

Es:

  • Durante la riunione, c’è stato un siparietto divertente tra i colleghi.
    (Quindi c’è stato un breve momento di ilarità che ha alleggerito l’atmosfera)
  • Quel siparietto tra gli ospiti ha reso la trasmissione più dinamica.
    (Una breve interazione simpatica ha animato il programma)

L’idea è quindi legata a qualcosa di leggero, breve e di solito positivo o ironico.

Un siparietto può essere sia spontaneo che organizzato, cioè preparato in precedenza, proprio come uno spettacolo teatrale, a seconda del contesto in cui si verifica.

Un siparietto spontaneo nasce in modo naturale, senza essere programmato, ed è spesso il risultato di interazioni improvvise, battute o episodi divertenti che accadono nel momento. Se il siparietto è spontaneo, naturale e improvviso, chiaramente risulta più autentico rispetto a un siparietto organizzato.

Es:

  • Durante una riunione, un collega fa una battuta che scatena delle risate: ecco un siparietto spontaneo.

In questi casi, il siparietto è un episodio breve che interrompe il flusso normale degli eventi, portando un tocco di leggerezza.

Un siparietto organizzato, invece, in quanto organizzato, è preparato in anticipo, spesso con lo scopo di intrattenere. Accade, per esempio, nei programmi televisivi o negli spettacoli, dove gli autori possono pianificare intermezzi comici o dialoghi simpatici tra i protagonisti.

Due conduttori di un programma si possono ad esempio scambiare battute scritte per creare un momento divertente. Oppure in una cerimonia o evento, viene inserito un intermezzo simpatico per alleggerire il tono.

Una cosa simile al siparietto è il cosiddetto “teatrino

Il termine “teatrino” si riferisce in senso proprio a un piccolo teatro, usato per spettacoli semplici, come quelli di marionette o burattini. In senso figurato, però, ha un’accezione diversa: si usa per descrivere comportamenti esagerati o artificiosi, spesso con una connotazione negativa. Il teatrino non è divertente, piuttosto direi che è irritante.

Parliamo di una situazione in cui le persone si comportano in modo che possiamo definire ancora “teatrale”, ma nel senso che stanno fingendo o esagerando per attirare attenzione o manipolare.

Es:

  • Basta con questo teatrino, parliamo seriamente!
    (Si critica un atteggiamento esagerato o poco autentico)
  • Il loro litigio sembrava un teatrino preparato per farsi notare.
    (Il comportamento di queste persone appare forzato o artificiale)

A differenza del “siparietto”, il “teatrino” ha quindi un tono critico o sarcastico e si usa per evidenziare una mancanza di autenticità.

Un teatrino si può fare anche da soli, non c’è bisogno di esser in compagnia di altre:

Altri esempi:

  • Durante il dibattito, un siparietto tra i candidati ha strappato un sorriso al pubblico, ma subito dopo il loro teatrino di accuse reciproche ha annoiato tutti.
    (Un esempio di come i due termini possano convivere senza problemi nello stesso contesto o in una stessa frase)
  • Prova e riprova, dopo un teatrino di scuse poco credibili, alla fine ha confessato tutto!
    (Qui il “teatrino” indica la finzione prima di una verità)

Adesso un breve ripasso degli episodi precedenti.

(Ripasso da parte dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente)

Ulrike: La vigilia di natale mi dà da cucinare per tutta la giornata (capirai, con tutto quello che c’è da cucinare!).

Marcelo: certo , ma quale piacere nel potermi sbizzarrire, dai piccoli aperitivi, alla preparazione dell’irrinunciabile cappone.

Julien: per finire con i fiocchi, vale a dire col tronchetto di Natale, inossequio alla storica ricetta. Che volete, è retaggio familiare.

Estelle: Comunque l’impegno è ricompensato dal brillare degli occhi all’alzarsi del sipario su una tavola meravigliosa. Infine un appello: non parlate di politica, altrimenti il sipario potrebbe abbassarsi.

702 Battute, frecciatine, barzellette e freddure, gag, siparietti e macchiette

Battute, barzellette e freddure, gag, siparietti e macchiette (scarica audio)

Trascrizione

Sapete la differenza tra le battute, le barzellette e le freddure?

La vediamo subito perché questo episodio lo dedico alle risate, al divertimento e all’ilarità.

Sono tre cose che fanno ridere, o che vorrebbero far ridere, nel senso che hanno un obiettivo comune, quello di far almeno sorridere una persona.

Una battuta è una breve frase o risposta, o un commento a un fatto che vuole essere in genere spiritoso.

Altre volte invece una battuta può trasformarsi in una cosiddetta frecciata o frecciatina ad una persona.

Apriamo una parentesi sulle frecciatine, che sono dirette ad una sola persona.

Una frecciatina (o frecciata) è una allusione maliziosa, pungente, che serve a “colpire” (proprio come una freccia) una persona, per farle capire qualcosa.

Le frecciatine generalmente non fanno ridere, anzi, si danno, si “tirano” o “lanciano” (proprio come le frecce) a persone alle quali si vuole dare una lezione. È difficile tirare frecciatine, perché solo la persona alla quale è destinata dovrebbe accorgersene, ma spesso anche altri se ne accorgono.

Le frecciatine non possono essere troppo esplicite perché siamo in un contesto in cui non si può dire apertamente ciò che si pensa. A volte basta un’occhiataccia, altre volte basta solo una parola. Questa parola punge, fa male. 

Le battute però generalmente sono fatte per divertire.

A volte capita che, facendo una battuta, si ottiene un effetto indesiderato: qualcuno si offende, o si invade troppo la privacy di qualcuno, o si ha un eccesso di confidenza, si urta la sensibilità di una persona, si confida un segreto indirettamente.

Bisogna essere bravi anche per fare battute, qualunque sia l’obiettivo di chi le fa.

Le battute sono molto brevi, e la cosa che dovrebbe far ridere è l’uso di un doppio senso, un riferimento particolare, un gioco di parole, il fatto di ironizzare su un difetto di una persona, eccetera.

In una battuta non c’è una storia, ma è qualcosa di molto breve, e non è un caso che si usi il termine battuta che ha anche il senso di “colpo“.

Poi le battute fanno quasi sempre riferimento ad una o più persone, si riferiscono spesso agli individui presenti e infatti possono risultare offensive. Spesso sono anche volgari e razziste, altre volte maschiliste. Le battute si fanno. Questo è il verbo da usare.

Le battute si fanno spesso per rendere l’atmosfera più allegra, per sdrammatizzare o anche per fare ironia e autoironia.

La Barzelletta è tutt’altra cosa. La barzelletta innanzitutto non si fa, ma si racconta.

La barzelletta è infatti un breve racconto, sempre umoristico, che ha lo scopo di far ridere, e queste risate, se la barzelletta funziona, sono improvvise al termine della barzelletta.

Solo alla fine di una barzelletta si ride, perché ciò che fa ridere nella barzelletta è l’esito finale. È ancora più difficile far ridere raccontando una barzelletta, perché sono molti i fattori coinvolti: saperla raccontare è importantissimo. I tempi comici sono fondamentali. Poi, una barzelletta non va mai spiegata. Poi una barzelletta non si riferisce mai alle persone presenti.

Infine le freddure, che sono delle battute basate per lo più su un gioco di parole.

Non sono dirette a persone presenti in quel momento, né delle storie come le barzellette. Semplici giochi di parole.

Ad esempio:

Siamo a tavola. Il papà non arriva. La mamma dice di iniziare. I figli dicono: ma non dobbiamo aspettare papà?

La mamma dice: zitto tu, che nemmeno eri nato se aspettavo papà!

Questa è una battuta.

Come si chiama l’ape più pesante del mondo?

L’ape peronata.

Questa è una freddura. È un gioco di parole.

È morto l’inventore dei Compact disk, detti CD.

CD Spiace

Anche questa è una freddura.

Vi racconto una barzelletta adesso.

Una ragazzina di 4 anni dice alla zia: come mai tu non hai fatto figli?

La zia, imbarazzata non sa cosa dire. Poi la mamma della bambina interviene è dice: beh, la cicogna non ha ancora portato bambini alla zia.

La ragazzina prontamente ribatte: perché non cambi uccello?

Ecco, questa è una barzelletta. Un po’ osé, ma pur sempre una barzelletta.

Poi esistono anche gli indovinelli, in cui bisogna indovinare qualcosa. Ma gli indovinelli sono si per divertirsi, ma non è detto facciano ridere.

A volte un indovinello è simile a una barzelletta.

Cosa fa un cammello su un tiramisù? Attraversa il dessert!

Questo è un indovinello. Somiglia anche a una freddura.

A volte sono più lunghe e sono dei veri rompicapo:

Può essere passato anche se è presente

Il minestrone

Ci sono anche le cosiddette gag, che si possono fare da soli o in più persone. Una gag fa ridere, ma somiglia più a qualcosa di teatrale, quindi quando si fa una gag, si fa qualcosa di spiritoso e si interpreta una parte, tipo un attore teatrale. Abbastanza breve, in genere è una gag. Fa parte del linguaggio dello spettacolo, lo scopo è suscitare l’ilarità dello spettatore.

Però una gag si può svolgere in ogni luogo e generalmente è qualcosa di improvvisato.

Somiglia molto alla parola siparietto (ne parliamo anche in un altro episodio). Il sipario è la tenda che si chiude e si apre nel teatro. Invece il siparietto è una scenetta, qualcosa di divertente a cui si assiste, ma normalmente è una scena naturale, non fatta apposta per ridere. Può essere un battibecco, una discussione divertente a cena tra moglie e marito che discutono.

Chi assiste potrebbe dire che sono stati intrattenuti con un siparietto tra moglie e marito.

Come se si fosse trattato di una scena teatrale.

Un siparietto però è anche qualcosa di non divertente ma che rappresenta un tipo di relazione o scontro tra due persone, che si vede spesso.

Spesso nelle trasmissioni tv si vedono molti siparietti di questo tipo quando si scontrano due personaggi che la pensano diversamente su un aspetto.

Si parla spesso di “solito siparietto

Non facciamo il solito siparietto altrimenti le faccio togliere l’audio!

Non voglio assistere al solito siparietto tra destra e sinistra

Il termine siparietto fa pensare al teatro perché un siparietto è un confronto tra due persone, due idee, due punti di vista che però fa emergere cose divertenti o cose che sembrano un po’ teatrali.

Lasciatemi infine accennare alla macchietta. Si parla di macchietta quando vediamo una persona dai tratti o dal comportamento bizzarri e singolari, che suscita ilarità e simpatia. Anche una macchietta fa ridere, e sembra irreale per la sua singolarità. Comunque si parla di una persona.

Fa pensare a una caricatura, un disegno in cui si evidenziano e si amplificano i tratti. Ma si pensa anche ad una vignetta, disegnata per rappresentare una persona buffa, stravagante e bizzarra.

Tuo cugino è proprio una macchietta!

Un tipo particolarmente divertente, per il suo aspetto o per le sue battute.

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Rafaela: Posso fare una battuta oppure mi date del/della ritardatario/a?  Vabbè la faccio lo stesso:  Con italiano Semplicemente abbiamo fatto 13! Parlo dei minuti però, quelli dell’episodio di oggi!  
Peggy: eh? abbiamo fatto 13? Ma scusate, io questa battuta non la capisco perché hai usato un’espressione che ancora non è stata spiegata! In compenso mi hai fatto incuriosire! 
Sofie: fare 13 significa essere molto fortunati perché abbiamo trovato la soluzione definitiva ad un problema. E’ un’espressione che viene dal gioco del totocalcio, in cui bisogna indovinare 13 risultati di altrettante partite di calcio e quando ciò accade si vincono un sacco di soldi. Si usa spesso fare 13 anche in senso figurato, come nel caso della battuta di Rafaela. Per inciso, Rafaela dovrebbe darsi una regolata e non usare espressioni che nessuno conosce! 
Khaled: brava! Hai dato una spiegazione concisa, manco fossi tu il professore!