Avere nella propria disponibilità (scarica audio)
Trascrizione
Oggi vediamo una modalità alternativa per esprimere il concetto di appartenenza e possesso.
Il modo più semplice è, come sapete, usare il verbo avere, o anche possedere.
Es:
Ho una casa a Roma.
Possiedo una casa a Roma
Per parlarvi di questa modalità alternativa vi anticipo che è un pochino più formale.
Allora, partiamo come di consueto da un evento storico accaduto nello stivale.
La data è quella del 2 dicembre. Un evento storico italiano interessante avvenuto il 2 dicembre che può servire da spunto è l’annessione di Treviso da parte della Repubblica di Venezia (o comunque l’ingresso di Treviso sotto il dominio veneziano), avvenuta il 2 dicembre 1338. Siamo ancora molto lontani dall’unità d’Italia, e finora Venezia era soprattutto una potenza marinara; con Treviso iniziava la costruzione del suo “stato di terraferma”.
Il concetto stesso di “annessione” ha a che fare col possesso, anche se non è questa la modalità che avevo in mente. Annettere è una forma politica e territoriale.
Annettere significa incorporare un territorio all’interno di un altro Stato, cioè farlo passare sotto la propria sovranità, includendolo nel proprio dominio.
Il territorio annesso diventa nella disponibilità dello Stato che lo ha assorbito: lo amministra, ne riscuote le imposte, esercita il potere militare e civile, decide le leggi che vi valgono.
In quella data, infatti, la città di Treviso, che era un comune indipendente, viene consegnata a Venezia; da quel momento la Repubblica veneziana potremmo dire che “ha a disposizione”, o che “ha nella propria disponibilità” la città: cioè Treviso, con i suoi beni, il suo territorio, la sua giurisdizione, diventa risorsa e parte integrante, è cioè nella disponibilità della Repubblica di Venezia.
Quindi come avete capito parliamo della “disponibilità”, e in particolare delle forme “avere a disposizione” qualcosa e “avere nella propria disponibilità” qualcosa. Al posto di avere può capitare di trovare anche altri verbi, come il verbo essere o rientrare. Infatti se si ha qualcosa nella propria disponibilità questa cosa è nella propria disponibilità, oppure rientra nella propria disponibilità.
Aggiungere “propria” prima della parola “disponibilità”, o l’aggettivo possessivo mia (nella mia disponibilità), tua, sua, eccetera, conferisce maggiormente l’idea della facoltà di fare ciò che si vuole di questa cosa.
In questo caso abbiamo l’idea del controllo pieno, della facoltà di usare qualcosa liberamente, quasi come se quella risorsa fosse “sotto il tuo comando”. In questo modo si rafforza la sensazione che quella risorsa sia parte del tuo “patrimonio” materiale o funzionale, qualcosa su cui non devi rendere conto a nessuno e che puoi usare a tuo piacimento. Attenzione perché la proprietà potrebbe anche non esserci quando usiamo “avere nella propria disponibilità”.
L’esempio storico che ho fornito non è in realtà l’esempio più calzante per usare “avere qualcosa nella propria disponibilità” perché il contesto più adatto è quello amministrativo/burocratico.
Ad esempio, un’azienda che dice “abbiamo nella nostra disponibilità un magazzino” comunica che quel magazzino appartiene all’azienda oppure che è stabilmente nella sua sfera di controllo.
Quando si parla di risorse, strumenti, mezzi o poteri che si possono usare o disporre liberamente possiamo sempre usare questa forma.
Una azienda può dire di avere nella propria disponibilità un capannone, il che significa che il capannone le appartiene o che può usarlo quando serve. Non è necessario che appartenga all’azienda. In genere è così, ma non è obbligatorio.
Un lavoratore potrebbe essere chiamato dalla propria azienda a dichiarare che il mezzo che utilizza per spostarsi per esigenze di servizio “rientra nella propria disponibilità“. Se volete potete dare un’occhiata ad un documento di esempio. Vi riporto il collegamento.
Se cambiamo contesto, meno tecnico, posso dire che ad esempio uno studente può avere nella propria disponibilità un buon libro e un computer, cioè dispone di strumenti utili per studiare. Ce li ha, li può usare. Non è detto che gli appartengano. Certo, forse usare questa forma non è molto comune in questi casi.
Il contesto più adatto per usare “avere nella propria disponibilità” è come detto quello amministrativo, quando si vuole indicare che si possiede, materialmente o in senso di potere/opportunità qualcosa che si può usare, gestire o sfruttare a proprio piacimento o secondo le proprie necessità.
In contesti non amministrativi/burocratici conviene usare semplicemente “disporre di” qualcosa (come ho fatto poco fa nell’esempio dello stuidente che dispone di strumenti utili per studiare), e il senso non cambia rispetto a “avere nella propria disponibilità”. Usare il verbo disporre può infatti significare avere qualcosa in dotazione.
Es: la palestra dispone di una piscina
Oppure, meno formalmente, spesso si usano soluzioni alternative per esprimere lo stesso concetto. possiamo usare ad esempio “essere fornito di” qualcosa.
Il verbo disporre comunque meriterebbe un approfondimento, ma fortunatamente lo abbiamo già fatto. L’episodio appartiene alla rubrica dei verbi professionali.