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Una delle frasi che Dante Alighieri ha portato nel linguaggio comune è NON MI TANGE.
Tutti usano questa espressione in Italia: essa esprime un concetto potrei dire “geometrico”.
Avete presente due rette parallele? Se sono parallele, due rette non si incontrano mai, quindi nessuna delle due tange l’altra. Tangere significa infatti incontrare, toccare o anche scalfire.
Da un punto di vista geometrico diciamo ad esempio che una retta è tangente ad una circonferenza quando si toccano in un solo punto, ma nell’uso comune il verbo tangere si usa spesso scherzosamente per indicare che qualcosa non ci tocca neanche in un punto.
La frase si usa quasi sempre con la negazione: NON mi tange.
Esempio:
Le tue accuse verso di me non mi tangono.
Significa che non hanno alcun effetto su di me. In questo senso quindi le accuse non mi toccano: non influiscono sul mio umore, non mi fanno cambiare idea, non mi preoccupano, non mi scalfiscono, non mi importano.
DANTE Alighieri la utilizza nel secondo canto dell’inferno, quando si parla di Beatrice che, trovandosi nell’inferno, non si lascia influenzare dalle sofferenze che si trovano in questo luogo:
La vostra miseria non mi tange
dice Beatrice.
L’espressione si usa nel linguaggio comune a volte in modo scherzoso, altre volte in modo sprezzante, per indicare quanto poco effetto su di te, sulle tue emozioni, sui tuoi interessi, abbia il comportamento di una persona.
Es:
Sai cosa dice Giovanni di te? Dice che sei la persona più brutta al mondo!
Ciò che dice Giovanni non mi tange proprio!
Emma: a me invece mi tange eccome!
Anthony: scusate si può aprire una parentesi sul Covid?
Irina: no, grazie, io sono per il rilassamento oggi!
Hartmut: anche io, potrebbe risentirne l’apprendimento!