835 Lo stretto indispensabile

Lo stretto indispensabile (scarica audio)

Donazione personale per italiano semplicemente

Se vuoi e se puoi, aiuta Italiano Semplicemente con una donazione personale. Per il sito significa vita, per te significa istruzione.

€10,00

Trascrizione

Audio in preparazione.

Ciao a tutti.

In questo episodio n. 835 della rubrica “due minuti con Italiano Semplicemente”, vorrei essere fedele al nome della stessa rubrica, dicendo solamente lo stretto indispensabile alla comprensione.

Lo stretto indispensabile” è ciò che è strettamente indispensabile per raggiungere un obiettivo.

Indispensabile è ciò di cui non si può fare a meno, ciò che è assolutamente necessario, perché senza l’indispensabile non si ottiene il risultato.

A maggior ragione lo è lo stretto indispensabile, ciò che è strettamente indispensabile.

Usiamo questa espressione in una occasione particolare: quando facciamo una raccomandazione: quella di non andare oltre l’indispensabile, quando, secondo noi, non serve altro che lo stretto indispensabile.

Es:

Mamma, quanti vestiti dobbiamo portare con noi per il nostro viaggio in Italia?

Mamma: portate solo lo stretto indispensabile, niente cose inutili nella valigia e niente vestiti che non metterete mai.

Dunque parliamo di una quantità minima di cose, quella minimamente necessaria, ma niente di più.

Parliamo sempre di cose in eccesso che vanno evitate perché non servono, quindi non sempre quando usiamo l’aggettivo “indispensabile” ha senso inserire “strettamente”, oppure “lo stretto”.

Ad esempio se dico che quando piove è indispensabile coprirsi bene, non ha alcun senso dire che è strettamente indispensabile coprirsi bene.

Ha invece senso solo quando parliamo di evitare l’eccesso, dunque si può aggiungere solo, solamente, soltanto, per rendere maggiormente chiaro il senso.

Portate solamente lo stretto indispensabile

Portate solamente ciò che è strettamente necessario/indispensabile.

Il termine “stretto” dà in effetti l’idea di qualcosa di piccolo, di dimensioni ridotte: le scarpe strette ci fanno male ai piedi, i pantaloni stretti sono aderenti o della taglia sbagliata, ma in questo caso “stretto” ha valore limitativo, nel senso che ci si deve limitare, non si deve eccedere.

Lo stretto indispensabile equivale pertanto a “solamente il necessario”, “non più di quanto basta”, “non oltre la quantità che serve”, “esclusivamente ciò di cui non si può fare a meno”.

Se volete specificare l’obiettivo da raggiungere, potete, come visto negli esempi, usare la preposizione “a”, oppure “per”. Es:

Lo stretto indispensabile per raggiungere…

Lo stretto indispensabile al raggiungimento…

Nella speranza di non aver oltrepassato il limite delle parole strettamente necessarie alla vostra comprensione, vi lascio al ripasso del giorno.

Edita: Avete visto che Zuckerberg pare intenda far pagare l’uso di Facebook e Instagram? Ha colto tutti gli utenti alla sprovvista!

Peggy: Alla sprovvista? Ma Benedetta Edita, direi proprio di no! È da tanto che zitti zittii social stanno prendendo una brutta piega.

Irina: Concordo del tutto con voi. Si dice che se un servizio è gratuito, allora sei tu il prodotto. Adesso siamo noi il prodotto e dobbiamo pagare per esserlo. Cosi si prendono due piccioni con una fava direi.

Hartmut: Ha un suo perché però. Il numero degli utenti è in calo e Zuck cerca di ovviare a questo problema.

Albéric: Poi vogliamo parlare del suo cosiddetto “Metaverse”? Un progetto che non mi ha mai convinto. Questo universo parallelo, presentato come la chiave d volta del web, ma che secondo me, non porta proprio da nessuna parte a dir poco. Ho usato un eufemismo! Per dirla in modo più chiaro, secondo me il suo progetto andrà del tutto in vacca!

Esercizi

10 domande per mettervi alla prova sull’episodio. Seguono le risposte.

Disponibili ai soli membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

ISCRIVITIENTRA

richiesta adesione iscrizione associazione

443 Degno di nota

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

Se non sei membro ma ami la lingua italiana puoi registrarti qui

richiesta adesione

degno di nota

Ecco un’altra frase che Dante Alighieri ha portato nel linguaggio di oggi: DEGNO DI NOTA.

Accade nel canto XX della Divina Commedia, nell’ottavo girone, dove Dante vede avanzare una schiera di dannati che lentamente camminano con la faccia all’indietro come in una processione: si tratta degli indovini, che vengono puniti impedendo loro di “guardare avanti”, avendo in vita peccato facendo proprio questo: indovinare, prevedere il futuro, cioè guardare avanti.

Così Dante, guardando queste anime, chiede a Virgilio (la sua guida) se fra questi indovini ve ne fosse qualcuno degno di nota, cioè conosciuto, noto, o qualcuno che valesse la pena di notare, qualche personaggio noto, famoso.

Allo stesso modo oggi si usa questa espressione quando vogliamo indicare qualcosa o qualcuno che merita di essere notato, qualcosa o qualcuno dunque di importante, di notevole; qualcuno che meriti attenzione, che non è come gli altri.

La dignità è un concetto abbastanza difficile da spiegare, e in genere è una caratteristica associata alle persone. Tra l’altro esiste anche come ricorderete, l’aggettivo dignitoso.

Ma essere degno di qualcosa, come abbiamo visto anche nell’episodio 287, significa meritare questa cosa, più semplicemente.

Se sei degno di attenzione meriti la mia attenzione o quella di altri.

Se sei degno di stima meriti la stima delle persone.

Eccetera.

In questo caso abbiamo “degno di nota” che è più generale e significa importante: meritare una nota, cioè meritare considerazione, attenzione, meritare di essere menzionato, o annotato se vogliamo.

Qualsiasi cosa può essere degna di nota: un documento, una notizia, una frase, uno studente eccetera e può anche indicare una qualità, ma non è affatto detto.

A proposito di qualità: adesso attenti perché abbiamo un bel ripasso degno di nota, che consta di una trentina di episodi passati.

State concentrati ed ascoltate la voce di Emma, che fa parte degnamente dell’associazione Italiano Semplicemente.

Emma: Gianni è un professore eccellente. Per tendere la mano a noi membri, questa volta ci ha chiamato in causa con una caterva di indovinelli, cosicché possiamo ingranare con la lingua giocando.
A dire il vero, alcuni membri se la cavano benissimo, ma di contro, altri meno, tra cui, mio malgrado, sono annoverata.. Mi incarto ogni due per tre nello scervellarmi per trovare la risposta. Sicché mi domando e dico: “ o sono io la dura di comprendonio o magari questo gioco non fa proprio al caso mio? O peggio, persino questo gioco è soltanto appannaggio delle teste più veloci. Se fosse così, sono passibile di miglioramento? E qui ti voglio!”.
Inoltre è meglio precisare, a scanso di equivoci, che questo ripasso che ho scritto non vuole essere la benché minima lagna, se non altro quanto a me e al mio livello di italiano, bensì un pretesto per rispolverare qualche episodio passato. Che io sappia, ripetere giova, eccome! Non ci resta pertanto che esercitarci di continuo.
Con i miei sentiti auguri, saluto tutti i membri dell’associazione, nella speranza che via via, con l’allenamento, riusciamo a destreggiarci con la lingua sempre meglio.
Di nuovo buon anno e tanti Auguri.

442 Non mi tange

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

Se non sei membro ma ami la lingua italiana puoi registrarti qui

richiesta adesione

non mi tange

Una delle frasi che Dante Alighieri ha portato nel linguaggio comune è NON MI TANGE.

Tutti usano questa espressione in Italia: essa esprime un concetto potrei dire “geometrico”.

Avete presente due rette parallele? Se sono parallele, due rette non si incontrano mai, quindi nessuna delle due tange l’altra. Tangere significa infatti incontrare, toccare o anche scalfire.

Da un punto di vista geometrico diciamo ad esempio che una retta è tangente ad una circonferenza quando si toccano in un solo punto, ma nell’uso comune il verbo tangere si usa spesso scherzosamente per indicare che qualcosa non ci tocca neanche in un punto.

La frase si usa quasi sempre con la negazione: NON mi tange.

Esempio:

Le tue accuse verso di me non mi tangono.

Significa che non hanno alcun effetto su di me. In questo senso quindi le accuse non mi toccano: non influiscono sul mio umore, non mi fanno cambiare idea, non mi preoccupano, non mi scalfiscono, non mi importano.

DANTE Alighieri la utilizza nel secondo canto dell’inferno, quando si parla di Beatrice che, trovandosi nell’inferno, non si lascia influenzare dalle sofferenze che si trovano in questo luogo:

La vostra miseria non mi tange

dice Beatrice.

L’espressione si usa nel linguaggio comune a volte in modo scherzoso, altre volte in modo sprezzante, per indicare quanto poco effetto su di te, sulle tue emozioni, sui tuoi interessi, abbia il comportamento di una persona.

Es:

Sai cosa dice Giovanni di te? Dice che sei la persona più brutta al mondo!

Ciò che dice Giovanni non mi tange proprio!

Emma: a me invece mi tange eccome!

Anthony: scusate si può aprire una parentesi sul Covid?

Irina: no, grazie, io sono per il rilassamento oggi!

Hartmut: anche io, potrebbe risentirne l’apprendimento!

441 Previo

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)

Se non sei membro ma ami la lingua italiana puoi registrarti qui

richiesta adesione

Previo

previoSapete che se una parola inizia con “pre” in italiano quasi sempre si riferisce a qualcosa che viene “prima”, qualcosa che sta “davanti”, qualcosa di necessario spesso.

  • Ad esempio:
  • Precedente
  • Preliminare
  • Preparatorio
  • Preambolo
  • Premessa
  • Pretesto

Ci sono tante parole di questo tipo. Il concetto di “prima” può cambiare ogni volta. Ad esempio abbiamo già visto la parola “pretesto“, nell’episodio 134, e un pretesto è simile ad una scusa, qualcosa che ci prepariamo prima, di solito, per giustificare un’azione.

Tra questi termini comunque ce n’è anche un altro poco noto ai non madrelingua: PREVIO o PREVIA.

Previo indica direttamente qualcosa che deve stare davanti, che deve avvenire prima di qualcos’altro.

Si parla quindi di qualcosa che ha la precedenza, di qualcosa di preliminare, qualcosa di indispensabile, qualcosa che occorre fare. Nel linguaggio comune si usa poco, poiché si preferisce usare altre forme per esprimere lo stesso concetto. Si usa invece spesso nel linguaggio burocratico e amministrativo, dove inevitabilmente si parla di cose “necessarie” da fare, di adempimenti obbligatori.

Vediamo qualche esempio comunque:

L’esame si svolgerà nei prossimi 20 giorni, previo avviso pubblicato sul sito dell’università

Quindi prima uscirà l’avviso sul sito dell’università, e successivamente si svolgerà l’esame.

Qual è la cosa necessaria in questo caso? Qual è la cosa che deve avvenire prima? La pubblicazione dell’avviso sul sito dell’università. Senza questo avviso non ci sarà nessun esame.

Ovviamente si userà previo o previa a seconda che la cosa necessaria è maschile o femminile rispettivamente.

Si potranno incontrare i professori tutti i lunedì previa richiesta appuntamento telefonico

Quindi per poter incontrare i professori bisogna fare necessariamente una richiesta telefonica in precedenza, altrimenti niente incontro.

Notate due cose:

La cosa necessaria sta solitamente alla fine. Inoltre la cosa necessaria va scritta senza articolo:

  • Previo appuntamento
  • Previa richiesta
  • Previo invio dei documenti
  • Previa telefonata in anticipo

eccetera

Dicevo che solitamente nel linguaggio comune si preferisce evitare questa forma, ritenuta un po’ troppo formale e allora:

 Puoi passare a casa mia previa telefonata

diventa

Prima di passare a casa mia meglio se mi fai uno squillo

e:

Posso uscire stasera ma solo previa autorizzazione da parte di mia madre

diventa ad esempio:

Stasera potrò uscire solo se mia madre mi autorizza

Esiste anche previamente, un avverbio, che quindi si usa prima dei verbi:

Prima di lavorare in Italia bisogna previamente imparare la lingua

Non si può fare un esame senza previamente aver studiato

Natalia: allora grazie Giovanni, al di là del fatto che forse non userò mai questo termine.

Bogusia: vedi tu, quanto a me, credo che lo farò invece.

Irina:  Anche io, sulla scorta di questa spiegazione poi sarà sicuramente più facile

Ulrike: forti anche del fatto che potremo esercitarci nel gruppo whatsapp dell’associazione.