627 Lezioso e stucchevole

Lezioso e stucchevole

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Trascrizione

Giovanni: dopo aver visto “sopra le righe” continuiamo a parlare di strani comportamenti, al di fuori del normale.

Un comportamento anormale può esserlo anche perché ritenuto troppo caricato, come si è detto, oppure non spontaneo, non naturale, si può anche parlare di gesti affrettati, eccessivi, esagerati. A volte si utilizza anche il termine lezioso.

Anche quest’ultimo aggettivo si usa molto spesso a proposito di gesti o comportamenti innaturali e persino stucchevoli.

Questi ultimi due termini sono particolarmente adatti per giudicare un comportamento non solo innaturale, ma fastidioso. Denota una maniera artificiosa (attenzione, ho detto artificiosa e non artificiale. Ricordate l’uso del suffisso – oso?) dicevo, una maniera artificiosa e anche studiata, voluta, ricercata di parlare o di comportarsi, di chi vuole ostentare qualcosa, cioè mettere in mostra sé stesso con insistenza o vantandosi, in modo esibizionista.

Questo può dare molto fastidio.

Quando accade si può usare lezioso e anche stucchevole.

Che atteggiamento lezioso e stucchevole! Giovanni si sta vantando da mezz’ora ormai delle sue qualità come conquistatore di donne.

Giovanni ha sempre un comportamento sopra le righe recentemente. Ma cosa gli ha preso? È troppo lezioso! Dice sempre io ho fatto questo, io ho fatto quello!

La leziosità fa parte anche del linguaggio sportivo.

I giocatori di una squadra di calcio, ovviamente credono di essere forti e vogliono mostrare la loro bravura, ma se esagerano corrono il rischio di fare un gioco lezioso, poco pratico e funzionale, perché i calciatori cercano di fare finezze inutili in campo, solo per farsi notare e per questo risultano fastidiosi.

Quanti termini nuovi oggi!

Lezioso può essere anche un professore quando spiega qualcosa e bada più a mostrare la sua conoscenza che a trasmetterla, risultando fastidioso.

Quindi direi che la sensazione di fastidio caratterizza maggiormente l’aggettivo lezioso. Se aggiungiamo la stanchezza, la noia e la voglia di andarsene diventa stucchevole.

Invece per essere giudicato sopra le righe, come si è visto, uno degli ingredienti è anche il possibile imbarazzo che si causa ad altre persone per questa poca normalità nel comportamento, questo qualcosa di eccessivo che c’è e che non passa inosservato.

Abbiamo già visto anche il termine ortodosso, nell’episodio 530, abbastanza simile. Ma non voglio tediarvi ulteriormente.

Del verbo tediare parlino però nel prossimo episodio. Adesso un bel ripasso.

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente

Albéric: oggi vorrei parlare di letteratura e più precisamente del decadentismo cioè quel movimento artistico e letterario sviluppatosi in Francia, il mio paese, alla fine dell’Ottocento. Ma poi interessò anche il resto d’Europa,

Irina: il decadentismo si contraddistinse per un nuovo modo di pensare, perché la ragione e la scienza non erano riuscite a rispondere ai veri bisogni dell’uomo.

Marcelo: c’era troppa freddezza, troppo razionalismo e poca spiritualità nella scienza, ed è risaputo ormai che anche lo spirito va curato. Eccome!

Ulrike: La letteratura e gli uomini sentirono il bisogno di esplorare il mistero dell’anima e tutte le sue caratteristiche, ivi incluse quelle negative: il vizio, la lussuria, la noia, il disgusto per la vita e le peggiori voci interiori. Insomma eravamo agli antipodi del positivismo.

Sofie: non è che si esagerava un po’ col pessimismo? Passi che la scienza sia fredda, passi pure che anche le brutte sensazioni e emozioni abbiano il loro perché, ma dire che la vita non abbia senso…

Peggy: capisco cosa vuoi dire. Evidentemente c’era un certo non so che di affascinante nel vedere tutto nero.