Accadde il 7 settembre 1860: rifuggire

Rifuggire (scarica audio)

Trascrizione

Il 7 settembre 1860, Giuseppe Garibaldi entrava a Napoli alla guida dei celeberrimi Mille. Avete presente la spedizione dei Mille?

Garibaldi in questo modo completava una delle tappe più importanti del Risorgimento italiano.
In quel periodo, molti esponenti del governo borbonico, temendo le conseguenze della rivoluzione, rifuggivano la città: cioè cercavano di evitarla, di tenersi lontani da ciò che li spaventava o li metteva in pericolo.

Attenzione. non ho detto che scappavano dalla città cioè che fuggivano ma che la rifuggivano.

Il verbo rifuggire indica proprio questo: allontanarsi da qualcosa di sgradevole, pericoloso o indesiderato. Non è quindi semplicemente “fuggire”, perché rifuggire ha spesso un senso morale o psicologico: si evita qualcosa perché suscita paura, disgusto o rifiuto, non solo per salvarsi la vita.

Per capire meglio, immaginiamo alcuni esempi:

Nel 1860, molti nobili e funzionari borbonici rifuggirono Napoli, lasciando la città nelle mani di Garibaldi.

Chi ama la violenza rifugge i conflitti e preferisce vivere in pace.

Alcuni cittadini rifuggono le bugie e cercano sempre la verità.

Insomma, rifuggere non significa scappare fisicamente, ma evitare con decisione qualcosa che ci provoca disagio o pericolo.

Ecco perché possiamo dire che i borbonici rifuggirono Napoli quando Garibaldi avanzava con i suoi Mille.

Non si rifugge solo un luogo come avrete capito, ma si riferisce anche a situazioni, comportamenti, idee o persone che suscitano rifiuto, paura o disgusto.

È un verbo più ampio di “scappare” o “fuggire”: implica evitare attivamente qualcosa che si percepisce come negativo o pericoloso, sia materiale sia morale o psicologico.

Luigi rifugge le discussioni inutili, perché lo stress lo infastidisce.

Maria rifugge le ingiustizie, impegnandosi invece per fare del bene.

I cittadini rifuggivano la corruzione, cercando di vivere onestamente.

La Generazione Z rifugge carriera e ruoli da manager: troppo stress. Meglio vivere (e diventare influencer).

“Rifuggere” è un verbo piuttosto formale e letterario, e nella lingua parlata dai giovani oggi non è molto comune. In contesti quotidiani si preferiscono verbi più semplici come “evitare”, “scappare da”, “tenersi alla larga da”, oppure espressioni colloquiali come “non voglio averci a che fare”.

Per esempio:

Formale/letterario: “Rifugge la violenza e cerca la pace”

Parlato/giovanile: “Evita la violenza” o “Non vuole avere a che fare con la violenza”

Quindi i giovani lo riconoscono, ma lo usano poco: tende a comparire più in testi scritti, articoli di giornale, libri o discorsi ufficiali.

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