863 Se è per questo…

Se è per questo…

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Trascrizione

Oggi vediamo insieme una locuzione molto interessante, una di quelle che “fanno veramente molto italiano“, come si suol dire.

La locuzione è “Se è per questo” (a volte, con lo stesso senso, si usa anche “se è per quello”).

Veramente complicato spiegare in poche parole in quali occasioni usarla.

Si utilizza in genere quando dovere rispondere a una persona aggiungendo un chiarimento.

Iniziamo a dire che c’è un modo proprio per usare “se è per questo” e un modo, diciamo figurato, che è quello che mi interessa di più in questo episodio.

Vi faccio un esempio dell’uso proprio:

Giovanni sta parlando con la sua fidanzata Maria e lei sembra offesa. Allora Giovanni le chiede “Cosa c’è? Sei offesa con me?”

Maria risponde: non ti sei neanche accorto che sono andata dal parrucchiere! Certo che sono offesa! Non mi guardi neanche!”

Giovanni risponde prontamente:

ah, se è per questo che sei offesa, allora scusami. Credevo qualcosa di più grave!

Questo è un uso proprio perché Giovanni utilizza “se” nel modo classico. Parla di una condizione, che, se verificata, porta a delle conseguenze. Niente di strano.

In questi casi Giovanni avrebbe potuto anche rispondere più brevemente:

Ah, se è per questo, allora scusami. Credevo qualcosa di più grave!

Stesso senso. Normalmente però in questi casi c’è un “che”.

L’uso invece che io chiamo figurato ha un senso molto più ampio, e può essere “tradotto” (passatemi il termine) in modi diversi a seconda delle circostanze.

Nell’esempio visto prima, Giovanni avrebbe potuto rispondere:

Se è per questo, io da questa mattina mi sono messo le lenti a contatto azzurre e neanche tu ti sei accorta di niente!

Ecco, in questo caso Giovanni fa notare che anche Maria non si è accorta di qualcosa, non solamente lui.

Se è per questo” significa quindi:

Se parliamo di questo argomento….

Se vogliamo parlare di questo argomento, allora vorrei aggiungere che…

Non c’è neanche bisogno però di usare il “se”. Infatti potrei dire:

In proposito voglio farti notare che…

C’è da dire però che…

Vedete come c’è un chiarimento che Giovanni sta aggiungendo. Non c’è bisogno di usare “se” per porre una condizione.

Vediamo un altro esempio:

Mia madre mi chiama al telefono e mi dice:

Oggi è il compleanno di tuo fratello, lo hai chiamato per fargli gli auguri?

Io rispondo:

Se è per questo, gli ho anche organizzato una festa a sorpresa e gli ho fatto anche un bel regalo.

Anche in tal caso, la frase è simile a “non solo questo, ma anche…” oppure “a proposito di questo argomento, aggiungo che…”, e si usa per aggiungere qualcosa, con la volontà di sottolineare una cosa importante, con l’obiettivo quindi di dare enfasi alla propria replica.

A volte si tratta di una risposta un po’ “piccata“, pungente, come nel primo esempio. Altre volte più semplicemente questa locuzione serve a rassicurare il nostro interlocutore, fornendo delle informazioni o garanzie ulteriori, come nel secondo esempio.

Questa frase introduttiva sarebbe comunque capita da chi ci ascolta, ma “se è per questo“, ancor prima di ascoltare il prosieguo della frase, prepara già l’interlocutore alla nostra replica pungente o rassicurante.

Un altro esempio:

Hai avvisato tutti i tuoi amici della festa di compleanno?

Risposta: certo. Ho fatto anche un gruppo whatsapp dove gli ho spedito l’invito con l’indirizzo della festa se è per questo.

In questo caso “se è per questo” si trova alla fine, ma questo non è rilevante.

Anche in questo caso si aggiunge una informazione che tende a rassicurare l’interlocutore.

A volte, specie quando la risposta è pungente, cioè stizzita, allora….

Cosa? non sapete cosa significa risposta pungente o stizzita? Ne abbiamo parlato anche in un altro episodio, parlando dell’espressione “come sarebbe a dire?” ma non ho spiegato dettagliatamente in quell’occasione. Allora lo faccio ora.

Quando una persona è piccata o dà una risposta piccata significa che questa persona è irritata, infastidita, contrariata per qualcosa di non grave che è accaduto. Possiamo anche dire che questa persona è risentita o seccata. Si dice anche pungente o stizzita, sia per la persona sia per la risposta.

Allora dicevo che a volte, specie quando la risposta è pungente, stizzita, “se è per questo” somiglia a “se vogliamo dirla tutta” o “Per dirla tutta” Quest’ultima è un’espressione che abbiamo visto in una lezione del corso di Italiano Professionale.

In tutti questi casi comunque la nostra volontà è di aggiungere qualcosa come forma di chiarimento. In alcuni casi un chiarimento stizzito, ma pur sempre un chiarimento.

Adesso ripassiamo, perché se qualcuno di voi pensa di imparare l’italiano senza ripassare continuamente, non è sulla buona strada. Anzi, se è per questo, l’ideale sarebbe praticare anche con altre persone, comunicando anche parlando e ascoltando e non solo scrivendo e leggendo. Per questo abbiamo creato l’associazione italiano Semplicemente a cui tutti voi, non madrelingua, siete invitati ad a iscrivervi.

Marcelo: quest’anno il COVID è veramente un’incognita. Voi credete che ci sarà un nuovo lockdown? Io aspetto un po’ e se vedo la mala parata corro a vaccinarsi!

Peggy: macché, tutto questo allarmismo è un’altra presa in giro secondo me.

Danielle: sarà… Io per non saper né leggere né scrivere vado a farmi il vaccino. Hai visto mai…

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748 Non che

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Trascrizione

Gianni: oggi, dopo avervi spiegato la congiunzione “nonché”, con l’accento sulla e, oggi vediamo la forma staccata: “non che”. Due parole anziché una e niente accento.

Abbiamo visto qualche episodio fa la locuzione “non è che”, vi ricordate?

Ebbene, le locuzioni hanno solamente in alcuni casi un uso e significato simile.

Quando avete un dubbio o un sospetto, e si fa una domanda, in questo caso si deve usare obbligatoriamente il verbo essere. Es:

Non è che per caso hai una penna?

Cos’è quella faccia?! Non è che hai litigato con tuo marito?

Si tratta di linguaggio colloquiale, familiare.

Non possiamo eliminare il verbo essere.

E se invece diamo una risposta?

In questi casi si usa ancora il verbo essere, perché il nostro obiettivo è negare qualcosa per rassicurare la persona con cui parliamo, o giustificarsi con lei, oppure fare una puntualizzazione, una precisazione, fare un chiarimento.

Es: andiamo insieme al cinema domani?

No, purtroppo non posso.

Non vuoi venire al cinema con me? Perché?

No, non è che non voglio/voglia venire, è che non posso. Perché ho un altro appuntamento.

L’uso del verbo essere rafforza la negazione, ma poi devo chiarire ancora meglio:

Non è che… è che…

Non è che.. ma..

Solitamente in questi casi, si usa la forma indicativa, ma è più corretto usare anche il congiuntivo, che tuttavia ha il difetto di aggiungere incertezza, al contrario dell’indicativo.

Es:

Perché mi hai offeso?

Non è che volevo/volessi offenderti, ma tu mi hai provocato.

Se devo rassicurare o giustificarmi devo essere convincente, e l’uso dell’indicativo è sempre preferito nella pratica in questi casi.

Certo, l’uso del congiuntivo nelle domande non è per niente adatto.

Invece quando non uso il verbo essere, non sto facendo una domanda, e non sto neanche rispondendo ad una domanda. Almeno non è detto che stia rispondendo direttamente ad una domanda.

L’obiettivo è ugualmente quello di fare un chiarimento.

Es: sto cercando una casa da acquistare e sto spiegando al venditore che non posso comprarla perché costa troppo cara.

Mi spiace ma credo che io dovrò rinunciare a questa casa. Non che non mi piaccia, per carità, ma è troppo cara per me.

Come vedete sto ugualmente facendo un chiarimento, sto dando una giustifcazione in questo caso, ma il venditore non mi ha fatto la domanda:

Non le piace forse la casa?

In quel caso avrei probabilmente risposto:

Non è che non mi piace, è che è troppo cara per me.

Questa è una risposta diretta alla domanda fatta.

Se non metto il verbo essere invece non sto rispondendo direttamente ma voglio comunque fare un chiarimento, e la frase iniziare rappresenta una cosa da escludere. Come a dire:

Questo non significa che…

Notate che solitamente quando si risponde si usa non solo il verbo essere ma anche la forma indicativa del verbo.

Nell’altro caso non si usa il verbo essere e si usa sempre il congiuntivo. Questo rende la frase anche meno informale.

Notate che spesso si usa negando una proposizione negativa. C’è due volte il termine “non”:

Non è che non…

Non è che non sono sicuro, ma (è che) devo sentire il parere anche di mia moglie prima di acquistare una casa.

Questo serve ad affermare il contrario. Cioè:

Io sono sicuro, ma devo sentire cosa ne pensa mia moglie.

In entrambi i casi, ma soprattutto senza il verbo essere, “ma, “tuttavia”, “però”, si trovano sempre nella seconda parte di queste affermazioni.

Non che io non sia convinto, ma devo vedere se la mia banca mi concede il mutuo.

Non sei convinto?

Non è che io non sono convinto, è che devo vedere se la mia banca mi concede il mutuo.

Questa seconda versione quindi è una risposta a una domanda. La risposta tende a chiarire definitivamente, mentre la prima versione (senza verbo essere) non è una risposta diretta ma si immagina che sia meglio comunque fare un chiarimento.

Ricapitolando, “non che”, scritto in due parole separate, non si usa per fare domande, non si usa neanche per dare risposte dirette, ma semplicemente per chiarire un concetto. Inoltre si usa sempre il congiuntivo e generalmente all’inizio di una frase. Infine è meno informale della forma col verbo essere che abbiamo già spiegato nell’episodio n. 277.

Non che non voglia fare altri esempi, ma adesso sarebbe ora del ripassino quotidiano.

Per concludere posso aggiungere che quando uso “non che“, senza accento, posso in realtà anche inserire “è”, ma se lo uso semplicemente sto negando più fortemente un concetto. Direi però che se uso il verbo essere quando in realtà non occorre, potrebbe sembrare che io mi sia giustificando, come se fosse stata fatta veramente una domanda e io stessi rispondendo.

Dunque in definitiva potrei allora sempre usare il verbo essere, si può fare, ma oltre ad essere più informale, potrebbe sembrare che io mi stia giustificando e magari questo non è nelle intenzioni di chi parla.

Marcelo: grazie Giovanni. Non che io abbia molta voglia di partecipare, considerando la situazione internazionale. Tuttavia questo mi può aiutare a pensare ad altro, nonché, ovviamente, a migliorare il mio Italiano.

Irina: anch’io ho bisogno di pensare ad altro. Distrarsi tra l’altro fa bene anche alla salute. È da quel dì che non stacco un po’ dalle pressioni quotidiane.

Segue breve spiegazione audio del ripasso