674 A tutti gli effetti

A tutti gli effetti (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: episodio 674 della rubrica due minuti con Italiano Semplicemente.
Oggi vediamo un’espressione comunissima, che sta sulla lingua di tutti gli italiani, ma direi almeno dai vent’anni in su.

Sto parlando dell’espressione “a tutti gli effetti”.

Iniziamo da a. La prima parola è una preposizione, e non un verbo. Quindi si scrive senza la lettera h.

Poi vediamo gli “effetti” . Effetto è un termine che ha più significati. In genere indica dei risultati, quindi ad esempio si contrappone alla causa. Causa ed effetto.

Si sente spesso parlare di causa ed effetto. Ci sono anche gli effetti personali a dire il vero, e poi ci sono una serie di locuzioni e altri significati. Abbiamo dedicato anche un episodio alla causa ed effetto.

Abbiamo già incontrato, in un precedente episodio, la locuzione “in effetti“, che è equivalente a proprio, in realtà, davvero, effettivamente.

Anche questa in qualche modo si riferisce a un risultato, o meglio a qualcosa di reale, che esiste, perché si usa quando riscontriamo qualcosa nella realtà.

Ma passiamo all’espressione di oggi “a tutti gli effetti” che ha un significato simile a “da ogni punto di vista” , “in ogni aspetto”.

Ha quindi a che fare con la completezza ma anche con la causa e l’effetto, quindi ancora una volta con i risultati.

Ammettiamo ad esempio che per diventare un italiano vero occorrano due cose: un parente italiano di secondo grado e un periodo di residenza in Italia di tre anni.

Un brasiliano ad esempio, che sia nipote di un italiano, dopo un solo anno di residenza in Italia non è ancora italiano a tutti gli effetti, perché mancano ancora due anni di residenza per potersi considerare italiano a tutti gli effetti.

Per produrre degli effetti, potremmo dire, gli anni di residenza in Italia devono essere tre. Quindi solo a quel punto il ragazzo brasiliano potrà considerarsi italiano a tutti gli effetti, quindi sotto tutti i punti di vista.

Non bastava il nonno italiano. Da sola, questa caratteristica non produce effetti. Questo è solo uno degli aspetti rilevanti. Sotto l’altro aspetto, quello della residenza in Italia, invece occorrono tre anni. Finalmente, passati i tre anni, si diventa italiani a tutti gli effetti.

Questa è un’espressione che si può usare in mille occasioni.

Es:

Il percorso per diventare avvocato a tutti gli effetti è durato quasi otto anni dal momento dell’iscrizione all’università.

A volte l’espressione si può utilizzare anche in modo un po’ più “leggero” diciamo, senza necessariamente prevedere dei passaggi obbligatori. Ad esempio potrei dire che:

Giovanni ormai è un professore a tutti gli effetti, cioè, potrei anche dire pienamente, completamente. In questo caso specifico mi riferisco all’esperienza di Giovanni, che sarei io. Questo però non significa che io sia veramente un insegnante.

Più ufficialmente è da intendere invece che un testo di legge, una volta uscito in gazzetta ufficiale è una norma valida a tutti gli effetti.

Paolo ha 18 anni, ormai è un uomo a tutti gli effetti.

Quest’ultimo è altrettanto ufficiale, visto che con la maggiore età (cioè dai 18 anni) si è maggiorenni per legge. Ciò non toglie che Paolo potrebbe non essere maturo per certi versi, nei suoi comportamenti eccetera.

Però potrei anche dire che Paolo, se fa qualcosa che dimostra la sua maturità, dimostra di essere un uomo a tutti gli effetti.

Insomma, normalmente l’espressione va interpretata come una completezza di caratteristiche che sono necessarie per arrivare ad un risultato, ma altre volte nel linguaggio colloquiale si usa in modo meno categorico.

Adesso ripassiamo qualche episodio passato.

Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

Ulrike: in Germania siamo messi male con l’infame Covid. Troppo tardi i responsabili hanno deciso di prendere spunto dalle misure che in Italia sono già in vigore. Siamo a più di 50.000 nuovi casi
In un solo giorno e ciò nonostante è un continuo titubare e dibattere sul da farsi. Fra poco mi metto in viaggio alla volta di Berlino. Oggi ho telefonato al mio medico di base. Il mio turno per la terza dose è solo il 10 di gennaio.

Che volete farci, non resta che amarmi di pazienza.