n. 48 – A TU PER TU – 2 minuti con Italiano semplicemente

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Trascrizione

Dunque, l’espressione di oggi è “a tu per tu“. Quattro parole.

Non so se vi è mai capitato di trovarvi a tu per tu con un animale selvaggio. Terrificante vero?

A me un paio di volte è capitato di trovarmi a tu per tu con un cinghiale, e mi ha procurato un po’ di spavento se devo essere sincero.

Invece non sono mai stato, per mia fortuna, a tu per tu con la morte. Ci sarà il tempo anche per quello, ma preferisco che arrivi senza che io me ne accorga, anche qui: ad essere sincero.

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Invece mi è successo più volte di parlare a tu per tu con me stesso. Questo mi capita spesso e sempre in momenti importanti e difficili.

Una volta poi mi sono preso a tu per tu con un amico perché abbiamo avuto una discussione. Abbiamo litigato.

Avrete capito che “a tu per tu” si usa in diversi modi e soprattutto con diversi verbi: essere, trovarsi, parlare, prendersi.

In pratica “a tu per tu” significa “faccia a faccia“. Se incontrate una persona e vi trovate a tu per tu con lei, allora significa che le vostre facce erano una di fronte all’altra; eravate faccia a faccia con lei, e cosa vi siete detti? Sicuramente, almeno nella maggioranza dei casi, non si è trattato di un incontro piacevole. Infatti quando ci si trova a tu per tu con una persona, vuol dire che c’è stato un confronto, ed a volte uno scontro. Si è affrontata questa persona, spesso in caso di problemi: la si è affrontata apertamente.

Ci si può trovare o si può essere anche a tu per tu con la morte o con una malattia, ed in questo caso è il massimo della negatività. Se dico ad esempio:

Quella malattia mi ha fatto trovare a tu per tu con la morte

Evidentemente è andata bene alla fine ma ho rischiato di morire, “ho visto la morte in faccia“. In questi casi si usa anche questa espressione molto spesso quando si lotta per sopravvivere.

Si usa il verbo “essere” oppure il verbo “trovarsi“, forse anche più spesso. Perché usare trovarsi? Beh, perché troviamo noi stessi, e trovarsi in questo caso indica “capitare”, “verificare uno stato dei fatti”, insomma, come a sottolineare una situazione che ci ha preso alla sprovvista, capitata senza volerlo.

A volte si usa anche “prendersi a tu per tu“, come nell’esempio che ho fatto all’inizio, ma in questo caso il verbo “prendersi” indica che due persone litigano apertamente, si accusano a vicenda, hanno un battibecco. D’altronde quando si litiga ci si può prendere anche a mali parole, o volendo ci si può prendere a schiaffi, o ci si prende in giro. Prendere indica un contatto, reale o figurato.

C’è sempre o quasi qualcosa di ostile comunque, di pericoloso, di potenzialmente pericoloso, in tutti i casi in cui si usa questa espressione “a tu per tu” a meno che non ti trovi a tu per tu con l’uomo o la donna della tua vita! In questo caso potresti prendere l’occasione al volo per non fartela sfuggire!

Ulrike (Germania), Lia (Brasile) e Liliana (Moldavia): Sono sicura che a forza di rispolverare le espressioni già viste, riuscirò a essere conforme alle mie aspettative, che sono molto alte. Eccome se sono alte! Il mio carattere forma un binomio inscindibile con le alte aspettative.


L’inizio e la fine di ogni episodio dei due minuti con italiano semplicemente servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro.

Italiano Professionale: scontri e confronti tra uffici vendite e marketing

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Trascrizione

Giovanni: Buongiorno a tutti. In questo episodio parliamo di Italiano Professionale.

Trattiamo un argomento particolare che riguarda il mondo del lavoro ed useremo un linguaggio più difficile del solito.

Questa infatti è una lezione legata al corso di Italiano Professionale e precisamente alla lezione n. 14 dedicata ai confronti ed agli scontri. Il corso è di livello almeno intermedio, non per i principianti della lingua, è un corso che solamente i membri dell’associazione Italiano Semplicemente possono leggere ed ascoltare. Oggi però, come facciamo spesso, vogliamo aiutare tutti a capire di cosa si parla nel corso e quali argomenti vengono trattati.

Io e Daria quindi oggi utilizzeremo alcune delle espressioni spiegate nella lezione n. 14. Daria, un membro dell’Associazione, che saluto e ringrazio per questo, ha voluto provare ad usarne alcune e lo ha fatto come ascolterete, molto bene.

Spero che questa puntata speciale di italiano semplicemente possa essere utile a tutti benché sia un po’ più difficile delle altre. Allora Daria ci parla di scontri e confronti, un argomento che accomuna sicuramente tutte le attività e tutti i mestieri, vero Daria?

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Daria:

Buongiorno Giovanni. Si è proprio così. Parlerò di scontri e confronti. E sai che ho pensato mentre ascoltavo le spiegazioni che hai fatto insieme a Mohamed, Ulrike ed Adriana?

Che parlando di questi due aspetti particolari in ambito lavorativo non si può non fare riferimento ad uno speciale rapporto controverso molto diffuso al lavoro.

Si tratta del rapporto tra l’ufficio vendite e l’ufficio marketing nelle aziende commerciali. Allora, oggi vorrei usare le espressioni della lezione numero 14 del corso di italiano professionale per descrivere il rapporto tra questi due uffici.

Dunque, il nocciolo della questione sta proprio nello scontro che avviene di sovente tra questi due uffici: l’ufficio vendite, cioè le persone addette alla vendita dei prodotti ai clienti sono convinti di essere il dipartimento più fruttuoso. Infatti sono loro che stipulano l’accordo di vendita con gli acquirenti e che quindi producono i profitti dell’azienda. In aggiunta, le attività dell’ufficio vendite sono sempre evidenti e facilmente misurabili.

Dall’altra parte, esattamente al contrario dell’ufficio vendite, l’ufficio marketing svolge tutte quelle attività che hanno a che fare con il concetto del prodotto che è, o che potrebbe essere, nella mente dei consumatori. Ad esempio la conoscenza del prodotto, la soddisfazione legata ad esso, e anche il desiderio di acquistarlo.

Si tratta di aspetti fondamentali, senza i quali i consumatori non sarebbero neanche a conoscenza del prodotto stesso e non potrebbero neanche acquistarlo. Probabilmente non ne avrebbero neanche voglia.

Allora, così come è inutile volere la botte piena e la moglie ubriaca, nessun prodotto si vende senza le spese e le attività associate alla promozione. Perciò si deve assegnare qualche risorsa anche a fini pubblicitari ad esempio. La pubblicità, come si dice, è l’anima del commercio.

Il problema qual è?
Il problema è che facendo la promozione del prodotto l’ufficio marketing spende denaro dell’azienda per attività che, come si è detto, sono indispensabili, ma i risultati in termini di vendite e profitti sono poco misurabili, a differenza dell’ufficio vendite.

Cosa fare ad esempio se il prodotto non si riesce a vendere come previsto neanche dopo che il budget è stato speso?
Si legge, tra le righe, che l’ufficio vendite dà la colpa a quello di marketing per aver speso soldi inutilmente. E per cavarsi d’impaccio l’ufficio marketing accusa di contro quello delle vendite per non avergli dato abbastanza soldi per condurre la campagna promozionale nella stessa misura in cui lo fanno i concorrenti.

Qualsiasi sia il risultato delle vendite, secondo la mia personale opinione, non è accettabile andare così facilmente alla resa dei conti coi colleghi, soprattutto se non si è pienamente consapevoli del risultato del proprio lavoro.
A nessuno dovrebbe essere permesso, in un’azienda che si rispetti, neanche di alzare i tacchi durante un incontro per evitare una discussione sensibile. Cosa che avviene puntualmente.

Se c’è stato un disguido che ha fatto degenerare una discussione, si dovrebbe chiamare in causa qualcuno che di mestiere, tra l’altro esattamente questo: dirimere le discussioni, un altro mestiere quest’ultimo, fondamentale a mio avviso e dalle risultanze poco misurabili con gli strumenti classici.

Qualcuno che dia un colpo al cerchio e uno alla botte insomma e faccia andare avanti la baracca prima che si vada ai ferri corti. Questo delicato ruolo può essere interpretato anche da una figura come il direttore generale ad esempio, oppure da una seconda figura specializzata, che con abilità possa riuscire a far capire bene l’antifona a tutti riguardo ai rischi legati alle controversie, aiutando le parti a scendere a compromessi.

Nonostante una certa divergenza d’idee, assolutamente normale in un luogo di lavoro, per tutti sarebbe bello metterci una pezza prima che sia troppo tardi.
In questo modo gli impiegati litigiosi non avranno scuse e, al bisogno, dovranno ritirarsi di buon ordine.

Cosi, l’ufficio vendite e l’ufficio marketing, spesso con un aiuto esterno possono rimediare a un incomodo, accontentandosi entrambi.

E’ molto probabile che anche voi abbiate vissuto personalmente un caso simile a quello descritto oggi.
Spero che nel vostro caso non si tratti di scontri all’arma bianca perché come saprete ne uccide più la lingua che la spada.
E come dice un altro proverbio italiano: “è meglio un magro accordo che una grassa sentenza”.

Un saluto a tutti!

Giovanni: Bene Daria, grazie, un ottimo argomento quello trattato da te oggi. Hai utilizzato anche alcune espressioni in più che ho evidenziato con il colore rosso sul testo.

Non vi scoraggiate – parlo ai visitatori di Italiano Semplicemente – se trovate queste espressioni un po’ complicate; Daria parla già molto bene ed in questo modo sta aumentando le proprie competenze in ambito professionale.

Per chi è interessato alla lezione n. 14 del corso, per capire quindi come e quando poter usare queste espressioni come ha ben fatto Daria oggi ed anche per partecipare a tutte le altre attività dell’associazione si può chiedere di aderire e diventare membro. Vi aspettiamo.

Un saluto anche da parte mia.