399 Rimanerci e restarci male

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Restarci male, rimanerci male

Trascrizione

Ciao ragazzi, benvenuti in questo episodio n. 399 della rubrica “2 minuti con Italiano Semplicemente”, ma se anche questa volta l’episodio sarà un po’ più lungo spero non ci restiate male.

E l’argomento del giorno è proprio questo: rimanerci male o restarci male.

La questione ha a che fare con le emozioni e in particolare con le offese.

Cos’è un’offesa? Un’offesa è un comportamento lesivo della dignità, integrità o autorità altrui. Questa è la definizione di offesa. Se una persona ti dice che sei uno stupido ti ha offeso, ti ha recato un’offesa. Si usa il verbo “recare” con le offese; le offese si recano, o al limite si fanno.

Comunque rimanerci male e restarci male non è la stessa cosa di un’offesa, perché un’offesa è qualcosa che ci colpisce direttamente, mentre quando si rimane male o quando si resta male, questo può avvenire anche se non c’è qualcosa che ci colpisce direttamente come un’offesa anzi, la maggioranza delle volte non è così: parliamo invece solo di una nostra sensazione, di un’emozione che può essere la conseguenza di un fatto accaduto o anche di qualcosa detto da una persona, ma questo qualcosa non deve essere per forza un’insulto o un’offesa.

Vediamo qualche esempio:

Le elezioni americane sono terminate ma sono rimasto male dal risultato finale.

Questo è sicuramente un modo colloquiale di esprimersi, ma riflette un sentimento, una sensazione immediata: non sono contento di come sia andata, non sono contento del risultato, potrei dire, non mi piace come siano andate le cose, ma non posso dire che mi sono offeso o che il risultato dell’elezione mi offende. Sto solamente esprimendo una mia reazione emotiva.

Quando hai detto che forse non potevi venire a cena con noi ci siamo tutti rimasti male.

Si può anche dire che “ci siamo restati male“, quindi rimanere e restare si usano in modo analogo. In quest’ultimo esempio le persone che avrebbero cenato con te (io compreso) non hanno preso bene la notizia che tu non saresti venuto a cena: ci siamo rimasti male o ci siamo restati male.

La particella “ci” solitamente si mette, ma a volte si omette. In generale non è obbligatoria, ma normalmente si mette.

Non mi hai salutato e ci sono rimasto male.

Non mi hai salutato e sono rimasto male.

Poi questo “ci” si può anche attaccare al verbo:

Non ci devi restare male se non ti saluto

Non devi restarci male se non ti saluto

Non devi rimanerci male…

Non ci devi rimanere male…

Si può in teoria anche dire:

Non ti devi offendere se non ti saluto

E

Mi sono offeso perché…

Ma l’offesa è molto legata alla volontà di offendere. Ci si offende quando c’è la volontà, altrimenti ha più senso usare rimanerci o restarci male.

Poi c’è da dire che solo una persona può rimanerci male per qualcosa di accaduto o detto, mentre l’offesa può riguardare anche altri soggetti:

Questo quadro è un’offesa alla decenza.

Evidentemente si ritiene che il quadro sia indecente, cioè brutto, senza gusto, quindi offende la decenza. La decenza non può rimanerci male.

Una violenza è un’offesa alla dignità umana.

Anche la dignità umana non può rimanerci male. Si può però offendere, nel senso di colpire, oltraggiare. In questo senso. Offendere ha anche questo utilizzo.

Invece restarci male e rimanerci male è una cosa che riguarda le persone, che confrontano ciò che si aspettavano con la realtà. E se questo confronto vede la realtà molto peggiore rispetto alle aspettative, allora ci rimangono male.

Ma perché usare rimanere e restare? Perché questi due verbi? Questi sono verbi che indicano una mancanza di movimento. Ad esempio:

Rimango a casa

Resto a casa

Voglio dire che non mi muovo da casa. Non vado da nessuna parte.

Allora si usa questa immagine perché i due verbi indicano una nostra reazione che si manifesta con una mancanza di movimento: restare e rimanere indicano questo in fondo: “non muoversi”. È il contrario di un’esultanza.

Ci sono molte espressioni simili che indicano qualcosa di simile quando c’è una reazione di quel tipo:

Restare di sasso (i sassi non si muovono)

Restare di stucco (lo stucco serve ad fissare, quindi è simile alla colla, che serve ad incollare quindi ad impedire il movimento)

Rimanere di stucco/ di sasso

Rimanere scioccato (indica l’incapacità di andare avanti con una vita normale, anche qui c’è un arresto di movimento)

Rimanere pietrificato (le pietre sono come i sassi).

Queste espressioni sono comunque più adatte ad evidenziare una forte sorpresa e non necessariamente un dispiacere.

Infine rimanerci male e restarci male si usano sempre in situazioni non troppo gravi in termini di conseguenze. È sempre una condizione temporanea che passa dopo poco tempo. Niente di troppo grave.

Si può rimanere male per un brutto voto preso a scuola, per non essere invitati ad una festa, per un atteggiamento poco cortese verso di me o anche per qualcosa che non ci aspettavamo e che ci provoca una delusione. Anche una sconfitta sportiva ci può far rimanere male.

Non posso dire lo stesso per la morte di una persona cara, per lo scoppio di una guerra o se sono stato mollato dalla mia fidanzata o da mia moglie. Il quei casi il sentimento che si prova è ben peggiore.

Adesso ripassiamo:

Hartmut:
Amici, facciamo un ripasso in gruppo che verte sui ripassi, o meglio sul metodo da usare per abbozzarne uno.

Lia:
Ma va, vuoi che non lo sappiamo già?
E poi gli ascoltatori della rubrica se ne fregano del metodo, vogliono vedere rispolverate le espressioni passate e basta.

Ulrike:
Hartmut, hai proprio ragione. Gianni è evidentemente insofferente a fare i ripassi da solo e nel gruppo vi sono ancora troppo pochi membri che raccolgono la provocazione per dargli manforte con un bel ripasso.

Flora: 
Giusto, ragion per cui dobbiamo essere d’ausilio a coloro che ancora non osano farsi vivi con un ripasso.

Komi:
Bando alle ciance! Vi sono alcuni membri che scalpitano in attesa di qualche suggerimento. Mettiamoci all’opera. Ci ritroviamo nel gruppo WhatsApp dell’associazione per condividere le nostre esperienze.