Il verbo vessare (ep. 940)

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Trascrizione

Giovanni:

Molti di voi, amanti della lingua italiana non madrelingua, probabilmente non avete mai usato il verbo vessare. Tranquilli, siete come molti italiani – direi almeno il 30 percento della popolazione.

Questa però è un’occasione propizia per me per parlarvi di molti altri verbi simili che si possono usare. C’è da dire che ogni verbo in realtà ha il suo perché, e se esiste ci sarà un motivo!

Vediamo allora cosa significa e quali sono le occasioni migliori per usare il verbo vessare.

Vessare significa sottoporre a continui maltrattamenti materiali o morali.

Quindi è molto simile a maltrattare, trattare male.

Maltrattare è molto usato da tutti, ma si usa nel senso di sgridare, far notare qualcosa di sbagliato che si è fatto.

Ad esempio i genitori maltrattano spesso i figli quando sbagliano:

Questo non si fa! Non voglio ripeterlo una seconda volta, chiaro?

I “maltrattamenti” però riguardano anche questioni più serie. Un termine questo che si usa per indicare anche delle crudeltà. Possiamo parlare di una imposizione di prove avvilenti o dolorose, oppure di atti di arroganza, prepotenza, violenta, sopraffazione.

Spesso un maltrattamento può costituire anche reato.

Cercando tra le notizie di Google ad esempio, si trovano episodi di maltrattamento degli animali, o di un datore di lavoro nei confronti dei propri dipendenti.

Vessare però è un po’ diverso, perché è più una forma di oppressione, una tormenta, una insistenza in un comportamento che crea angoscia o comunque conseguenze negative, anche economiche. Si tratta sempre di ingiuste oppressioni nelle intenzioni di chi parla.

Se una persona mi dice continuamente, ripetutamente di fare qualcosa che io non ho voglia di fare, posso dire:

“Non mi opprimere”, “non mi tormentare”, “non mi rompere così tanto”, ma anche “non mi vessare”, “basta con queste continue vessazioni”.

Il contesto non è dei più adatti però.

Il verbo vessare è più adatto in altri contesti:

Vessare i cittadini con eccessive tassazioni.

La legge prevede pene severe per coloro che commettono atti di vessazione sul luogo di lavoro.

Il giornalista ha denunciato le vessazioni subite da alcuni cittadini da parte delle forze di polizia.

Durante il periodo scolastico, alcuni ragazzi vessano costantemente il compagno più timido (in questi casi si parla più spesso di bullismo)

Il datore di lavoro è stato accusato di vessare i dipendenti tramite discriminazioni e minacce costanti.

L’organizzazione per i diritti umani si batte per porre fine alle vessazioni subite dai prigionieri politici.

L’uso del verbo “vessare” può essere quindi preferibile rispetto ai termini “maltrattare” o “opprimere” in contesti in cui si desidera enfatizzare il carattere reiterato e continuo degli atti di persecuzione o molestie.

Si è visto quindi che quando si parla di bullismo è preferibile usare vessare. L’uso del verbo “vessare” può descrivere meglio l’azione ripetitiva e continua di tormento subita dalla vittima.

Anche in un ambiente di lavoro, Se si vuole sottolineare un comportamento di molestie, discriminazioni o intimidazioni persistenti nei confronti di un dipendente, l’uso del verbo “vessare” può rendere più chiaro l’aspetto di durata e ripetitività delle azioni.

In contesti legali e giuridici, “vessare” e “vessazioni” possono essere utilizzati per riferirsi a comportamenti di persecuzione sistematica e continuata che possono costituire reati o violazioni dei diritti umani.

Quando parliamo di politica, giornalismo o siamo in altri contesti pubblici, si possono mettere bene in luce azioni di persecuzione o molestie croniche perpetrate da individui o gruppi.

In definitiva vessare è un verbo abbastanza formale che è preferibile (ma non obbligatorio) usare in contesti più seri.

Ora mi rivolgo ai membri dell’associazione Italiano Semplicemente ai quali chiedo un ripasso degli episodi precedenti. Non dite che vi sto vessando perché lo faccio per voi!

Komi: essendo reduce da una settimana lavorativa intensa, pensavo di prendermela comoda questa mattina. Eppure c’è il nostro presidente a supplicarci per un ripasso. Non mi entusiasma dirlo, ma se continua ad insistere, il presidente potrebbe incorrere in disappunto o quantomeno essere oggetto di scherno da parte mia.

Anthony: supplicarci? Mi pare un parolone! Se c’è qualcosa in cui potrebbe incorrere, casomai è un motivato rodimento per il tuo disappunto! Ma guarda tu!

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Gli esercizi su questo episodio (con soluzione) sono disponibili per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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