Accadde il 15 agosto: a che

A che (scarica audio)

Trascrizione

Il 15 agosto in Italia è Ferragosto, ricorrenza che unisce l’antica pausa romana delle Feriae Augusti (volute da Augusto dopo i lavori nei campi) e la solennità cristiana dell’Assunzione di Maria.

È, insomma, una festa “pensata a che la gente riposi e celebri”.

Ho appena usato una locuzione: “a che”.

Che cos’è “a che”? Cosa vuol dire?

Forse è abbastanza intuitivo, ad ogni modo “a che” introduce uno scopo, una finalità, proprio come “affinché“.

E allora “a che” regge il congiuntivo (presente o passato), esattamente come affinché, perché, in modo che, in modo da.

Quindi, ad esempio “a che sia”, “a che fosse”, “a che abbia”, “a che avesse”,eccetera.

Devo dirvi che, benché si usi anche informalmente, suona abbastanza letterario o persino sostenuto. Nell’uso comune si usa ma si preferisce “affinché”, “perché“, “in modo che”.

Ne abbiamo già parlato in un episodio, ma in quella occasione vi ho parlato di acché, in una sola parola e con l’accento acuto sulla e.

Questo uso però è più raro rispetto alle due parole singole: a che. Viene più spontaneo usarlo in questo modo.

Esempi legati a Ferragosto:

Le Feriae Augusti nacquero a che i lavoratori potessero riprendersi dalle fatiche dei campi.
(= affinché potessero…)

Nel calendario cristiano la festa fu fissata il 15 agosto a che coincidesse con l’Assunzione di Maria.
(= affinché coincidesse…)

Organizziamo il pranzo di Ferragosto a che tutti si ritrovino in famiglia.
(= affinché si ritrovino…)

Mia madre, quando cucina, è molto attenta alle materie prime e a che il piatto risulti salutare.
(va benissimo anche “…e affinché sia salutare”: stesso significato, congiuntivo obbligatorio.)

Dobbiamo pulire tutto a che la casa sia pronta ad accogliere gli ospiti.
Non esitate a usare questa locuzione, a che chi vi ascolti possa pensare che la lingua italiana non ha più segreti per voi.

Termino l’episodio con un alert, che avevo già detto nell’episodio dedicato a “acché: in frasi come “Avere a che fare” e “avere a che dire/lamentarsi”, “avere a che vedere”, il significato è diverso. Lo vedremo in un altro episodio.

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462 Acché

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Oggi vorrei spiegarvi una congiunzione particolare, e lo farò acché il vostro livello di conoscenza della lingua possa migliorare.

Acché è la congiunzione di cui vi parlavo, che si scrive in una sola parola, con un accento acuto sulla e finale, similmente a dacché, giacché, perché, poiché, granché, sicché, affinché eccetera.

Acché è equivalente a affinché. Si può usare quindi tutte le volte che specificate il motivo per cui fate o dite qualcosa, o il motivo per cui debba accadere qualcosa, oppure per specificare un obiettivo da realizzare, l’obiettivo da raggiungere, la finalità da perseguire con una azione. Acché è un po’ più formale, quindi si usa generalmente in contesti importanti.

Spesso si usa anche perché nello stesso modo. Che voi usiate perché, affinché o acché, ricordate però che si usa sempre il congiuntivo. Vediamo qualche esempio:

Bisogna accelerare le vaccinazioni, acché le persone siano al sicuro dal virus

 Bisogna quindi accelerare le vaccinazioni, in modo tale da mettere al sicuro la popolazione

 Bisogna accelerare le vaccinazioni, perché le persone siano al sicuro 

 Bisogna accelerare le vaccinazioni, affinché le persone siano al sicuro 

Si può sostituire volendo anche da “in modo da” e come avete visto, in questo caso non si usa il congiuntivo.

Voglio sottolineare ancora una volta che acché si scrive tutto attaccato. Infatti quando si scrive in due parti: “a che”, sebbene la pronuncia sia la stessa, il senso cambia:

Ad esempio: “Avere a che fare” e  “avere a che dire”, “avere a che vedere” hanno un significato diverso che vedremo in altri episodi. 

Adesso ripassiamo un po’ qualche episodio passato, acché possiate ricordare senza sforzo le questioni ivi spiegate. Ascoltiamo Irina.

Irina: Innanzitutto voglio dire che è solo il mio tentativo di incorporare le nuove parole. Non so se la cosa lederà gli interessi di qualcuno o meno. Comunque la mia illusione di poter imparare la grammatica italiana ha portato una pura delusione . La verità è che tutti i miei errori elidono le mie aspettative. Alludo al fatto di forse essere un po’ dura di comprendonio. Ma cosa ne dite voi, forse devo eludere i pensieri negativi e sforzarmi fino alla fine?