Non fare che… (scarica audio)
Trascrizione
Una volta una ragazza mi ha detto:
Non fare che anche quest’anno ti dimentichi del mio compleanno, ok?
Questo è stato solo un pretesto per introdurre l’episodio di oggi. Parliamo della locuzione “non fare che”.
Avete ascoltato un primo modo di usare la locuzione “non fare che”, colloquiale e informale, che suona quasi come una minaccia, almeno dal tono.
È in realtà una specie di raccomandazione e allo stesso tempo un rimprovero, direi anche abbastanza affettuoso. Non esattamente una minaccia quindi.
Si usa solo rivolgendosi direttamente ad una o più persone con cui si ha una certa confidenza, quindi dando del tu se la persona è una sola.
Vediamo altri esempi:
Allora ci vediamo a mezzogiorno ok? Non fate che ritardate come al solito!
Mi raccomando, adesso andiamo dai nonni a trovarli. Non fare che non li saluti, mi raccomando.
Potrei usare, in sostituzione, anche “non è che”, una locuzione che abbiamo già spiegato:
Non è che ritardate come al solito?
Non è che poi ti dimentichi?
Ecc.
Ma stavolta non c’è mai una curiosità o una domanda, ma si tratta sempre e solamente di un rimprovero, quindi non parliamo neanche di una raccomandazione o di un consiglio.
Inoltre in genere si tratta sempre di un rimprovero per una cosa che è già accaduta più volte in passato e che non è piaciuta a chi pronuncia la frase.
Adesso però sarete contenti di sapere che quando utilizzo “non fare che”, come negli esempi precedenti, sto facendo un ammonimento, termine che abbiamo spiegato solamente un episodio addietro.
Vediamo adesso il secondo modo di usare “non fare che” . Vediamo qualche esempio:
Da due anni a questa parte non faccio che lavorare.
Il significato è molto semplice: sono due anni che lavoro, senza fare altro.
“Non faccio che lavorare” è in questo caso un modo per esprimere un malcontento, una situazione negativa, un disagio, una lamentela. Insomma c’è qualcosa che non va e che va o andrebbe cambiato. Quasi sempre è così.
Mio figlio ha scelto la facoltà di ingegneria e non fa (altro) che studiare.
Quindi mio figlio tutto il suo tempo lo dedica allo studio. Studia costantemente. Ora, è chiaro che questo povero ragazzo studia molte ore al giorno e ovviamente non è vero che non fa altro.
La frase non è da prendere alla lettera, ma comunque anche in questo caso siamo in una situazione che non si ritiene normale o equilibrata. Magari la mamma però ne è contenta in questo caso.
Basta! Non fai (altro) che criticarmi per qualunque cosa!
Questa invece è una lamentela evidente e in effetti si usa spessissimo questa modalità per esprimere una critica o una lamentela, un disappunto, un reclamo o una recriminazione.
Questi tuoi amici non fanno che pensare al sesso!
Non fare che adesso anche tu inizi a perdere la testa! Pensa a studiare!
Questo è un cazziatone più che altro!
In quest’ultimo esempio ho usato “non fare che” in entrambi i modi che abbiamo visto oggi.
Prima ho accennato alla recriminazione. Allora tra due episodi parleremo proprio di questo.
Non fate che non lo ascoltate però ok?
Adesso un breve ripasso:
Peggy: hei, abbassa il volume! Per poco non cadevo dal letto! Mi hai spaventato! Che diamine!
Danielle: Cosa? Ma sono le dieci di mattina. Con questo sfogo adesso ti senti meglio? Non mi dirai che hai fatto le ore piccole anche ieri sera!
Ulrike: ragazzi, vedo che c’è maretta anche oggi tra voi due, della serie “un altro fine settimana tranquillo”.
Segue una spiegazione del ripasso