291 – Andava o è stato?

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Giovanni: Molti stranieri hanno difficoltà nell’utilizzare correttamente il tempo dei verbi. Ovviamente.

Vediamo oggi qualcosa sul verbo andare e in particolare quando usare l’imperfetto o il passato prossimo: devo usare “andavo” oppure “sono stato“? Andavi o “sei andato”? “Andava” oppure “è stato“? eccetera.

La risposta dipende anche dal significato che diamo al verbo andare:

Margherita ha fatto un esame.

La sua amica, il giorno successivo la chiama perché è curiosa di sapere come… è andata.

Allora le chiede: come è andato l’esame? Oppure: com’è andata?

Bene, è andato/andata alla grande! E’ andato/andata benissimo!

Com’è andata alla gara di nuoto?

E’ andata male, ho perso!

Ah, mi spiace, vedrai che la prossima volta andrà meglio!

Giovanni parla con suo figlio e gli dice: in matematica non vai molto bene, devi recuperare, devi studiare un po’ di più.

E suo figlio gli risponde:

Papà, tu come andavi in matematica quando avevi la mia età?

Andavo bene, replico io. Andavo bene in tutte le materie tranne in italiano. Lì andavo male, avevo 5.

Quando ero un bambino, abitavo vicino alla scuola, quindi andavo a piedi.

E tu come andavi?

Avete capito che questa domanda ha due possibili significati: andare nel senso di rendimento scolastico (andavo male, andavo bene), oppure andare nel senso di recarsi a scuola, quindi: andavo a piedi, andavo in autobus, andavo in bicicletta.

Non si può rispondere “sono stato a piedi“, oppure “sono stato bene“. Nel primo caso non ha nessun senso, nel secondo invece: “sono stato bene” ha tutto un altro senso, perché significa che ci si riferisce allo stato d’animo:

Xiaoheng: Come sei stato alla festa ieri sera? Non mi tenere sulle spine!

Giovanni: Bene, sono stato proprio bene, c’era tanta gente e ci siamo divertiti moltissimo!

Sono stato tutto il tempo a parlare con gli amici, gli stessi amici con cui andavo a scuola da piccolo. Andavano tutti male loro, io ero l’unico che andava bene a scuola. Forse anche perché io abitavo molto vicino alla scuola: andavo a piedi infatti. Loro invece andavano tutti in treno. La festa è finita alle due di notte. Siamo stati molto felici di rivederci.

Iberê: Una festa con i fiocchi?

Giovanni: Esatto!

Andrè: Immagino che oggi accuserai il colpo per aver fatto tardi.

Sofie: Sì, può darsi!

Ulrike: Allora come lo vedi un bel caffè?

Giovanni: Ottima idea!
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290 – In sospeso

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Giovanni: Quella di oggi è una locuzione (non mi piace per niente questa parola ma la devo usare!) molto utilizzata da tutti gli italiani: In sospeso.

Si tratta del verbo sospendere.

Mariana: Vuoi fare il sostenuto anche oggi Giovanni?

No, non è il verbo “sostenere” ma è “sospendere“, che a volte sono verbi simili.

Per farvela breve, quando qualcosa è “in sospeso” (uso il verbo sospendere) significa che è ancora da finire, ancora da terminare o da pagare. Attenzione però a due cose importantissime.

1 – Si usa per rappresentare qualcosa di fermo, che non è in stato di movimento, quindi se sto facendo un compito di italiano e non ho ancora terminato, non posso dire che il compito è in sospeso, perché semplicemente lo devo ancora terminare. Posso dire che è in via di completamento, che sto terminando, che tra poco terminerò, ma non che è in sospeso.

“In sospeso” si usa invece quando qualcosa è iniziato e poi si è interrotto e non si sa bene fino a quando la situazione non cambierà.

Dovevano pagarmi oggi lo stipendio, ma il pagamento è ancora in sospeso. Chissà perché e chissà quando si sbloccherà la situazione!

oppure:

Ho chiesto alla mia fidanzata di sposarmi. Lei però ancora non mi risponde. Ed io sarò in sospeso finché non deciderà.

Quindi io mi trovo in uno stato di dubbio, di attesa. Chissà quando deciderà e chissà cosa mi risponderà…

Si usa anche “tenere in sospeso” quando c’è la volontà di creare un’attesa, uno stato di dubbio e di incertezza.

La mia ragazza mi tiene in sospeso da un mese. Ma quando si deciderà?

Cristine: Ma ti rendi conto che una ragazza ha bisogno di tempo?

Carmen: Infatti, ma passi un giorno, passi anche una settimana, ma non può durare all’infinito!

Se Poi, se qualcuno mi tiene in sospeso, posso anche dire che sono stato lasciato in sospeso.

Tenere in sospeso e lasciare in sospeso sono due espressioni usate molto spesso.

Non voglio lasciare nulla in sospeso con te, quindi ti pago ciò che devo pagarti, così possiamo dirci addio!

Poi esistono le questioni in sospeso:

Io e Giovanni abbiamo una questione in sospeso

Ho chiesto al mio capo un aumento dello stipendio ma la questione è ancora in sospeso

Una questione in sospeso è qualcosa che non trova una conclusione. A volte poi è relativa ad una litigio, a qualcosa da chiarire tra due persone che è rimasta così, in sospeso.

Veronica: Spesso, quando le questioni rimangono in sospeso, prima o poi arriva la resa dei conti!

Naturalmente ogni volta che uso questa locuzione si deve chiarire di cosa si sta parlando, perché altrimenti non si capisce. Cosa è in sospeso?

Al lavoro sono ancora in sospeso.

In che senso scusa?

nel senso che non si sa se mi rinnoveranno il contratto

Quindi è necessario specificare, anche nella stessa frase:

Il mio rinnovo contrattuale è ancora in sospeso.

2. E’ molto importante usare la preposizione “in” altrimenti il concetto non è chiaro. Infatti la “sospensione” ha molti significati diversi, come anche il verbo “sospendere“.

Ci sono espressioni comunque con un significato simile:

Restare col fiato sospeso, ad esempio, significa trattenere il respiro, ma si usa quando si ha una forte emozione oppure quando sta accadendo qualcosa di molto importante che porterà a risultati incerti.

Quando ci sono i calci di rigore tutti i tifosi restano col fiato sospeso! Poi, se tutto va bene, tirano un sospiro di sollievo…

L’episodio finisce qui. Oggi ho fatto un esperimento. Le frasi di ripasso le abbiamo utilizzate all’interno dell’episodio anziché metterle alla fine come facciamo sempre.

Se vi piace possiamo continuare così anche nei prossimi episodi.

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289 – la congruità

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Giovanni: mi chiedo spesso: la durata di due minuti per un episodio è una durata congrua? Oppure ai visitatori di Italiano Semplicemente piacciono episodi più lunghi?

La congruità è una caratteristica interessante perché si può usare quando parliamo di qualsiasi argomento.

Stiamo parlando di adeguatezza. Mi chiedo cioè se due minuti siano un tempo adatto, un tempo rispondente alle esigenze dei visitatori. Mi chiedo se sia una durata opportuna, adatta, perché se non fosse una durata congrua sarebbe probabilmente troppo corta o magari troppo lunga.

La congruità serve sempre ad associare due elementi che in qualche modo devono essere legati tra loro. Quando mi chiedo se esiste congruità, quando mi chiedo se una cosa qualsiasi è congrua devo sempre chiedermi:

Deve essere congrua rispetto a cosa?

La durata di 2 minuti per un episodio può essere congrua rispetto alle esigenze di Ulrike dalla Germania, che magari ama gli episodi brevi, ma potrebbe non essere congrua per le esigenze di Sofie, che invece magari ama episodi più lunghi.

Ma quante cose possono essere congrue? Qualsiasi cosa può esserlo.

Se io acquisto un buon corso di italiano per 1 euro… beh, evidentemente questo prezzo non è congruo al valore del corso. Il prezzo non è un prezzo opportuno, non è quello giusto, non c’è proporzionalità tra il valore del corso e il prezzo.

Si usa molto in economia e negli affari:

L’offerta fatta per l’appartamento non è congrua, quindi l’abbiamo rifiutata.

Un partito può avere una congrua rappresentanza in Parlamento. Quindi è soddisfacente, è abbastanza alta.

Posso usare la congruità anche nella vita di tutti i giorni:

Per fare una doccia occorre una congrua quantità d’acqua. Altrimenti non sarà sufficiente per lavarsi.

Spesso stiamo parlando di una quantità, ma non specifichiamo l’esatta quantità, diciamo solamente che deve essere congrua, cioè sufficiente per ottenere un certo risultato, o sufficiente rispetto a qualche altra cosa. Parliamo in ogni caso di un confronto tra due quantità o caratteristiche che possono avere un valore che possiamo dire alto o basso.

Possiamo anche affrontare in modo congruo delle esigenze.

Cioè con la dovuta attenzione, dando la giusta importanza alle cose.

In modo congruo si dice anche “congruamente“.

Dobbiamo congruamente affrontare il problema dell’inquinamento.

Allora devo trovare strumenti adeguati per fare questo.

E la congruenza? E’ come la congruità?

Sì, esiste anche la congruenza. Quando due cose non si sposano bene tra loro (si dice anche così), quando non si nota un legame chiaro quando invece dovrebbe esserci, possiamo dire che non c’è congruenza tra queste due cose. Le due cose non sono congruenti.

Giovanni è un po’ strano ultimamente. Non c’è molta congruenza tra quello che dice e come si comporta. Non ti sembra?

In questo caso il confronto è reciproco. Tra loro, due cose non sono congruenti. Oppure lo sono.

Allora in questi casi non c’è alto e basso, non c’è un elemento che ha o non ha abbastanza una caratteristica rispetto ad un’altra, ma c’è solo una mancanza di sintonia, solo qualcosa che stona, qualcosa che non va, una mancanza di logica. Quindi mentre la congruità fa riferimento all’adeguatezza di un elemento rispetto ad un altro, nel caso della congruenza le due cose si confrontano tra loro per vedere se sono congrue tra loro.

Se due persone vanno d’accordo probabilmente c’è una congruenza nei valori delle due persone, una certa vicinanza. Insomma non possono essere totalmente opposti.

Si tratta di un linguaggio probabilmente poco comune nel linguaggio parlato, ma è molto adatto in un contesto lavorativo, dove c’è domanda e offerta quindi si è abituati a fare confronti, confronti che possono essere congrui oppure no. Molto usato nel linguaggio scritto commerciale e giornalistico.

Al lavoro quindi, o in affari, se ti fanno un’offerta economica e non la ritieni sufficiente, anziché dire:

L’offerta non è giusta

È troppo poco

Non va bene

Puoi dire: l’offerta non è congrua, non riteniamo che l’offerta sia congrua, non c’è congruità tra il valore offerto e quello reale.

Se invece chi vuole acquistare fa ottimi apprezzamenti, dice “meraviglioso questo appartamento” e poi l’offerta è scarsa, si può rispondere dicendo:

Non c’è congruenza tra le dichiarazioni e l’offerta.

Bene, vi invito a ripetere l’ascolto se non è tutto chiaro. Alla prossima.

Scusate per la durata eccessiva ma tra complessità del concetto e durata della spiegazione ci deve essere una certa congruenza.

Ripasso:

Xiaoheng: È così ci siamo sorbiti un altro episodio di due minuti.

Due minuti? Un parolone, direi.

Meglio se lasciamo correre!

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