912 Condannare e demonizzare

Condannare e demonizzare (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: Oggi parliamo del diavolo, anzi del demonio.

Non abbiate paura, perché l’obiettivo di questo episodio è solamente quello di farvi capire il verbo demonizzare.

Lo farò con l’aiuto di quattro membri dell’associazione Italiano Semplicemente: Peggy, Ulrike, Irina e Hartmut, che interverranno nel corso della spiegazione. Quando lo faranno utilizzeranno qualcosa che abbiamo spiegato in un episodio precedente. Io poi farò un commento su questo utilizzo e continuerò la spiegazione.

Allora, l’origine di demonizzare l’avete già capita: il demonio, cioè il diavolo.

Il demonio è una figura presente nella cultura e nella religione cristiana.

Rappresenta un essere malvagio, oscuro e, appunto, demoniaco.

Peggy: Secondo la tradizione cristiana, il demonio o Satana (è il suo nome), è un Angelo che si è ribellato contro Dio e al contempo ha cercato di diventare eguale a lui.

Ulrike: Dio lo ha quindi espulso dal cielo nonché lo ha condannato all’eterna dannazione.

Va comunque sottolineato che il concetto di demonio e la sua rappresentazione variano a seconda delle culture e delle religioni, e non tutte le religioni credono in un’entità malvagia simile al demonio cristiano.

Il verbo “demonizzare” significa dipingere qualcosa o qualcuno come malvagio, pericoloso o negativo, e può essere usato sia in contesti formali che colloquiali.

Irina: Il verbo “demonizzare” viene spesso e volentieri utilizzato in riferimento a un fenomeno, un’idea, un gruppo o una persona, che viene presentata come dannosa o immorale.

Molto simile a “condannare” ma condannare si usa quando si giudica negativamente una persona o un fatto per qualcosa che ha fatto senza possibilità di scuse. Si tratta spesso di una colpevolezza morale, di una “sentenza” di colpevolezza ma non parliamo solamente delle sentenze di un giudice. Il giudice condanna nel senso che infligge una vera pena da scontare, tipo 10 anni di prigione o 1000 euro da pagare per scontare la condanna.

Il senso di condannare in questo caso è più generale: considerare colpevole una persona o sbagliato un comportamento.

Condannare è quindi simile a disapprovare o criticare, più leggeri da questo punto di vista rispetto a demonizzare, perché il demonio è il male in persona!

Poi per condannare c’è spesso bisogno di un fatto, un qualcosa che si disapprova, si condanna, si critica.

Ciò che si demonifica invece può essere una figura, un’idea, un fenomeno, un gruppo sociale, un mestiere, per ciò che rappresenta, per le conseguenze che comporta.

Vediamo esempi di condannare:

Non puoi condannarmi per averti tradito una sola volta!

Non condannarmi solo perché la penso diversamente da te.

Condanniamo chiunque usi la violenza.

Condannare l’operato di un arbitro per aver assegnato un rigore dubbio mi sembra esagerato.

Non basta condannare il comportamento di Giovanni; occorre anche impedirgli di fare del male alle persone.

Demonizzare” ha quindi un’accezione più forte e spesso viene usato in situazioni in cui si vuole enfatizzare la malvagità o la pericolosità di ciò che si sta descrivendo.

Ecco alcuni esempi:

La Guerra va demonizzata sempre e comunque. Senza se e senza ma.

La stampa ha demonizzato la figura del politico, presentandolo come un mostro. Non sempre è così però.

La società ha demonizzato la figura del tossicodipendente, senza considerare i suoi problemi di salute mentale.

In questo periodo storico, molti gruppi sociali sono stati demonizzati e perseguitati.

Nella campagna elettorale, la figura del candidato è stata demonizzata dai media.

Hartmut: In alcuni Paesi, malgrado il progresso raggiunto, l’omosessualità viene ancora demonizzata da alcune fazioni conservatrici.

Il conflitto tra le due nazioni ha portato alla demonizzazione reciproca delle rispettive culture.

Per iscriversi alla facoltà di medicina bisogna superare un test. C’è chi demonizza questo test ma c’è anche chi è d’accordo.

Rispetto a condannare, demonizzare ha dunque un tono più forte e negativo, è meno legato a singoli fatti e comportamenti singoli e si usa per considerare qualcosa in modo estremamente negativo e pericoloso, senza possibilità di redenzione. Dall’inferno non si torna!

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Gli esercizi su questo episodio (con soluzione) sono disponibili per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente

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n. 96 – CHIOSARE – 2 minuti con Italiano semplicemente

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Trascrizione

Giuseppina: oggi vediamo il verbo “chiosare”.

Si sente abbastanza spesso al telegiornale, ascoltando le notizie del giorno, viene detto ad esempio:

Il presidente chiosa: dobbiamo reagire!

Quando una persona chiosa, si tratta quasi sempre di un commento critico, di un rimprovero, di una nota negativa. Un rimprovero verso qualcuno, qualunque persona, anche se stesso in teoria.

Non è un verbo che si utilizza nel linguaggio quotidiano, questo bisogna dirlo, infatti normalmente diremmo:

Giovanni ha detto, Giovanni ha commentato dicendo, eccetera, ma poi per rendere lo stesso significato devo aggiungere qualcosa in più, qualcosa che dia il senso negativo della critica, il senso di rimprovero o al limite di incitazione. Spesso chiosare qualcosa ha un obiettivo preciso, serve a proporre un’azione da intraprendere.

Deve essere inoltre una frase secca, che deve dare un senso immediato di azione, come a dire: qualcosa non va, dobbiamo fare qualcosa.

Ha anche un senso un po’ autoritario, spesso si usa con persone importanti.

Inoltre non si usa mai in prima persona, ma sempre quando si parla di altre persone, proprio come fanno i giornalisti.

Quando si usa chiosare, vanno sempre riportate le parole più o meno esatte, usate dalla persona di cui si parla. Questo è molto importante.

Giovanni, quando ha sentito una persona dire che c’è bisogno di più grammatica in italiano semplicemente, ha immediatamente chiosato:

“non esiste tra le sette regole d’oro, quindi non si usa la grammatica”

Ripasso espressioni precedenti:

Carmen (Germania 🇩🇪) :

Ogni volta che si disubbidisce ad un genitore, spesso lo si sente chiosare contro il figlio, che spesso è costretto a sottostare alle regole imposte dall’alto. C’è comunque chi se ne frega. Altri figli fanno finta di essere duri di comprendonio. C’è chi dice che essere rigidi con i figli lasci il tempo che trova, e che invece occorra armarsi di pazienza.

Altri invece sostengono che non bisogna mai abbozzare, senza fare mai strappi alle regole con loro, e che qualche schiaffo ogni tanto sia utile per impedire loro che non prendano una brutta piega.

Io sinceramente credo che occorra essere pazienti, comportarsi con fare amorevole e solo quando si esagera, quando cioè la misura è colma, bisogna intervenire rigidamente, ma spesso, devo essere sincera, sono combattuto tra la linea morbida e quella dura. Non è facile fare i genitori.

L’Inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con italiano semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro. Ti aspettiamo!

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