Sparire o scomparire (audio)
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Trascrizione
Giovanni: qual è la differenza tra sparire e scomparire?
Un membro dell’associazione, Xiaoheng, che approfitto per salutare, mi ha posto questa domanda. Ascoltiamo Xiaoheng:
Xiaoheng: Ascoltando l’episodio dedicato al termine sparuto, hai usato i verbi sparire e scomparire, ma nonostante la mia ricerca sui dizionari non sono riuscita a capire la differenza tra questi due verbi. Poi la parte finale -parire mi crea problemi perché mi viene da dire “sono sparsi” e non “sono spariti” facendo confusione col verbo spargere. Infine, come se non bastasse, scomparso (participio passato) può diventare scomparsa, che è anche sostantivo.
Che mal di testa!
Giovanni: Allora vediamo un po’.
In realtà nessuno l’ha mai spiegato neanche a me, e a dire il vero non c’è una differenza significativa, ma in qualche caso, se proprio vogliamo andare a distinguere, quando si usa il verbo scomparire, si tratta spesso di persone.
Forse ci sono anche emozioni forti legate a questo verbo. Paura, ad esempio, per una persona scomparsa, che non vediamo più e siamo preoccupati. Preoccupazione e paura sono più spesso associati alla scomparsa.
Sicuramente sparire si usa maggiormente nel linguaggio colloquiale, mentre scomparire è più legato alla preoccupazione.
Scomparire e sparire significano entrambi non farsi più trovare, nascondersi, rendersi irreperibile, sottrarsi alla vista andando via o semplicemente qualcuno o qualcosa non si vede più e non si sa che fine abbia fatto e spesso siamo preoccupati per questa scomparsa o sparizione. In questo caso come detto mi sembra si preferisca scomparire.
Ho appena usato il sostantivo “scomparsa“:
Sono forti le preoccupazioni per la scomparsa (sparizione è meno adatto) di un anziano signore che si è allontanato da casa e da allora non si è più trovato.
Usata come verbo invece:
È scomparsa la mia automobile parcheggiata in garage.
La donna scomparsa si chiama Daniela
La scomparsa, come sostantivo, sta quindi alla sparizione come scomparire sta a sparire. Anche sparizione è sostantivo.
La sparizione dei vasi etruschi dal museo è un vero mistero.
Scomparire è comunque molto simile anche a dileguarsi.
Dileguarsi: in questo verbo la volontà e la velocità, sono le uniche cosa che contano. Quindi dileguarsi significa non esattamente sparire o scomparire, ma andare via, allontanarsi, lasciare un luogo, scappare da una situazione rischiosa, spesso per furbizia o per sfuggire da impegni e responsabilità.
Mi verrebbe da pensare che “scomparire” ha anche qualcosa di misterioso in più.
Riguardo agli oggetti, non si può dire in generale che sia sbagliato usare scomparire, assolutamente no, ma più spesso un oggetto sparisce. Forse perché la cosa non rappresenta spesso una forte, vera preoccupazione.
Sono spariti i miei occhiali. Che fine hanno fatto?
Non c’è una seria preoccupazione in questo caso. Ma nessuno mi impedisce di usare scomparire. Insomma quasi quasi il mal di testa viene anche a me!
Forse quando qualcosa sparisce questa cosa è introvabile, oppure è stata persa, oppure è colpa di qualcuno.
Si usa infatti spesso “far sparire” qualcosa, tipo:
Prima del processo qualcuno ha fatto sparire tutti i documenti più importanti
Sicuramente in questo caso è più usato sparire che scomparire.
Si usa anche “sparire o scomparire dalla circolazione“, senza preferenze. Espressione che si usa sia con le persone quando non si fanno più vedere in giro, sia con gli oggetti, quando sono fuori commercio.
Un’altra cosa certa è che sparire si usa molto più di frequente come esclamazione:
Sparisci!
Sparite!
Esclamazione che si usa per invitare una o più persone ad andarsene, perché sono fastidiose e negative.
Sicuramente in questo caso si usa più spesso sparire.
Potrei comunque dire:
Scompari dalla mia vista!
Un po’ più teatrale!
Riassumendo, se volete sempre usare scomparire o sparire, fate pure, non c’è una differenza marcata.
Ho voluto condividere qualche riflessione con voi, che può magari esservi utile, anche solo come esercizio di ascolto e riflessione in lingua italiana.
Saluto xiaoheng sperando che il mal di testa non sia aumentato!
Per quanto mi riguarda so come fare: meglio non iniziare a studiare il cinese!
Adesso ripassiamo.
Irina: ciao bella, ho sentito che siete tornati alla carica ieri sera al campo di calcetto. Vorrei sapere se, come l’ultima volta, la tua squadra si è salvata in calcio d’angolo col gol di Giovanni contro il portierone oppure avete vinto a mani basse?
Ulrike: all’inizio era una partita di una difficoltà che non ti dico. Hanno fatto venire a galla buona parte dei nostri punti deboli. Ci hanno pure colti alla sprovvista un paio di volte segnando due gol facili.
Sofie: a quel punto il nostro portiere sembrava un’anima in pena e quindi ci siamo visti costretti a sostituirlo con Anto’. Ce l’hai presente? È quel tipo strano che fa il medico ma parla come uno spazzino dell’Ama, mezzo ubriaco.
Komi: eh sì, ogni due per tre se ne esce con qualche strafalcione dialettale incomprensibile a metà del gruppo e le parolacce le spara a manetta. Torniamo a bomba però.
Rauno: proprio lui! A parte le sue uscite, ha fatto svoltare la partita. Dal punto in cui è entrato in porta le cose sono volte decisamente al meglio.
Anthony: Eh già! Siamo riusciti addirittura a sfoderare tre gol di fila, tutti con i fiocchi, compreso quello di quel maldestro di Giovanni che è stato il gol decisivo.
Emma: eh si ragazzi. Con questa formazione penso che siamo proprio a cavallo.