Opinabile, soggettivo, controverso, discutibile, contestabile (ep. 1059)

Opinabile, soggettivo, controverso, discutibile, contestabile

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Trascrizione

Vorrei sapere la vostra opinione sull’aggettivo “opinabile“. Qualunque sia la vostra opinione, di sicuro questa è opinabile.

Infatti l’opinione è, come diceva il filosofo Eraclito, una falsa visione personale della realtà.

Non è un caso che opinione è opinabile siano termini simili.

Opinabile è infatti un aggettivo che indica dei fatti o delle questioni che si possono opinare, su cui cioè si può avere un’opinione propria, o diversa da altre.

Se qualcosa è opinabile, allora non è indiscutibile. Non esiste una verità assoluta.

Tu puoi avere una tua opinione e io una mia. Ciascuno può avere la propria opinione.

Ok ma perché si dovrebbe usare in una frase? Perché scegliere proprio questo aggettivo?

Se vogliamo esprimere una nostra opinione personale su un fatto o una qualunque questione e non crediamo sia possibile pensarla in un solo modo, allora possiamo dire che questa è una materia opinabile, una questione opinabile, una soluzione opinabile.

Es: coloro che non vanno a votare dicono che tanto è inutile, perché tutti i politici sono uguali e nessuno pensa ai problemi reali delle persone. Decisamente opinabile vero?

Spesso opinabile è sinonimo di discutibile, quindi possiamo usarlo al posto di questo aggettivo.

Opinabile è comunque più formale.

Possiamo parlare di una teoria opinabile, di un’affermazione opinabile.

A volte usiamo opinabile per contestare una persona che crede di avere la verità in tasca.

Non necessariamente per contestare però.

Opinabile” può essere utilizzato per indicare che qualcosa è soggetto a interpretazione o discussione, senza necessariamente contestare la verità di qualcuno.

Un esempio potrebbe essere:

Secondo te questo film è stupendo? Questo è opinabile, poiché ho sentito persone che lo hanno trovato noioso.

In questo caso, si sta suggerendo che le opinioni sul film possono variare da persona a persona, senza implicare che qualcuno abbia la verità assoluta sull’argomento, senza che ci sia una protesta o una contestazione.

Capite come l’aggettivo si presti a qualunque questione, qualunque cosa su cui si può esprimere la propria opinione.

Ci sono parecchi aggettivi simili a opinabile.

Vediamo le differenze.

Alcuni sinonimi di “opinabile” includono:

Discutibile: usando questo aggettivo potrei anche sottolineare il fatto che si possano avere opinioni diverse, ma semplicemente si parla di qualcosa che non ha basi logiche, quindi che è poco credibile. Se usiamo questo aggettivo quando si descrive un’opinione altrui, è diciamo “ciò che hai detto è discutibile” può anche essere offensivo, perché non si sta dicendo necessariamente che si possono avere opinioni diverse, ma piuttosto che quella cosa non è vera, è poco credibile, non è logica, o è qualcosa che non si può dimostrare.

Contestabile: abbastanza simile a discutibile. Questo aggettivo viene utilizzato quando si vuole sottolineare che qualcosa può essere messo in discussione o contestato. Ad esempio, si potrebbe dire: “La sua teoria è contestabile, ci sono molte prove che la contraddicono”. Appare meno emotivo come aggettivo. Si potrebbe usare anche per consigliare ad un amico che meglio non dire una certa cosa perché questa cosa ha dei punti deboli, quindi è contestabile, qualcuno potrebbe contestarla.

Soggettivo: viene utilizzato per indicare che qualcosa dipende dalle opinioni, ma più ancora dalle esperienze o punti di vista personali di una persona, piuttosto che essere basato su fatti oggettivi. Ad esempio, si potrebbe dire: “La bellezza di un’opera d’arte è un concetto soggettivo, ognuno ha la propria opinione su di essa, perché dipende dai gusti personali di ciascun individuo. Direi che “opinabile” è meno neutro rispetto a “soggettivo”. Infatti dire che qualcosa è soggettivo è come dire “dipende dalle persone”, mentre opinabile somiglia di più a “questa non è la verità assoluta”, “non è detto che sia così” quindi a volte potrebbe sembrare un attacco personale, sebbene non informale. “Soggettivo” è meno pericoloso da questo punto di vista. Non c’è il rischio di una contestazione” se si usa il tono giusto.

Controverso: viene utilizzato per descrivere qualcosa su cui ci sono opinioni contrastanti o dibattiti accesi. Ad esempio, si potrebbe dire: “Il nuovo libro dell’autore è stato molto controverso, diviso tra chi lo ha apprezzato e chi lo ha criticato aspramente.” In questo caso, si sottolinea che il libro ha suscitato dibattiti intensi e opinioni contrastanti da parte del pubblico. Se qualcosa è controverso allora è oggetto di controversia, un termine simile a litigio, dissidio, contesa, contrasto, disaccordo, discussione, disputa, lite.

Poi controverso può essere associato anche a una persona o al suo carattere:

Giovanni è un tipo controverso, ha un carattere controverso. Vuol dire che Giovanni è difficilmente interpretabile, ha un carattere difficile, con caratteristiche che sembrano opposte. Non è facile capire bene il suo carattere.

Opinabile invece, oltre che più formale, non si usa per descrivere direttamente le persone.

Come ripasso, vi propongo di parlare di discussioni.

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Ripasso a cura dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

Ulrike: Indiscutibilmente si tratta di un episodio utilissimo. Non permetto a chicchessia di mettere in discussione questo mio Ferno giudizio. Davanti a eventuali contestazioni, che indubbiamente sarebbero prive di fondamento, resterei imperterrita. Questo è quanto. 😉

Estelle: Benché l’argomento possa essere opinabile la tua opinione come ripasso lascia poco spazio a controversie. Dunque concordo pienamente con te. Non vorrei ci fossero ricadute sul nostro rapporto 😂

Marcelo: Ragazze, capisco benissimo che vi piace questo episodio e che lo trovate utile!
Però dobbiamo ricordare che c’è sempre il rovescio della medaglia!
Le opinioni sono sempre soggettive, quindi possono essere soggette a revisione!
Almeno questo è la mia opinione . Mi aspetto di non essere frainteso!

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Segue la canzone dal titolo “tra le onde dell’opinione

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Buttarla in caciara

Buttarla in caciara

Buttarla in caciara

Buttarla in caciara è l’espressione di oggi.

Si usa durante le discussioni; una qualsiasi discussione, dove ciascuno cerca di convincere gli altri che ha ragione, che la propria opinione è la migliore di tutte.

Nel corso della discussione, qualcuno potrebbe rendersi però conto che le cose non stanno andando bene per lui.

Qualcun altro sta avendo la meglio, e questo potrebbe infastidire questa persona.

Allora a questo punto questa persona, innervosita, inizia a essere provocatoria, inizia a generare discussioni, ad alzare la voce, inizia a generalizzare, a mettere tutto in discussione, perché questo confronto non sta andando bene per lui. L’obiettivo a questo punto è che nessuno abbia la meglio.

Insomma, si inizia a discutere ad alta voce, come se ci trovassimo in una caciara. Qualcuno l’ha buttata in caciara, è sua la colpa.

La caciara cos’è? Indica indica il luogo dove si fa, dove si produce il formaggio, detto anche “cacio” informalmente. Nella caciara si produce il formaggio. In pratica si tratta del caseificio. Questo sarebbe il termine corretto.

Buttarla in caciara è l’espressione che si può appunto usare in queste situazioni.

Quando vediamo una persona che inizia a provocare, a urlare, perché non accetta che la discussione non sta andando come voleva lui o lei, possiamo dire che questa persona la sta buttando in caciara.

Cioè in pratica sta trasformando il luogo in cui si sta discutendo in una caciara, un luogo dove ci sono persone poco istruite evidentemente, poco educate probabilmente, che urlano anche, tra le altre cose.

Il termine caciara, nella lingua informale si utilizza anche per indicare una situazione rumorosa, come anche casino, confusione, bordello, eccetera. Anche questi sono termini molto infornali.

Buttarla” invece significa trasformare qualcosa in qualcosa di peggiore, spingere qualcosa verso un cambiamento peggiorativo, quindi trasformare questa discussione in una situazione confusa e rumorosa diventa in poche parole: buttarla in caciara.

Se dico che Giovanni la butta sempre in caciara potrei, in alternativa, dire:

Giovanni fa sempre un sacco di confusione quando ha torto.

Giovanni non accetta mai che le sue proposte non siano accettate.

Giovanni parla a sproposito quando le cose non vanno come dice lui.
Giovanni è disposto a tutto pur di non accettare di non aver ragione.

Insomma Giovanni la butta sempre in caciara!!
È un’espressione informale naturalmente come ho detto, ma, come spesso accade, non esiste un modo formale per dire proprio la stessa cosa.

Batti e ribatti

Batti e ribatti (scarica audio)

batti e ribatti

Cosa può avvenire durante una discussione tra due o più persone? Una di queste cose è sicuramente un batti e ribatti.

Infatti un batti e ribatti avviene quando due persone o due gruppi di persone fanno una discussione che spesso viene definita serrata.

Due persone si accusano l’un l’altra?

In questo caso c’è un batti e ribatti di accuse.

Si offendono ripetutamente?

Sei stato tu a far cadere il governo!

Non è vero, è colpa della tua incapacità!

No, lo sanno tutti che sei un incompetente!

Io incompetente? E tu allora? Non sei neanche laureato!

Avete assistito ad un batti e ribatti di insulti!

A dire il vero l’espressione si usa anche quando si insiste molto e alla fine si ottiene un risultato:

Giovanni voleva ottenere un aumento di stipendio e così tutti i giorni andava dal suo capo a battere cassa. Sai che alla fine, batti e ribatti, ce l’ha fatta!

In questo caso è simile a “dai e dai”. Potremmo anche dire:

Batti oggi, batti domani, alla fine ha ottenuto l’aumento!

Notate che in questo caso non c’è “un” batti e ribatti. Si usano invece i verbi battere e ribattere, come a dire:

a forza di battere e ribattere alla fine c’è riuscito

Nel caso invece di una discussione, dove si usa “un”, come dicevo spesso si parla di discussione serrata, simile a discussione accesa, animata, ma c’è anche il senso della velocità. E’ anche una discussione incalzante, rapida, veloce.

C’è il senso del ritmo, per indicare che l’accusa di una persona arriva subito dopo quella dell’altra.

Secondo poi

Audio

E’ possibile ascoltare il file audio e leggere la trascrizione di questo episodio tramite l’audiolibro (Kindle o cartaceo) in vendita su Amazon, che contiene in tutto 42 espressioni italiane.

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Trascrizione

Buonasera amici di italiano semplicemente e benvenuti su questo nuovo podcast dedicato  a coloro che già comprendono la lingua italiana e si vogliono un po’esercitare ad ascoltarla oltre che vogliono imparare a fare un po’ di esercizi di ripetizione. E’ questa una delle regole di Italiano Semplicemente. Oggi quindi spieghiamo un’espressione idiomatica, un’espressione abbastanza strana. Molti di voi si stupiranno un po’ di questo, di questa espressione, che è molto semplice composta da due parole: “secondo poi”.

immagine_secondo_poi

Quindi oggi spieghiamo questa piccolissima, cortissima espressione: due sole parole. Dopodiché farò degli esempi di vita quotidiana e alla fine faremo un piccolo esercizio di ripetizione.

Allora, come faccio di solito, di consueto, spieghiamo prima le singole parole che compongono la frase, poi spiego l’intera frase, il significato della frase idiomatica e poi come vi dicevo faremo un esercizio di ripetizione e prima ancora degli esempi.

Allora: secondo poi.

“Secondo” è semplicemente una parola che serve per ordinare le cose. Ok?

C’è PRIMO, SECONDO, TERZO, QUARTO, QUINTO, SESTO, SETTIMO, OTTAVO, NONO, DECIMO ad esempio.

Secondo quindi è semplicemente una parola che si usa quando si fa una lista; ad esempio se facciamo la spesa e dobbiamo comprare il latte e il pane, allora devo dire: “primo, compro il latte, secondo il pane, terzo lo yogurt ad esempio.

Ebbene questo è il significato della parola “secondo”.

“Poi” cos’è? E’ una parola di tre lettere che si usa semplicemente quando si parla del tempo. Quindi poi è il contrario di prima. Prima significa “in un tempo precedente”, poi significa “in un tempo successivo”. C’è anche l’espressione “prima o poi”: prima o poi vincerò una coppa! Prima o poi raggiungerò il cinquantesimo compleanno. Prima o poi avrò cinquant’anni. Prima o poi andrò in pensione. Vuol dire “un giorno o l’altro accadrà, prima o poi accadrà.

Ma il significato di questa parola poi nell’espressione “secondo poi” non è in realtà quello solito, che conoscete e si usa normalmente quando si ha a che fare col tempo.

Ha sempre qualcosa a che vedere col tempo ma non è la stessa cosa. In realtà “secondo poi” è un’espressione che si usa ugualmente alla parola “secondo”, quando si fanno delle liste, degli elenchi. Però in un caso particolare, preciso di liste e di elenchi: tutti quei casi in cui si sta facendo una discussione con qualcun altro, ed anche quando si sta litigando con qualcun altro: quando si discute, quando si litiga e si vogliono dire alcune cose all’altra persona, alcune cose che danno fastidio oppure quando si sta dando una lista di motivi, di motivazioni, di ragioni per cui ci si sta lamentando o per cui si sta giustificando un certo comportamento ad esempio.

Vi faccio qualche esempio così potete capire bene. Ovviamente si tratta di una espressione informale quindi si usa soltanto nella forma orale; al massimo la potete usare nelle chat, nelle conversazioni informali tra amici e comunque, essendo una espressione che si usa quando il tono è un po’ animato, quando la discussione è un po’ accesa, solitamente queste cose non si scrivono ma si usano soltanto nella forma orale.

Vi faccio un esempio: se litigate con il vostro partner; se siete una donna  e litigate col vostro marito e gli dite che non va bene quello che sta facendo, perché si sta comportando male, perché tutti i giorni lui va a giovare a tennis,  e perché non vi fa più regali ormai da un po’ di tempo. Allora potreste iniziare una discussione con vostro marito e gli dite ad esempio:

ascolta Marco, non ne posso più di questa situazione: non ne posso più, dobbiamo parlare“.

Hai hai hai hai: quando una donna dice: “dobbiamo parlare” è un casino!”

Dobbiamo parlare perché le cose non vanno bene tra noi! ”

Il marito allora dice: “ma perché le cose non vanno bene, cosa c’è? Cosa c’è che non va? Le cose vanno benissimo invece!

E lei allora comincia a dire: “prima di tutto, vai tutti i giorni a giocare a tennis, secondo poi, è molto tempo che non mi fai un regalo“.

Prima di tutto giochi tutti i giorni a tennis, secondo poi non mi fai più un regalo da molto tempo“.

Questa è la frase che potrebbe dire una donna arrabbiata col proprio marito. Questo è un esempio di applicazione, ve ne posso fare anche un altro:

Ammettiamo che una mamma dica al proprio figlio…. faccio tutti esempi in cui le donne si lamentano con dei maschi, chissà perché…. una donna può lamentarsi con la propria figlia (facciamo così! Con la propria figlia) e le dice: “ascoltami, ti stai troppo poco dedicando ai compiti, questa è la prima cosa che ti devo dire. Secondo poi quella tua amica che frequenti da un po’ di tempo a me non piace molto“.

Ok? Quindi anche in questo caso si sta facendo una lista, si sta facendo un elenco di cose che non vanno bene, ci si sta lamentando, qualcuno sta discutendo con un’altra persona: la mamma dice alla figlia due cose che non vanno bene: dice “prima di tutto” le dice una cosa, “non stai facendo i compiti”.

Prima di tutto” è il modo con cui si richiama, con cui si elenca la prima cosa che non va: “prima di tutto non stai facendo i compiti“, “secondo poi la tua amica non mi piace“. Quindi la mamma dice alla figlia: “dovresti cambiare amicizie, perché non mi piace l’amica che frequenti”.

E glielo dice usando l’espressione “secondo poi”.

Quindi è molto semplice, un’espressione molto semplice ma molto utilizzata in Italia ogni qualvolta si sta discutendo animatamente con qualcuno; quindi si può usare a casa, col marito o con la moglie, si usa con i figli, ed anche coi colleghi. Si può usare anche al lavoro, senza nessun problema ma sempre a livello di dialogo informale. Al lavoro tranquillamente potete usarlo, potete dire ad esempio che non ce la fate più a lavorare come prima perché prima di tutto non andate d’accordo con i colleghi, secondo poi il lavoro che fate adesso non vi piace: fate un altro tipo di lavoro e quindi voi non siete più felice nel vostro lavoro. Quindi anche in questo caso potete dire: “prima di tutto” e “secondo poi”.

Non vi consiglio di usare la frase “secondo poi” in ambienti e con persone a cui tenete, ad esempio col vostro professore all’università o col vostro datore di lavoro; non usatela perché si usa, ripeto, soltanto quando si discute, si litiga.

Quindi probabilmente non vi capiterà mai di litigare usando la lingua italiana, anche perché quando si litiga, chissà perché, si usa sempre la propria lingua madre.

Ho fatto caso al fatto che tutte le persone che litigano preferiscono esprimersi usando la propria lingua.

Bene ragazzi, adesso facciamo un esercizio di ripetizione molto semplice e breve.

Io dirò delle frasi e voi dovrete semplicemente ripeterle. Ripetetele facendo attenzione al tono che utilizzo e quindi imitate soltanto il mio tono: non c’è da pensare alla grammatica in questo caso perché non ha alcun senso. ok?

Ripetete dopo di me:

Secondo

secondo poi

prima di tutto

prima di tutto

secondo poi

secondo poi

prima di tutto non mi piaci più, secondo poi non ti sopporto più

prima di tutto non mi piaci più, secondo poi non ti sopporto più

Bene ragazzi spero che il podcast vi sia piaciuto, un podcast un po’ più breve del solito, quindi vi ringrazio dell’attenzione e di aver dedicato il vostro tempo prezioso all’ascolto del sottoscritto.

Questo podcast verrà pubblicato anche nella forma scritta, quindi vi raccomando di leggere anche la trascrizione del podcast, se siete abituati a leggere e scrivere nello stesso momento. Verrà poi fatto un video che pubblicherò su Youtube (con i sottotitoli). Di conseguenza ce n’è un po’ per tutti i gusti.

Grazie per aver ascoltato e ci vediamo su ItalianoSemplicemente.com