715 Prettamente e squisitamente

Prettamente e squisitamente (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: qualche episodio fa ci siamo occupati di mero e mera. Ricordate?

Irina: ah, ricordo poco quell’episodio. Allora vorrà dire che mi toccherà andarlo a rivedere. Se oggi lo stai rispolverando, gatta ci cova!

Giovanni: è una buona idea rivederlo. Comunque ti aiuto. In quell’episodio siamo partiti dal concetto di “solo“, “solamente” e “soltanto“, degli avverbi che si imparano abbastanza presto studiando l’italiano.

Questi avverbi servono per limitare, per circoscrivere, per delimitare, per restringere, per contenere, per diminuire o per lamentarsi o accontentarsi.

Ad esempio:

Adriana: Ho mangiato solo poca pasta oggi. Ecco perché di punto in bianco mi è venuta fame!

Harjit: Abbiamo guadagnato solamente 1 euro. Oltretutto dobbiamo fare metà ciascuno…

Peggy: Studio italiano soltanto da qualche mese. Il mio Italiano ancora è quello che è.

Giovanni: grazie per questi esempi. Se non si fosse capito è stato anche un pretesto per ripassare qualche episodio passato. Due piccioni con una fava, come si suol dire.

Allora, abbiamo visto, alla fine dell’episodio sopracitato, che esiste anche l’avverbio meramente, che talvolta si può usare in alternativa all’aggettivo:

Ad esempio:

E’ una mera questione formale

Può diventare:

È una questione meramente formale

Abbiamo detto poi che mero, mera e meramente si usano come per dire “nient’altro che“, “non c’è altro“, come a voler circoscrivere o limitare il più possibile, a volte per far capire che non c’è alcun pericolo, o che non c’è un secondo fine, che si può stare tranquilli: niente paura.

Si usa quindi per sminuire qualcosa di importanza (non sono io a prendere le decisioni, io sono un mero esecutore).

A volte quindi meramente serve a rassicurare, altre solo per fare chiarezza, per non generare confusione, altre ancora per indicare purezza (es. il mero costo di un prodotto).

Ma – e veniamo all’argomento di oggi – esistono anche altri avverbi, perché non sempre l’obiettivo è uno di quelli appena descritti. Non solo, almeno.

Avrete capito che si tratta di un argomento valevole di approfondimento.

Allora lo vogliamo approfondire?

Se ad esempio voglio indicare una caratteristica unica, esclusiva, vale a dire che voglio sempre escludere tutto il resto, ma con l’obiettivo non di sminuire ma di esaltare questa caratteristica, o semplicemente isolarla, beh, allora voglio una cosa diversa rispetto a prima.

Non ha senso allora usare “meramente“. Posso però usare “squisitamente“.

Sapete che squisito è molto simile a buono, anzi “buonissimo”, se parliamo di cibo. Simile a delizioso anche.

Questo cibo è squisito!

E infatti anche “squisitamente” si può usare in cucina, per descrivere un piatto, una pietanza, qualcosa che apprezziamo:

Un piatto squisitamente delicato

Una pietanza squisitamente cucinata

Vogliamo esaltare una caratteristica: la delicatezza ad esempio, o la cucina. È un bel complimento.

Questo è uno degli utilizzi di squisitamente, che ci fa capire che apprezziamo qualcosa.

Allora, in senso figurato, possiamo usarlo anche per altre caratteristiche da esaltare, anche al di fuori della cucina.

Questo piatto ha un sapore squisitamente italiano

Il tuo accento è squisitamente British

La tua casa ha un aspetto squisitamente retrò.

Avrete notato che siamo abbastanza vicini anche a “tipicamente“, perché parliamo a volte di una caratteristica tipica, ma è qualcosa che spesso ci piace molto.

Non è detto che ci piaccia però.

Squisitamente, quando precede una caratteristica, può semplicemente voler dire “in modo del tutto caratteristico“. Non è detto che ci piaccia l’accento british o una casa dall’aspetto retrò.

Quindi è come “tipicamente”, ma ancora di più: molto tipicamente, una caratteristica incredibilmente tipica.

Questa tipicità può diventare unicità, per descrivere caratteristiche uniche, che non possono essere di altri, che non si possono descrivere diversamente.

Insomma si tratta di qualcosa di esclusivo.

Qui arriviamo ad un significato simile a solamente, soltanto, solo, esclusivamente, unicamente, che però sono avverbi “freddi”, che non trasmettono altro che il concetto di limitazione.

Perché insegno italiano? Per ragioni squisitamente legate al piacere di farlo.

La casa è crollata per motivi squisitamente tecnici. Nient’altro.

Sto sempre circoscrivendo, come se usassi esclusivamente, o semplicemente, o soltanto, solamente, ma do maggiore enfasi, senza sminuire però, perché non voglio sminuire, altrimenti userei “meramente” .

Esistono anche le questioni squisitamente teoriche, i motivi squisitamente personali, o un aspetto squisitamente sportivo, politico, tecnico e via dicendo.

In questi casi andrebbe bene anche “puramente“, che come si è visto in certe condizioni è anche però un sinonimo di meramente. Attenzione quindi.

Non sentitevi però obbligati ad usare un avverbio, perché infatti spesso sono intercambiabili. La scelta, all’inizio, cade sempre su solo, soltanto, solamente.

Al massimo, da un livello B1 in poi si usa “esclusivamente” o “unicamente“. Poi però si può sentire il bisogno di aggiungere qualcosa in più.

A volte vogliamo far chiarezza, altre volte rassicurare, altre vogliamo esprimere un piacere.

Ho dimenticato però di parlarvi di “prettamente”

Qui non c’è piacere. Non c’è neanche il senso di sminuire che troviamo in meramente.

Si usa in modo simile quando vogliamo indicare qualcosa di caratteristico, autentico, puro, tipico, anche con l’obiettivo di escludere altre possibilità:

Un’opinione prettamente personale

Come a dire: è solo mia. È riservata, è autentica, genuina.

Il termine “daje” è un termine prettamente romanesco.

È tipico, caratteristico della lingua romanesca. Non si usa altrove.

Dimmi tutte le informazioni su di te, iniziando da quelle prettamente anagrafiche

Anche qui siamo vicini al senso di solamente, solo e soltanto. Somiglia molto a “specificamente” perché si tratta di qualcosa di specifico.

Mi licenzio per questioni prettamente personali.

Allora come ci oganizziamo? Come ci dividiamo i compiti? Giovanni si occupa delle questioni prettamente tecniche. Luca si occupa invece delle relazioni pubbliche. Maria delle questioni prettamente economiche.

È ovvio che c’è meno “emozione” (passatemi il termine) rispetto a “squisitamente” e infatti prettamente ha un uso maggiormente tecnico, anzi direi “prettamentetecnico.

Altre volte invece squisitamente si usa per fare una distinzione più marcata. Prettamente esprime una specifica caratteristica, mentre squisitamente esclude meglio tutto il resto.

Bene. Dopo questa lunga disquisizione, che spero abbiate gradito, vi saluto.

Ringrazio i membri dell’associazione Italiano Semplicemente che hanno partecipato alle frasi di ripasso e saluti tutti.

473 Mero e mera

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Quando volete ridurre, cioè diminuire l’importanza o il significato di qualcosa, potete usare l’aggettivo “mero” e “mera” (al femminile). Lo spiego meglio: questi aggettivi si usano per circoscrivere i limiti di questa cosa. Normalmente a questo scopo si utilizzano “solo” o “solamente” che però hanno utilizzi più ampi: Ad esempio:
Il tuo gatto ci sta ascoltando?
Sì, ma è solamente un gatto, non capisce ciò che diciamo.
Oppure:
Mi devi dire altre cose o solamente questo?
Ecco, in questi casi non posso usare “mero” e “mera”. Non posso dire cioè ad esempio:
E’ un mero gatto
Devo dirti mero questo
Invece mero e mera si usano, nell’uso odierno al posto di “solamente” ma il suo significato è più vicino a “nient’altro che”, quando vogliamo escludere tutto il resto, soprattutto quando qualcuno potrebbe avere dei dubbi in merito.
Ecco i modi più utilizzati:
Un mero caso: “Ci siamo incontrati per mero caso”, cioè solamente per caso, per puro caso, cioè casualmente.
Una mera coincidenza: Si è trattato di una mera coincidenza, nient’altro che una coincidenza. Una pura coincidenza.
Una mera ipotesi: Facciamo un’ipotesi, ma è solo una mera ipotesi, nient’altro che questo. Non voglio creare discussioni.
Una mera curiosità: Per curiosità, state seguendo la lezione? Non vi sto giudicando, non mi fraintendete, la mia è una mera curiosità.
Una mera svista: Accidenti ho sbagliato indirizzo di posta elettronica e adesso Giovanni non crederà che si è trattato di una mera svista.
Potete usarlo sempre davanti ad un qualcosa per sminuire il significato:
Un poliziotto che esegue l’ordine del suo capo di arrestare una persona, di fronte ad una protesta da parte di questa persona, può dire:
Non prendertela con me, io sono un mero esecutore! Cioè io eseguo solamente un ordine, non sono io che ho deciso il tuo arresto. Io faccio solamente il mio dovere.
Se invece dovesi vincere un premio importante, potrei esprimere la mia soddisfazione in questo modo:
La mia soddisfazione per aver vinto il premio di miglior professore al mondo va al di là del mero premio economico.

Questo significa che non sono soddisfatto per aver vinto dei soldi, ma per quello che significa il premio.

Esiste anche l’avverbio “meramente” che posso usare in alternativa all’aggettivo:
“E’ una mera questione formale” diventa “è una questione meramente formale”. Che significa “è una pura formalità”, “è solamente un problema di forma”, non di altro tipo.
“E’ un problema meramente matematico” è come dire “E’ un mero problema matematico” e significa che non è altro che questo, un problema matematico, non pensare ad altre cose.
Avete notato che posso spesso tradurre “mero” con “puro“, nel senso di “non c’è altro“. Infatti il senso proprio del termine nasce con le sostanze “mere”, cioè “pure”, nel senso di non mescolate con altre sostanze. I romani lo usavano ad esempio per indicare il vino non mescolato con acqua. Oggi in questo modo in pratica non si usa più se non in alcuni casi, abbastanza tecnici, per circoscrivere, isolare qualcosa:
Questo prodotto costa 100 euro, ma 30 euro sono di trasporto. Il mero costo del prodotto è di 70 euro.
Per ultimo, mero non può usarsi da solo, senza specificare, come posso invece fare con solo, solamente e anche puro.
Non posso dire:
Questa cosa è mera.
Inoltre non può andare dopo il sostantivo ma solo prima:
E’ una mera abitudine quella di fare i ripassi alla fine degli episodi
Non posso dire che “è una abitudine mera”. Sempre prima del sostantivo dunque. Ci farete l’abitudine comunque a forza di ripassare questo episodio.
Adesso ripassiamo, appunto:

Anthony: Mi annovererei senza dubbio tra i membri del gruppo a cui piace scherzare, anche eccessivamente a volte. Ciò non toglie che posso subito tornare a Bomba per seguire il piano settimanale.

Mariana: Sai, mi chiedo spesso se tu hai contezza di quanto spesso deragli le conversazioni rispetto all’argomento del giorno!

Khaled: lo/la stai cazziando? Questa tua critica è un po’ fuori luogo. Non trovi?

Rauno: Io per scrupolo ci tengo a precisare che è anche possibile darci a volte ad alcune deviazioni perché da così emergono degli spunti da cui imparare ancora di più.

Ulrike: sono d’accordo. Con l’ampia partecipazione dei membri siamo proprio a cavallo e il problema delle deviazioni non si pone.