Lunedì: I risvolti (due minuti con IS). In questo episodio vedremo come usare il termine “risvolto”.
Martedì: notiziario del giorno + “bene” (due minuti con IS).
I membri sono chiamati a trascrivere il notiziario del giorno, inoltre si chiarirà un utilizzo particolare del termine “bene” e delle sue alternative.
Mercoledi: verbi professionali: il verbo caldeggiare. Un verbo molto adatto alle riunioni e agli incontri di lavoro e molto usato nei notiziari e nei telegiornali.
Giovedì: videochat ore 22 + “della serie” (due minuti con IS).
Nel corso della videochat, i membri parleranno di libri italiani.
L’episodio “della serie” riguarda una locuzione informale adatta per descrivere situazioni particolari.
Venerdì: cultura italiana: curiosità su Giulio Cesare.
Vediamo alcune espressioni che riguardano Giulio Cesare e anche alcune curiosità.
Sabato: leggiamo e commentiamo una novella di Moravia.
Ogni giorno nel gruppo whatsapp dell’associazione vengono registrare le frasi di ripasso da parte dei membri e si risponde alle domande su ciascun episodio della settimana.
Torniamo sul concetto di valore. In questo episodio spieghiamo il verbo avvalorare e vediamo con molti esempi il modo giusto di utilizzarlo.
Per farlo spieghiamo anche la differenza con i verbi simili: valorizzare, suffragare, corroborare. Vediamo anche i verbi dal significato opposto e un esercizio di ripetizione.
Trascrizione e file audio disponibili per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente (ENTRA)
Lo sapevate che la lingua italiana, da Dante Alighieri era chiamata “la lingua del sì” ?
Dante ne parla all’interno de “devulgari eloquentia” e anche nella divina commedia.
Dante infatti era un sostenitore delle lingue volgari, e una di queste lingue era appunto la lingua italiana.
Questo perché rispetto al latino e al greco, diceva Dante, non è una lingua artificiale.
In particolare Dante parla di tre volgari che si affemnarono nell’Europa meridionale. Oltre al volgare italiano, detto “la lingua del sì” , c’era anche la “lingua d’oc” e la “lingua d’oil“, che si parlavano in Francia.
Il volgare italiano dunque si differenziava dagli altri due per il modo di esprimere l’affermazione.
Infatti, proprio come “sì” , anche la oïl e oc erano le particelle affermative rispettivamente del Nord della Francia e della Provenza.
Nel canto XXXIII, dell’inferno si legge:
del bel paese là dove ’l sì suona,
Quindi “là dove risuona la lingua del sì”, e questo è appunto un modo per indicare l’Italia.
Anche Il nome dato alla lingua d’oc si deve a Dante Alighieri, sempre all’interno del “De Vulgari Eloquentia”
Dante fu il primo a intuire le potenzialità del volgare e dopo di lui altri grandi lo seguirono, come il Canzoniere di Petrarca e il Decameron di Boccaccio.
Ma oggi l’italiano è ancora la lingua del sì?
C’è chi direbbe piuttosto che è la lingua delle preposizioni e dei congiuntivi.
Scherzi a parte, spero abbiate gradito questa parentesi aperta sulla lingua italiana, visto che recentemente dovete ascoltare un episodio al giorno della rubrica dei due minuti con Italiano Semplicemente.
Tra l’altro è stata un’occasione anche per me che ho approfondito la questione con l’occasione.