Accadde il 3 dicembre 1919: risalire la china

Risalire la china

audio in preparazione

Trascrizione

risalire la china

Un fatto interessante accaduto in Italia il 3 dicembre è legato ai cosiddetti “Fatti di Mantova“.

Il 3 dicembre 1919, a Mantova, scoppiarono violenti scontri tra dimostranti e forze dell’ordine nel corso di uno sciopero generale. L’origine dei Fatti di Mantova è da collegarsi al cosiddetto “Biennio rosso“, un periodo di forti tensioni sociali e politiche dopo la prima guerra mondiale.

Quel giorno scoppiarono violenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine nel contesto di uno sciopero generale nazionale in reazione alle aggressioni subite da deputati socialisti all’uscita dalla Camera dei deputati il 1º dicembre.

Quel giorno furono assaltate armerie, ci furono scambi di colpi d’arma da fuoco e diverse persone persero la vita.

Dopo uquesta giornata, la città doveva ritrovare ordine, ricostruire fiducia e normalità nella vita pubblica.. In un senso figurato, occorreva “risalire la china”, cioè bisognava uscire da una brutta situazione e tornare gradualmente verso la stabilità, la normalità.

La locuzione risalire la china significa dunque superare un periodo negativo e ritrovare una condizione più favorevole.

“China” è la stessa parola che abbiamo precedentemente spiegato nell’episodio dedicato alla “deriva autoritaria” nella rubrica sul linguaggio della politica. Possiamo anche collegarla all’idea di “prendere una brutta piega”. Immagina una strada ripida: quando la situazione sociale, politica o personale prende una piega negativa, sembra essere in discesa, in una “china” sfavorevole; risalire la china significa, in senso proprio, percorrere la strada in salita per lasciare quella fase alle spalle e tornare verso una condizione migliore.

Per chiarire ancora di più, se ad esempio uno studente all’inizio dell’anno accademico riceve voti molto bassi, potremmo dire che ha preso una brutta piega o un andazzo negativo, ma poi, con impegno e studio, migliora progressivamente le sue prestazioni, si può dire che ha risalito la china: ha superato una difficoltà per tornare a buoni risultati.

Allo stesso modo, un’azienda che dopo una crisi economica ritorna a generare profitti sta risalendo la china. Anche nella vita quotidiana, una persona che supera un periodo di malattia o difficoltà personale può essere descritta con questa espressione.

C’è da dire che l’espressione tende a comparire soprattutto quando si parla di un miglioramento graduale dopo un periodo difficile ma non necessariamente tragico come sono stati i Fatti di Mantova.

I giovani non usano quasi mai questa espressione, ma i giornalisti, i commentatori sportivi, gli editorialisti e in generale chi scrive in un registro medio-alto la utilizza spesso. È una espressioneche appartiene più alla lingua scritta, soprattutto quella che vuole risultare precisa, riflessiva o leggermente formale. Lo stesso discorso vale per la parola “crinale” quando lo utilizziamo in senso figurato: prevale decisamente l’uso formale e giornalistico.

Il verbo risalire, invece si può usare in ogni contesto. Si può usare  sia in senso proprio sia in senso figurato, ma se usiamo “risalire la china” è solo figurato.

In senso proprio il verbo indica un movimento verso l’alto lungo un percorso già fatto in discesa: risalire il fiume, risalire un sentiero, risalire una vallata. È un gesto fisico, legato a uno sforzo. Risalire vuol dire anche “salire nuovamente” (es: “devo risalire in casa perché ho dimenticato una cosa”).

Anche in questo uso quotidiano è implicita l’idea di un ritorno verso l’alto dopo un movimento precedente verso il basso o verso l’esterno.

Nel figurato, risalire descrive il recupero dopo una fase negativa. Il verbo conserva l’idea dello sforzo e della gradualità. Non si torna su di colpo: si risale lentamente, come lungo un pendio.

Voglio farvi notare infine che esiste anche il verbo “chinarsi” e “chinare“.

Chinarsi significa piegare il busto o la testa verso il basso. È un gesto molto concreto: ci si china per raccogliere qualcosa, per guardare meglio, per mostrare rispetto o, in senso figurato, per sottomettersi. La direzione è sempre discendente, coerente con l’idea di china come pendenza in discesa.

Chinare, transitivo, indica l’azione di far piegare qualcun altro o qualcosa: si può chinare la testa, chinare il capo. Anche in questo caso prevale un significato fisico, associato però a un valore simbolico forte, quello dell’umiltà o della resa. Ad esempio, non bisogna mai chinare il capo di fronte alla prepotenza, all’arroganza e all’ignoranza! Chinare la testa, se parliamo dell’atto fisico di piegare la testa, significa piegare il capo in segno di riverenza, sottomissione o anche semplicemente saluto. In senso solamente figurato significa rassegnarsi, sottomettersi, obbedire. 

La moral suasion – POLITICA ITALIANA (Ep. n. 27)

La moral suasion (scarica audio)

Indice degli episodi della rubrica dedicata alla politica

Trascrizione

Giovanni:
Oggi, per la rubrica dedicata alla politica italiana, parliamo della moral suasion.

Una locuzione quasi esclusivamente politica. In questo ambito infatti, si usa in alcune occasioni al posto di “persuasione“.
Sapete cos’è la persuasione?
La persuasione è ciò che si fa quando si cerca di convincere qualcuno della propria idea. Si cerca di modificare l’atteggiamento o il comportamento altrui attraverso la parola o lo scritto.

La persuasione è una vera capacità, un’abilità, quasi un’arte direi.

Chi sa persuadere (questo è il verbo che dovremmo usare al posto di “convincere“) ha una forma di potere che coloro che non ne sono capaci non hanno.
La moral suasion è però una persuasione morale. Si cerca di persuadere facendo leva su dei valori morali.
E’ dunque un invito a correggere o rivedere determinate scelte o comportamenti in politica perché ritenuti moralmente sbagliati.
Ma tutti possono fare questa moral suasion?
Non esattamente.

In genere la moral suasion è proveniente da una personalità, una persona importante o da un organismo a cui è riconosciuta da tutti una certa autorevolezza.

Il presidente della Repubblica italiana, dall’alto del Colle, può ad esempio esercitare moral suasion nei confronti di politici o correnti politiche o partiti politici che hanno intenzione di prendere certi provvedimenti che il presidente ritiene immorali.

Questa autorità, qualunque essa sia, generalmente ha un ruolo imparziale, saggio, equanime (dovrei usare un’altra definizione ma la spiegherò nel prossimo episodio dedicato alla politica) e ha obblighi di vigilanza di qualche tipo, lavora in genere a garanzia delle istituzioni, e utilizza, in questo caso, questo suo potere non attraverso atti formali, documenti, approvazioni ufficiali, provvedimenti di qualunque tipo, ma semplicemente cerca di convincere, cerca di indurre ad un comportamento moralmente e socialmente corretto.

Sto cercando altri verbi adatti per descrivere l’obiettivo della moral suasion.

Indurre va bene ma anche orientare: si cerca di orientare dei comportamenti. La moral suasion si propone di orientate, di influenzate scelte e comportamenti.

Quindi questa autorità non ricorre direttamente ai poteri che la sua carica o la legge le mette a disposizione per l’esercizio delle sue funzioni ma usa la sua autorevolezza.

Chi è vittima della moral suasion potrebbe essere insensibile alle questioni morali, ma la moral suasion punta anche e soprattutto sull’impatto sociale della moral suasion, sulle sue conseguenze, non quelle giuridiche ma quelle sull’immagine, sulla notorietà, sulla reputazione di chi subisce la moral suasion.

Il termine suasion (notate la pronuncia) potrebbe sembrare di origine inglese ma è latina. Significa proprio persuasione.

Vediamo qualche esempio:Il presidente della repubblica esercita la sua moral suasion affinché il governo corregga il decreto che potrebbe favorire una maggiore evasione fiscale.La moral suasion si esercita. Proprio come il potere.

Se vogliamo usare parole e verbi diversi potremmo dire che il presidente “fa pressione” sul governo affinché eccetera eccetera.

Oppure, il presidente cerca di persuadere o di dissuadere. Questo è interessante, perché la moral suasion si può utilizzare sia per persuadere che per dissuadere, a seconda dei casi.

Una cosa infatti è dire: “devi fare così”, “è meglio prendere questa decisione”, “questa è la strada corretta da seguire” (questo è persuadere), e un’altra cosa è dire: “non devi fare questo”, “questo provvedimento è immorale” ecc.

In quest’ultimo caso parliamo di dissuasione e di dissuadere.

Se non avete ancora capito la differenza, basti pensare a una persona che vuole suicidarsi. Bisogna dissuaderla! E bisogna persuaderla del fatto che la vita è bella e va vissuta.

Si può tranquillamente fare un collegamento tra la moral suasion e l’espressioneavere un ascendente su una persona, che vi ho già spiegato, ma quest’ultima non è tipicamente politica, ma si può usare ogniqualvolta una persona abbia una certa capacità di influenzare le scelte e le decisioni di altre, senza essere un’autorità nazionale o una importante istituzione.

Comunque, all’inizio ho detto che la locuzione moral suasion è “quasi” esclusivamente politica. Anche in economia esiste la Moral suasion.

La pubblicazione di una notizia sui giornali o sui telegiornali ha il potere di dissuadere aziende che potrebbero infrangere la legge o dei regolamenti.

Potete comunque usare la moral suasion anche in senso ironico, quando si tratta di convincere una persona a intraprendere una decisione oppure a non farlo.
Es.Mia moglie non vuole partecipare a uno scambio di coppia. Perché non ci provi tu, che sei la sua migliore amica, a fare un po’ di moral suasion
Scherzi a parte, anche una istituzione nazionale può esercitare la moral suasion, ma per poterlo fare deve avere un potere di vigilanza, come la Consob, che è l’organo di controllo del mercato finanziario italiano, o l’autorità per anticorruzione o organismi di questo tipo.

Chi vuole adesso può rispondere a alcune domande su questo episodio per mettersi alla prova. Per farlo basta diventare membri di Italiano Semplicemente, la nostra associazione creata per conoscere l’italiano e l’Italia. Ci vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente dedicato alla politica.

Le domande e le risposte sono disponibili ai soli membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

ISCRIVITIENTRA

richiesta adesione iscrizione associazione

La deriva autoritaria – POLITICA ITALIANA (Ep. n. 25)

La deriva autoritaria (scarica audio)

Indice degli episodi della rubrica dedicata alla politica

Trascrizione

Giovanni:
Oggi, per la rubrica dedicata alla politica italiana, parliamo della deriva autoritaria.

Si tratta di una locuzione usata esclusivamente in ambito politico e non solo riguardo a questioni politiche italiane.

Iniziamo dalla prima parola: la deriva.

Il termine deriva, in senso proprio, si usa quando un corpo viene trascinato da un fluido in cui il corpo è immerso o che galleggia.

Ad esempio si parla spesso delle balene alla deriva, che vengono trascinate dal mare verso la spiaggia, oppure la deriva dei continenti, che indica lo spostamento dei continenti, proprio come se fossero delle barche. È come se i continenti o le balene fossero abbandonati in balia del movimento del mare.

In realtà però ll termine “deriva” si usa specialmente in senso figurato, per indicare sempre un “movimento”, ma non fisico.

Per deriva in questi casi si intende una tendenza incontrollabile, specialmente sul piano sociale e politico.

Questo movimento, questa tendenza, ha però una “direzione” negativa.

Quindi non solo le Balene e i continenti possono andare alla deriva, ma anche una situazione sociale o politica che sta peggiorando in modo incontrollato.

Es:

Nella nostra famiglia stiamo andando alla deriva: nostra figlia ormai esce si casa e rientra magari due giorni dopo senza neanche dirlo a noi genitori e nostro figlio ci manda a quel paese con molta facilità.

Quindi diciamo che in questo esempio parliamo di una situazione familiare in cui si sta perdendo il rispetto per i genitori e questa situazione sta andando verso una direzione sbagliata sempre di più.

Ebbene, in politica si parla invece di deriva autoritaria. Cos’è che sta peggiorando stavolta? Quale situazione ha preso una tendenza preoccupante e incontrollabile?

In quale contesto stiamo assistendo ad un “movimento” verso qualcosa di negativo?

Il termine “autoritaria” è “autoritario” descrive in questo caso l’amministrazione politica di uno stato.

Uno stato autoritario non è uno stato democratico. C’è un partito egemone o anche un dittatore. C’è comunque un governo autoritario, che fa il bello e il cattivo tempo, che decide tutto, che impone la propria politica.

Ebbene quando si assiste ad una deriva autoritaria, si nota un cambiamento nell’amministrazione e nella politica di uno stato. Quello stato sta prendendo una direzione autoritaria, va verso l’autoritarismo o peggio ancora verso la dittatura.

Più la democrazia è a rischio, più la tendenza è quella che porta all’autoritarismo, quindi ha senso parlare di deriva autoritaria.

Per ovvie ragioni è una locuzione più utilizzata dai partiti democratici per indicare che un governo sta portando una nazione verso l’autoritarismo e quindi che nel paese si sta assistendo ad una perdita di democrazia:

Stiamo assistendo ad una deriva autoritaria

Spesso si usa anche il termine “china“: Una china autoritaria, con lo stesso senso di direzione verso l’autoritarismo.

Durante la manifestazione abbiamo assistito alla polizia che picchiava ingiustamente i pacifici manifestanti. C’è chi vede il rischio di una deriva autoritaria.

Attenzione perché la china non è la Cina scritta in lingua inglese.

Il termine china, che il mio cellulare si ostina a scrivere con la C maiuscola, è, in senso proprio, un terreno o un percorso in discesa. Ma in senso figurato si usa per descrivere, proprio come la deriva, una direzione verso qualcosa di negativo.

Anche al di fuori della politica posso dire che le cose si mettono su una brutta china, quindi stanno volgendo al male. Posso dire anche, più semplicemente, che le cose stanno andando male, che la situazione è preoccupante.

Informalmente poi si usa spesso il cattivo o brutto andazzo. La china è dunque come l’andazzo, ma si usa anche in contesti più seri, specie se parliamo di politica.

Non mi piace l’andazzo che sta prendendo questa situazione

La brutta china che sta prendendo la politica italiana mi preoccupa molto.

L’andazzo si chiama così perché indica un brutto modo in cui stanno andando le cose.

La china invece, con l’immagine di una discesa, indica una tendenza, sempre negativa come detto.

Lo stesso vale per la deriva, con l’immagine di un movimento progressivo verso qualcosa di negativo.

Se parliamo di autoritarismo, non si usa però l’andazzo, ma solamente la china e la deriva.

Come dicevo il termine andazzo è informale, molto colloquiale e si usa normalmente per lamentarsi di come stanno andando le cose. Si usa spesso con i figli:

Sono tre giorni che non mangi la carne! Non mi piace questo andazzo!

Stai rientrando troppo tardi la sera, cos’è questo andazzo? Dove andremo a finire?

Prendere una brutta piega è un modo analogo, ugualmente informale per esprimere lo stesso concetto.

Usare il termine china, sempre con la iniziale minuscola, o addirittura deriva, in questi contesti, sarebbe veramente esagerato.

Le domande e le risposte sono normalmente disponibili ai soli membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

ISCRIVITIENTRA

richiesta adesione iscrizione associazione