L’impossibile e la qualunque
(ep. 1160)
Trascrizione
Un uso particolare e informale del termine “impossibile” è quando si vuole indicare un eccesso.
Se dico ad esempio:
Mi sono mangiato l’impossibile.
Voglio dire che ho mangiato tantissime cose, tante da far impressione. Si parla anche di una vasta varietà di cose, molte cose diverse. C’è un eccesso nella quantità e nella varietà in questo caso.
“L’impossibile” si usa chiaramente anche in modo più letterale, per riferirsi a qualcosa che è effettivamente impossibile o estremamente improbabile.
Es:
Ho fatto di tutto per te, ma non puoi chiedermi l’impossibile
Cioè: non puoi chiedermi ciò che non è possibile fare.
Oggi però vorrei sottolineare l’uso informale legato alla quantità e alla varietà.
Una modalità alternativa, che fa parte sempre del linguaggio colloquiale è “la qualunque“. Ci sono delle differenze però, seppur entrambe possano essere usate per indicare un eccesso. Vale la pena di vederle con alcuni esempi.
L’impossibile Indica qualcosa di straordinario, incredibile o fuori dall’ordinario. Quando si dice ad esempio “mi sono mangiato l’impossibile”, si vuole esprimere l’idea di aver mangiato tantissimo, forse anche più del ragionevole, raggiungendo un livello quasi “oltre i limiti”.
Il tono esprime enfasi puntando sul concetto di eccezionalità.
Non si usa solamente col mangiare. Possiamo usare diversi verbi
Per preparare la festa, ho fatto l’impossibile!
Ho fatto dunque uno sforzo straordinario.
In genere si parla di una quantità di qualcosa, una quantità evidentemente eccezionale, esagerata; dunque nel caso del cibo (mangiare l’impossibile) o nel caso si parli di bere (ho bevuto l’impossibile) si adatta perfettamente.
Nel caso di “fare l’impossibile” ci si riferisce più a un grande sforzo, uno sforzo straordinario o un grande impegno, ma volendo potremmo riferirci ad una notevole quantità di cose diverse.
Parliamo di una quantità eccezionale di cose anche quando usiamo il verbo comprare.
es.
ho comprato l’impossibile
Oppure ci riferiamo a un mix tra un livello di intensità che supera i limiti e una quantità di qualcosa.
es.
un tizio voleva rubarmi il parcheggio ed io gli ho urlato contro l’impossibile
Col verbo vedere, posso dire ad esempio:
In una settimana a Roma abbiamo visto l’impossibile.
Cioè abbiamo visitato una quantità enorme di posti, più del previsto.
Leggermente diverso è il senso di “la qualunque“, una locuzione curiosa che si riferisce a qualcosa di generico o non specifico, senza particolari criteri o qualità distintive.
Dire ad esempio “mi sono mangiato la qualunque” significa che si è mangiato tutto ciò che si trovava a disposizione, senza selezionare.
Il tono è più ironico e informale, spesso usato per sottolineare un atteggiamento poco selettivo o casuale.
Es:
Da quando ho fatto l’abbonamento a Netflix mi sono guardato la qualunque.
Cioè ho guardato di tutto, senza badare alla qualità. Sì, parliamo anche di una grande quantità di cose: serie o film, ma a seconda dell’occasione, si sottolinea maggiormente la scelta casuale, l’indifferenza verso la scelta piuttosto che la quantità. Nel caso volessi sottolineare la quantità meglio usare “mi sono guardato l’impossibile”
Es:
Per giustificare la mia assenza all’appuntamento ho detto la qualunque.
Cioè potrei aver detto tante cose diverse, ma soprattutto ho parlato senza senso o coerenza, dicendo di tutto.
Altro esempio:
Al buffet in ufficio mi sono mangiato la qualunque.
E’ vero che ho mangiato tante cose, ma più che altro significa che ho mangiato qualsiasi cosa trovassi, senza fare differenze.
D’altronde il termine “qualunque” porta già in sé il significato di qualcosa di generico, non specifico, che non si distingue per particolari caratteristiche o qualità. “Qualunque” ha una valenza di generalità e di indifferenza verso criteri di selezione. Qualunque significa in questo caso cose “di qualsiasi tipo”. Quindi, dire “qualunque” implica che l’attenzione scelta non c’è stata, accettando o considerando qualsiasi cosa, senza distinzione.
Dire “la qualunque” è simile quindi a “qualunque cosa” o “una qualunque cosa“, che però sono forme più adatte per selezionare una solo cosa tra tante.
Es:
dammi un PC qualunque, non è importante
Inoltre è adattabile a contesti formali o informali. Invece “la qualunque” ci comunica anche un senso legato alla quantità, oltre al tono ironico, umoristico o sarcastico, quindi spesso si utilizza in modo spregiativo.
Es:
Non ti sai mai regolare. alla festa hai mangiato e bevuto la qualunque.
Si tratta di una modalità che usano perlopiù persone mediamente più colte di altre, nonostante “la qualunque” non sia una forma grammaticalmente corretta. E’ una cosiddetta “forzatura grammaticale”, che però ha lo scopo di dare espressività a ciò che si sta affermando.
Ricapitolando:
“L’impossibile”: Sottolinea un eccesso straordinario e fuori dal comune. Quindi se vuoi enfatizzare l’eccesso in termini di quantità o sforzo puoi usare “l’impossibile”.
“La qualunque”: Mette l’accento sull’indifferenza verso la scelta, indicando un approccio casuale o disordinato. Quindi se vuoi sottolineare la mancanza di criteri o il carattere indiscriminato usa “la qualunque”. Sottolineare il carattere indiscriminato significa evidenziare che qualcosa è stato fatto, scelto o realizzato senza alcun criterio logico o selettivo, in modo casuale o disordinato. In altre parole, si tratta di un’azione o di una decisione che non segue regole, preferenze o priorità chiare, ma avviene in modo indiscriminato, cioè senza fare distinzioni, senza fare alcun discrimine. Questo termine lo vediamo meglio in un prossimo episodio.
L’inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con italiano semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro.
Marguerite: Allora, chi porta il panettone quest’anno? Ci pensa Marcelo? Ma non vorrei fare i conti senza l’oste! Sarà d’accordo? Chi lo sa!
Marcelo: non saprei, ma mi sa che tocca a te quest’anno. Comunque: Ambarabà ciccì coccò, la conta l’hai persa tu!
Anne Marie: Mannaggia a te, mannaggia! Non prendere in giro perché L’anno scorso hai portato un pandoro che lasciava molto a desiderare…
Edita: Ma smettetela di cazzeggiare, dai! Io comunque preparo l’arrosto, così sarà la morte sua con un bel contorno di patate al forno.
Hartmut: Va bene, va bene, però occhio: se sbagliamo qualcosa, la zia Maria ci farà vedere i sorci verdi.
Karin: Per carità, attenti! Checché ne dica zia Maria comunque, l’importante è stare insieme.
Julien: ragazzi, male che vada, mal comune mezzo gaudio! È Natale anche per condividere i cazziatoni di zia Maria.
