Accadde il 28 ottobre 1922: altamente

Altamente (scarica audio)

Trascrizione

Il 28 ottobre 1922 è una data chiave della storia italiana: la Marcia su Roma, grazie alla quale Benito Mussolini e il Partito Nazionale Fascista presero il potere qualche giorno più tardi.

Fu un momento altamente simbolico, perché segnò la fine dello Stato liberale e l’inizio della dittatura.

L’azione di Mussolini fu però altamente rischiosa, ma anche altamente calcolata, poiché puntava a ottenere il potere con la forza solo apparente.

Il nuovo regime si definì altamente patriottico e altamente organizzato, ma la realtà si rivelò altamente repressiva e altamente disumana, soprattutto con le leggi razziali.

L’avverbio “altamente”, oggetto dell’episodio odierno, serve proprio a dare forza a un giudizio o a un’emozione, amplificandone il significato.

Può essere usato in contesti formali (“un evento altamente significativo”) ma anche in espressioni colloquiali.

È dunque un modo più enfatico per dire “molto“.

Una delle modalità più comuni ma per niente professionale è “fregarsene altamente”, che significa “non interessarsene per niente”, come in:

Mussolini se ne fregò altamente delle regole democratiche.

Qui “altamente” rafforza l’indifferenza, come a dire “in modo totale”, “senza il minimo scrupolo”.

Dà molta enfasi all’esclamazione. Può esprimere astio, rancore e persino disprezzo.

Si usa spesso nel linguaggio informale, ma è una eccezione rispetto agli usi descritti in precedenza, più adatti per un uso giornalistico o tecnico. Si trova spesso usato anche nei manuali di istruzioni dei dispositivi elettrici.

Qualche esempio preso dal web:

È altamente rischioso lasciare il dispositivo a portata dei bambini.

Educazione sessuale a scuola: vietarla è altamente pericoloso.

Anche se non richiesto, è altamente consigliato indossare scarpe chiuse.

Nei prossimi anni è altamente probabile che l’uomo metterà nuovamente piede sulla luna

L’acciaio è un materiale indispensabile, ma la sua produzione è altamente inquinante.

Mio marito accende la luce e la radio di prima mattina e se ne frega altamente se io sto dormendo.

L’impossibile e la qualunque

L’impossibile e la qualunque

(ep. 1160)

Trascrizione

Un uso particolare e informale del termine “impossibile” è quando si vuole indicare un eccesso.

Se dico ad esempio:

Mi sono mangiato l’impossibile.

Voglio dire che ho mangiato tantissime cose, tante da far impressione. Si parla anche di una vasta varietà di cose, molte cose diverse. C’è un eccesso nella quantità e nella varietà in questo caso.

“L’impossibile” si usa chiaramente anche in modo più letterale, per riferirsi a qualcosa che è effettivamente impossibile o estremamente improbabile.

Es:

Ho fatto di tutto per te, ma non puoi chiedermi l’impossibile

Cioè: non puoi chiedermi ciò che non è possibile fare.

Oggi però vorrei sottolineare l’uso informale legato alla quantità e alla varietà.

Una modalità alternativa, che fa parte sempre del linguaggio colloquiale è “la qualunque“. Ci sono delle differenze però, seppur entrambe possano essere usate per indicare un eccesso. Vale la pena di vederle con alcuni esempi.

L’impossibile Indica qualcosa di straordinario, incredibile o fuori dall’ordinario. Quando si dice ad esempio “mi sono mangiato l’impossibile”, si vuole esprimere l’idea di aver mangiato tantissimo, forse anche più del ragionevole, raggiungendo un livello quasi “oltre i limiti”.

Il tono esprime enfasi puntando sul concetto di eccezionalità.

Non si usa solamente col mangiare. Possiamo usare diversi verbi

Per preparare la festa, ho fatto l’impossibile!

Ho fatto dunque uno sforzo straordinario.

In genere si parla di una quantità di qualcosa, una quantità evidentemente eccezionale, esagerata; dunque nel caso del cibo (mangiare l’impossibile) o nel caso si parli di bere (ho bevuto l’impossibile) si adatta perfettamente.

Nel caso di “fare l’impossibile” ci si riferisce più a un grande sforzo, uno sforzo straordinario o un grande impegno, ma volendo potremmo riferirci ad una notevole quantità di cose diverse.

Parliamo di una quantità eccezionale di cose anche quando usiamo il verbo comprare.

es.

ho comprato l’impossibile

Oppure ci riferiamo a un mix tra un livello di intensità che supera i limiti e una quantità di qualcosa.

es.

un tizio voleva rubarmi il parcheggio ed io gli ho urlato contro l’impossibile

Col verbo vedere, posso dire ad esempio:

In una settimana a Roma abbiamo visto l’impossibile.

Cioè abbiamo visitato una quantità enorme di posti, più del previsto.

Leggermente diverso è il senso di “la qualunque“, una locuzione curiosa che si riferisce a qualcosa di generico o non specifico, senza particolari criteri o qualità distintive.
Dire ad esempio “mi sono mangiato la qualunque” significa che si è mangiato tutto ciò che si trovava a disposizione, senza selezionare.

Il tono è più ironico e informale, spesso usato per sottolineare un atteggiamento poco selettivo o casuale.

Es:

Da quando ho fatto l’abbonamento a Netflix mi sono guardato la qualunque.

Cioè ho guardato di tutto, senza badare alla qualità. Sì, parliamo anche di una grande quantità di cose: serie o film, ma a seconda dell’occasione, si sottolinea maggiormente la scelta casuale, l’indifferenza verso la scelta piuttosto che la quantità. Nel caso volessi sottolineare la quantità meglio usare “mi sono guardato l’impossibile”

Es:

Per giustificare la mia assenza all’appuntamento ho detto la qualunque.

Cioè potrei aver detto tante cose diverse, ma soprattutto ho parlato senza senso o coerenza, dicendo di tutto.

Altro esempio:

Al buffet in ufficio mi sono mangiato la qualunque.

E’ vero che ho mangiato tante cose, ma più che altro significa che ho mangiato qualsiasi cosa trovassi, senza fare differenze.

D’altronde il termine “qualunque” porta già in sé il significato di qualcosa di generico, non specifico, che non si distingue per particolari caratteristiche o qualità. “Qualunque” ha una valenza di generalità e di indifferenza verso criteri di selezione. Qualunque significa in questo caso cose “di qualsiasi tipo”. Quindi, dire “qualunque” implica che l’attenzione scelta non c’è stata, accettando o considerando qualsiasi cosa, senza distinzione.

Dire “la qualunque” è simile quindi a “qualunque cosa” o “una qualunque cosa“, che però sono forme più adatte per selezionare una solo cosa tra tante.

Es:

dammi un PC qualunque, non è importante

Inoltre è adattabile a contesti formali o informali. Invece “la qualunque” ci comunica anche un senso legato alla quantità, oltre al tono ironico, umoristico o sarcastico, quindi spesso si utilizza in modo spregiativo.

Es:

Non ti sai mai regolare. alla festa hai mangiato e bevuto la qualunque.

Si tratta di una modalità che usano perlopiù persone mediamente più colte di altre, nonostante “la qualunque” non sia una forma grammaticalmente corretta. E’ una cosiddetta “forzatura grammaticale”, che però ha lo scopo di dare espressività a ciò che si sta affermando.

Ricapitolando:

“L’impossibile”: Sottolinea un eccesso straordinario e fuori dal comune. Quindi se vuoi enfatizzare l’eccesso in termini di quantità o sforzo puoi usare “l’impossibile”.

“La qualunque”: Mette l’accento sull’indifferenza verso la scelta, indicando un approccio casuale o disordinato. Quindi se vuoi sottolineare la mancanza di criteri o il carattere indiscriminato usa “la qualunque”. Sottolineare il carattere indiscriminato significa evidenziare che qualcosa è stato fatto, scelto o realizzato senza alcun criterio logico o selettivo, in modo casuale o disordinato. In altre parole, si tratta di un’azione o di una decisione che non segue regole, preferenze o priorità chiare, ma avviene in modo indiscriminato, cioè senza fare distinzioni, senza fare alcun discrimine. Questo termine lo vediamo meglio in un prossimo episodio.

L’inizio e/o la fine di ogni episodio dei “due minuti con italiano semplicemente” servono a ripassare le espressioni già viste e sono registrate dai membri dell’associazione. Se vuoi migliorare il tuo italiano, anche tu puoi diventare membro.

Marguerite: Allora, chi porta il panettone quest’anno? Ci pensa Marcelo? Ma non vorrei fare i conti senza l’oste! Sarà d’accordo? Chi lo sa!

Marcelo: non saprei, ma mi sa che tocca a te quest’anno. Comunque: Ambarabà ciccì coccò, la conta l’hai persa tu!

Anne Marie: Mannaggia a te, mannaggia! Non prendere in giro perché L’anno scorso hai portato un pandoro che lasciava molto a desiderare

Edita: Ma smettetela di cazzeggiare, dai! Io comunque preparo l’arrosto, così sarà la morte sua con un bel contorno di patate al forno.

Hartmut: Va bene, va bene, però occhio: se sbagliamo qualcosa, la zia Maria ci farà vedere i sorci verdi.

Karin: Per carità, attenti! Checché ne dica zia Maria comunque, l’importante è stare insieme.

Julien: ragazzi, male che vada, mal comune mezzo gaudio! È Natale anche per condividere i cazziatoni di zia Maria.iscriviti

327 – Bello + aggettivo

File audio disponibile per i membri dell’associazione Italiano Semplicemente  (ENTRA)

Se non sei membro ma ami la lingua italiana puoi registrarti qui

Un caffè bello forte

Trascrizione

Giovanni: Nell’episodio 322 abbiamo visto che l’aggettivo “bello” si può usare per formare “di bello”, che si usa in occasioni piacevoli, per chiedere informazioni in modo non impegnativo e non inquisitorio.

Bello” in quel, caso si usa solamente al singolare maschile.

Invece al singolare e plurale, sia maschile che femminile, gli italiani spessissimo usano mettere bello, o bella, belli, belle, davanti ad alcuni aggettivi, ma è una modalità familiare, colloquiale, che si usa un po’ in tutte le occasioni.

E’ l’ennesimo modo per esprimere “molto“, di solito con una sfumatura umorale. Ne abbiamo visti già molti altri di modi. Vi metto un link come promemoria.

Ad esempio: la mia fidanzata mi tradisce.

Un mio amico potrebbe commentare:

Ah, bella stronza!

Questo non significa che la mia fidanzata è bella (il che è anche possibile) ma significa che si è comportata male.

Xiaoheng: da stronza, appunto.

Giovanni: Quindi sto esaltando un aggettivo, una caratteristica qualsiasi.

Come avete mangiato in quel ristorante?

Bene, appena usciti ci sentivamo belli pieni! Eravamo belli sazi!

Come avete visto, non sempre “bello” è associato a cose positive. Significa “molto”, ma perché si dice “bello”, al posto di “molto”?

Solamente perché stiamo chiacchierando tra amici o parenti, ma allo stesso tempo, molto spesso come dicevo c’è un qualcosa di emotivo, oppure siamo in un contesto spensierato e vogliamo usare un termine alternativo, anche a volte per sdrammatizzare, o per attenuare un aggettivo o per affetto.

Com’è Paolo fisicamente? L’hai incontrato?

Sì, simpatico, ma è bello grosso!

Bello grosso è un po’ di più di “abbastanza grosso” e un po’ meno di “grosso di brutto” o “enorme”.

C’è spesso,COME IN questo caso, la volontà di attenuare emotivamente il significato dell’aggettivo. Cioè in questo esempio voglio dire che è molto grosso, ma senza la volontà di offendere.

Si usano spesso con i bambini queste modalità:

Il bambino è nato bello grosso! Questo bambino è bello cicciotto!

E tu invece? Ti vedo bello tonico, asciutto, bello in forma!

Si usa anche in modo affettuoso quindi.

Questa è una delle differenze che ci sono rispetto all’utilizzo di “di brutto“, che vi ho già spiegato qualche episodio fa.

Vediamo meglio allora queste differenze:

Questa bevanda è bella forte Questa bevanda è forte di brutto

L’uso di “di brutto” è piu forte, più simile a moltissimo. Ma le frasi sono quasi equivalenti.

Ma in alcuni casi non si può usare “bello” . Perché non c’è un aggettivo, non c’è una caratteristica, un tratto distintivo.

Es:

Ti sei sbagliato di brutto

Significa:

Ti sei sbagliato (di) moltissimo

In questo caso “bello” non si può usare. Quando c’è un’azione, e quindi un verbo che esprime questa azione, posso usare solamente “di brutto” tra le due.

Ho mangiato di brutto

Ho esagerato di brutto

Eccetera.

Invece al posto di “bello”, “di brutto” si può usare sempre, ma è più forte rispetto a “bello”.

Es:

Questo ragazzo è bello forte.

Questo ragazzo è forte di brutto.

Così (di brutto) è più intenso. Somiglia più a moltissimo, esageratamente, in modo spropositato, esagerato.

Non solamente è più forte, ma “bello” si usa anche in senso affettuoso. Questa è un’altra differenza non trascurabile. Bello, molto spesso, si usa anche per attenuare un aggettivo che altrimenti sarebbe negativo.

Se dico che un bambino è bello cicciottello, o che è bello grosso, è affettuoso, mentre se dico:

Questo bambino è grosso di brutto!

Sto dicendo semplicemente che è esageratamente grosso. Non c’è affetto. E alla mamma piace molto di più che suo figlio sia bello cicciotto che cicciotto di brutto.

Non sempre però si può usare bello in questo modo. Soprattutto in contesti più formali.

Questo ufficio è bello pulito

Può anche andar bene, ma:

Questo documento è bello interessante

In questo caso meglio dire che è molto interessante.

Ci sono commenti?

Mariana (Brasile): Ah…un’altra espressione da annoverare fra le espressioni che si usano per intensificare un concetto, cioè per dire molto.

Carmen (Germania) : C’è veramente un bel po’ po’ di espressioni di questo tipo. Altro che storie!
Difficile però averle presenti tutte!

Tanto

Audio

L’episodio appartiene all’audiolibro in vendita su Amazon (Kindle o cartaceo)

Trascrizione

Buongiorno ragazzi, grazie di essere qui con me e con questo nuovo episodio di Italiano Semplicemente.

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Oggi vorrei affrontare un argomento particolare. Non si tratta di spiegare una espressione italiana, come facciamo solitamente, ma si tratta di spiegare tutti gli utilizzi di una parola italiana tanto utilizzata dagli italiani. La parola è “tanto“.

Prima però ringrazio tutti per l’interesse mostrato per l’associazione culturale italiano semplicemente.

Vi informo che lo statuto e le condizioni di adesione saranno presto tradotte in diverse lingue grazie all’aiuto di alcuni membri dell’associazione che sono già iscritti. In questo modo tutto sarà più chiaro. Per chiunque fosse interessato a far parte dell’associazione basta dare i dati personali e pagare l’iscrizione. Mandate una email se volete maggiori chiarimenti (italianosemplicemente @ gmail.com)

Torniamo adesso all’episodio di oggi. Abbiamo in passato già affrontato alcune espressioni che contengono questa parola “tanto” , ad esempio quando abbiamo spiegato la frase “si fa per dire“, che può diventare “tanto per dire” e inoltre abbiamo anche visto, in un episodio di qualche mese fa, tutti i modi per dire “molto” e “molti“.

Potete dare un’occhiata a questi due episodi se volete. Oggi vediamo l’argomento da un punto di vista più generale. Infatti la parola “tanto” ha molti significati e molti utilizzi diversi, non solo in senso di quantità o intensità.

Può essere infatti un aggettivo, un avverbio, un pronome, una congiunzione e usato in diversi modi, anche in alcune frasi particolari che vedremo oggi.

Iniziamo con tanto inteso come aggettivo. Ma non prestate troppa attenzione alla grammatica perché quello conta è che voi sappiate comprendere ed utilizzare le frasi.

Lo so, ci vuole tanta volontà per studiare l’italiano.

Ho appena utilizzato l’aggettivo tanto. Ci vuole anche tanta pazienza e anche tanti soldi a volte per pagare i corsi di italiano. Ma dopo tanto studiare sicuramente imparerete l’italiano. Anche in questo caso tanto è un aggettivo, ma di intensità (tanto studiare) e non di quantità come prima (tanta volontà, tanta pazienza ecc).

Con italiano semplicemente poi non dovete neanche tanto viaggiare per imparare.

Al massimo dovete navigare, ma solo tra le pagine del sito. Nella frase “non dovete neanche tanto viaggiare“, tanto è un aggettivo usato per la distanza, non è una intensità ma una quantità di metri, chilometri, miglia eccetera. A volte tanto si usa senza specificare di cosa state parlando perché si capisce dalla frase: da quanto tempo studiate italiano? Da tanto! Questa risposta significa “da tanto tempo”. Quanto mi vuoi bene? Tanto!

A volte si unisce con “che” o “da“:

ho studiato così tanto da farmi venire il mal di testa;

Ho bevuto tanto che ora mi sento scoppiare.

In questi casi si usa tanto che o tanto da per esprimere una conseguenza.

Inoltre posso fare dei confronti usando tanto: ho studiato tanto quanto te.

Oppure:

ho studiato tanto l’italiano quanto il francese.

Quindi nel primo caso non stiamo dicendo che ho studiato molto, ma che l’ho fatto quanto te, ho studiato tanto quanto te, né meno te, tantomeno più di te, ma ho studiato tanto quanto te. Nel secondo caso ho studiato italiano quanto il francese: uguale.

La parola “come” ed “analogamente” possono facilmente sostituire “tanto quanto“. Se usiamo “tanto quanto” è perché vogliamo sottolineare il livello raggiunto:

tu sei stato bocciato all’esame ed io promosso? Strano, perché hai studiato tanto quanto me, eppure io sono stato promosso e tu invece bocciato.

Anche come avverbio si usa spesso, non come aggettivo:

io amo l’italiano proprio tanto, e lo studio senza pensarci tanto, devo solamente parlare ed ascoltare tanto se voglio seguire I consigli di italiano semplicemente. Se seguirete questi consigli non ci metterete tanto.

Inoltre potrei aggiungere che:

le sette regole d’oro sono disponibili tanto per i brasiliani quanto per i tedeschi.

Questa frase è simile a quella di prima: ho studiato tanto quanto te, l’unica differenza è che ora non sto parlando di quantità bensì sto facendo un semplice confronto tra brasiliani e tedeschi. In questo caso potrei dire:

le sette regole d’oro sono disponibili sia per i brasiliani che per i tedeschi

Uso invece “tanto quanto”. Perché lo faccio? Solo perché è per fare un esempio, tanto per dire due diverse nazionalità, due nazioni qualunque. Non è sempre questa la ragione però, infatti spesso si usa “tanto quanto” solo per rafforzare il senso della frase.

Ad esempio:

io voglio bene tanto a mia figlia quanto a mio figlio

cioè voglio bene ad entrambi, sia all’una che all’altro.

Se amate l’italiano pertanto (cioè “quindi”) iniziate ad ascoltare di più e a studiare un po’ meno la grammatica perché:

tanto più” passano gli anni quanto meno si ha il tempo e l’entusiasmo per farlo. Quindi quanto prima iniziate, tanto meglio per voi.

Tutte queste frasi che ho appena detto usano l’avverbio “tanto”.

Tanto può essere anche pronome:

vi state stancando? Allora vuol dire che avete poca pazienza, mentre, avete ragione, ce ne vorrebbe tanta. Ma siete in tanti ad averne tanta. Vi assicuro!

Cercate di resistere un tantino in più (cioè un po’ in più) e sarete soddisfatti, anche se ci vuole “tanto di” pazienza.

Quando dite che vuole tanto di qualcosa è come dire molta quantità di un qualche cosa che non ha una unità di misura, il peso, l’altezza eccetera.

Ci vuole tanto di pazienza per imparare l’italiano, ci vuole tanto di coraggio per tenere un orso in casa, ci vuole tanto di cervello per laurearsi in due soli anni, eccetera.

Adesso invece se io vi dicessi:

ok, basta ascoltare, tanto non serve, tanto è lo stesso. In questo caso tanto è una congiunzione. Possiamo usare anche “perché” al suo posto: tanto è lo stesso = perché è lo stesso.

A volte (si usa spesso in famiglia), si usa la parola “tanto” come congiunzione, anche senza aggiungere altro.

Ad esempio:

perché non vuoi ascoltare più? Risposta: tanto…

In questo caso si esprime rassegnazione. Si vuole dire che è inutile.

Perché hai abbandonato il gruppo whatsapp di italiano semplicemente?

Risposta: Perché tanto…

È inutile! È questo il significato in questo caso. Tanto secondo me non serve adresse ad imparare la lingua.

Oppure rispondete:

Va bé, continuo ad ascoltare tanto per fare qualche cosa di diverso, tanto per cambiare.

Anche qui è una congiunzione: tanto per + qualcosa. Stavolta significa solamente, soltanto. È come dire: non c’è un motivo particolare, qualcosa di molto importante, “tanto per” : qualcuno può anche rispondere in questo modo, tanto si capisce lo stesso: lo faccio tanto per. Si usa però solo all’orale.

Ma quanti saranno gli stranieri che seguono italiano semplicemente? A dir tanto saranno 100.

Questo potrebbe dire una persona dodicenne.

Ebbene no, sono circa 1000 ogni giorno. Rispondo io.

Questi 1000 ora hanno imparato anche la frase “a dir tanto“, che vuol dire “al massimo“, “se volessi esagerare”.

Tanto è congiunzione anche in questo caso. Ovviamente dir è la forma abbreviata di dire.

Non lo dico “tanto per dire” , ma proprio di congiunzione di tratta anche nella frase “tanto per dire”.

In questo caso significa “così“, ma anche “soltanto” come esempi che abbiamo fatto in precedenza.

È la cosa quando diciamo “tanto per fare”, e possiamo anche cambiare verbo.

Bene ora vediamo delle frasi colloquiali molto frequenti che quindi si usano spessissimo:

Di tanto in tanto:

di tanto in tanto imparo nuove parole italiane.

Quindi significa “ogni tanto“.

Non farla tanto lunga: cioè non resistere, non continuare ad insistere.

Tanto meglio / tanto peggio:

non vuoi ascoltare ma preferisci leggere? Tanto peggio per te. Vuoi iniziare ad ascoltare e leggere nello stesso tempo ? Tanto meglio (ancora meglio).

Tanto più:

puoi provare il nostro metodo, tanto più che molte persone hanno provato già e non sono pentite.

In questo caso sto aggiungendo una informazione aggiuntiva, “tanto più” è seguito da “che” in questo caso. Non è solo un’informazione aggiuntiva ma è anche importante. Altrimenti avrei detto semplicemente: “ed in più“.

Né poco né tanto:

quanto tempo devo ascoltare ogni giorno? Diciamo che 40 minuti non sono né poco né tanto, cioè sono il giusto.

Una volta tanto:

credi ancora che ascoltare non serva a nulla? Ed ascoltami una volta tanto, no? In questo caso significa “almeno una volta“, ma la frase è più forte ed ha un tono di rimprovero.

Lo usano spesso i genitori con i propri figli.

Tanto vale:

tanto vale che mi ascolti, perché questo è l’unico modo di imparare l’italiano senza annoiarsi. “Tanto vale” di usa quando vale la pena di fare qualcosa perché non costa nulla.

Prova a seguire questo metodo:

dopo due settimane, se non funziona puoi provarne un altro ma se invece funziona “Tanto di guadagnato!”

anche questa frase si utilizza quando fare un tentativo non costa nulla: se dopo aver provato vedi che funziona allora tanto di guadagnato!

Guardare con tanto d’occhi:

se non mangiate da una settimana e io vi faccio vedere una bella mela, sicuramente la guarderete con tanto d’occhi! Perché avete molta fame.

Tanto di cappello:

chapeau! Così si dice in francese. Tanto di cappello in italiano. Quando volete mostrare stima, apprezzamento verso qualcuno per ciò che ha fatto, perché richiede molta fatica, allora si può usare questa espressione: tanto di cappello! Per mostrare quindi la stima ed il rispetto.

Bene ragazzi questo è un episodio un po’ più difficile degli altri, vi consiglio di ascoltarlo più volte e di fare anche l’esercizio di ripetizione che facciamo subito. Ripetete dopo di me.

Tanto

Tanto di cappello

Guardare con tanto d’occhi

Una volta tanto

Di tanto in tanto

Tanto di guadagnato

Tanto vale

Tanto vale ripetere

Una volta tanto

Non farla tanto lunga

Tanto per cambiare

Ciao amici e grazie tanto a tutti i donatori che aiutano italiano semplicemente. Grazie ad Ulrike che mi ha aiutato a realizzare il podcast che avete appena ascoltato. Un caro saluto a tutti.