Accadde il 30 novembre 1786: fatale e fatidico

Fatale e fatidico

Audio in preparazione

Trascrizione

Per spiegare bene la differenza tra fatale e fatidico, che è l’obiettivo di oggi, possiamo partire da un importante fatto accaduto in Italia il 30 novembre, e precisamente voglio parlarvi dall’abolizione della pena di morte nel Granducato di Toscana nel lontano 1786, quando il sovrano, il Granduca Pietro Leopoldo decise di cancellare per sempre quel tipo di condanna. È il primo Stato al mondo ad aver fatto questo. Pensate un po’.

L’influenza dell’ulluminismo fu decisiva per la decisione di Leopoldo.

Pensatori come Cesare Beccaria avevano scritto contro la pena di morte, sostenendo che non fosse né giusta né efficace nel prevenire i crimini. Leopoldo fu influenzato da queste idee e volle applicarle nel suo Granducato. Tanto di cappello!

Possiamo dire che si meritò, qualche anno dopo, il titolo di imperatore del Sacro Romano Impero, che assunse con il nome di Leopoldo II.

Il Sacro Romano Impero, per la cronaca, era uno Stato di epoca medievale e moderna, nato nel 962 e sciolto nel 1806.

Era un impero cristiano dell’Europa centrale, dominato dagli Asburgo negli ultimi secoli.

Questa data del 30 novembre 1786 è un evento che la Toscana ricorda ancora oggi con la cosiddetta festa della Toscana, come memoria dell’impegno per i diritti umani e per la giustizia.

Bene, fatto l’inquadramento storico, parliamo della differenza tra fatale e fatidico.

Se diciamo che quella riforma fu un momento fatidico, intendiamo che segnò una svolta decisiva, quasi un momento “annunciato dal destino”, che segnò il passaggio a un nuovo modo di concepire la giustizia.

Fatidico, infatti, non è legato alla morte o alla distruzione, come fatale, ma alla profezia, al cambiamento, a un passaggio cruciale.

Fatidico è un aggettivo che viene dal latino fatum e indica qualcosa che annuncia o segna un momento importante, un cambiamento nella vita o nella storia, come se ci trovassimo davanti a qualcosa destinato a cambiare la storia.

C’è da dire fatidico si usa anche scherzosamente, per indicare qualcosa di molto atteso o desiderato.

Es:

Oggi è il giorno che hai aspettato da tempo, cioè “è giunto il giorno fatidico.

Oppure si può parlare di um” momento fatidico”.

Es: il momento fatidico si avvicina, finalmente ti sposerai!

Se invece prendiamo un evento tragico, ad esempio un incidente mortale o una decisione sbagliata che porta a conseguenze irreparabile, useremmo l’aggettivo fatale.

Fatale viene sempre da fatum, ma ne conserva il lato cupo, quello del destino che non perdona.

Un errore fatale è un errore che produce danni irreversibili; un colpo fatale è un colpo mortale. Non necessariamente però deve morire qualcuno. È sufficiente qualcosa di irreparabile.

È un aggettivo che si usa quando la conclusione dell’evento è, appunto, la morte o comunque una perdita grave.

Un errore fatale può costare la vita ma può costare anche la perdita del lavoro o la rottura di un matrimonio o anche la sconfitta in una partita.

Pensate che questo aggettivo può essere usato anche per descrivere una persona dall’attrazione irresistibile, che, possiamo dire, può far commettere un errore fatale a un’altra persona: parlo della classica “donna fatale”, ma anche in quel caso si percepisce una sfumatura di pericolo.

La differenza, dunque, è nella natura del destino che viene evocato: fatidico è il destino come rivelazione, momento decisivo, svolta importante; fatale è il destino come esito negativo, inevitabile e spesso distruttivo.

Anche altri esempi aiutano a fissare la distinzione.

Un ragazzo che supera un concorso che gli cambierà la vita potrebbe dire che quello è stato un giorno fatidico, perché da lì in poi tutto è cambiato.

Un motociclista che sbaglia una curva potrebbe parlare invece di un istante fatale, perché quel gesto ha provocato un danno irreparabile.

Chi decide di trasferirsi all’estero e trova lì l’amore della vita può ricordare quel viaggio come un momento fatidico; chi perde tutto per una scelta impulsiva potrebbe parlare di una scelta fatale.

Ricapitolando, l’origine dei due aggettivi è dunque la stessa: fatum, ciò che “è stato detto” dagli dèi, cioè il destino. Fatale però riprende l’idea del destino ineluttabile e spesso funesto; fatidico invece richiama l’idea di qualcosa di profetico, che anticipa un passaggio importante.

E così, tornando al 30 novembre 1786, possiamo dire che quella decisione del Granducato fu un gesto fatidico, perché aprì una strada nuova nella storia della civiltà giuridica. Nulla a che vedere con un gesto fatale, che invece descriverebbe un evento drammatico, rovinoso, un punto di non ritorno nel senso negativo del termine.

Dopo il Granducato di Toscana, che come ho detto fu il primo Stato moderno ad abolire la pena di morte con legge nel 1786, fiversi altri Stati e territori nel corso dell’Ottocento e del Novecento seguirono quella scelta. Ad esempio, nel XIX secolo San Marino, uno tra i più antichi; anche alcuni stati europei come Paesi Bassi, Portogallo, e Romania eliminarono la pena capitale.

Poi, nel corso del XX e XXI secolo, il fenomeno si è diffuso largamente e oggi molti Stati nel mondo, ad esempio la quasi totalità dell’Europa, non applicano più la pena di morte.

Terminiamo con un ripasso

Possiamo dire che il Granducato di Toscana fu foriero di un cambiamento storico, perché la sua decisione di abolire la pena di morte anticipò e annunciò una tendenza che altri paesi avrebbero seguito in seguito.

Il carattere dei papi: gli aggettivi da usare

Il carattere dei papi: gli aggettivi da usare

DURATA MP3: 18 min. circa

Descrizione: Come descrivere il carattere di un papa?

Quali sono gli aggettivi da usare? Non si tratta, generalmente, di aggettivi usati per le persone comuni.

Facciamo allora una rassegna dei papi che si sono succeduti dal 1900 fino ad oggi e cerchiamo gli aggettivi più adatti per definirli. Da Leone XIII (1878-1903) fino a Papa Francesco.

ENTRAADERISCI

Un uso particolare delle preposizioni dal, dallo, dai, dalle, dagli.

Un uso particolare delle preposizioni dal, dallo, dai, dalle, dagli (scarica audio)

Trascrizione

Recentemente nel gruppo whatsapp dell’associazione Italiano Semplicemente è stata posta una domanda molto semplice e al contempo molto interessante. Parlo di un utilizzo particolare delle preposizioni articolate dal, dallo, dai, dalle e dagli.

Ad esempio:

La gallina dalle uova d’oro

La ragazza dal vestito rosso

Il ragazzo dai capelli biondi

Il filo dall’anima d’acciaio

La donna dagli occhi blu

Avete già capito che utilizzare queste preposizioni articolate è esattamente come utilizzare la preposizione “con”. Seguita da un articolo, ma meglio ancora se uso “che”.

Quindi, usando “con” o “che” abbiamo le frasi equivalenti:

La gallina con le uova d’oro

La gallina che fa le uova d’oro

La ragazza con il vestito rosso

La ragazza che indossa/ha il vestito rosso

Il ragazzo con i capelli biondi

Il ragazzo che ha i capelli biondi

Il filo con l’anima d’acciaio

Il filo che ha l’anima d’acciaio

La donna con gli occhi blu

La donna che ha gli occhi blu

Utilizziamo la modalità da+articolo quando vogliamo indicare una caratteristica di una persona o di qualcosa, oppure quando vogliamo specificare o distinguere. La caratteristica quindi è distintiva. Serve generalmente a distinguere.

Quale ragazza delle due? Quella dagli occhi verdi? Oppure quella dagli occhi blu?

Quale tavolo vuoi tra quei due che hai visto? Quello dalla forma quadrata o quello dalla forma rotonda?

Questo si può fare quasi sempre, ma spessissimo la scelta di usare le preposizioni dal, dagli, dalle eccetera, si preferisce nei titoli dei film, dei libri, delle serie televisive eccetera.

Es:

La ragazza dal vestito rosso

La ragazza dal pigiama giallo

Questi sono i titoli di due film.

“La ragazza dal cuore d’acciaio” è invece il titolo di un romanzo.

Ciò non toglie, come dicevo, che in una normale conversazione posso dire ad esempio che Pietro è un ragazzo dal cuore d’oro o dal carattere esuberante.

Nessun problema.

Pietro ha un carattere esuberante, Pietro è un ragazzo con un carattere esuberante, Pietro è un ragazzo che ha un carattere esuberante. Stesso significato.

Allora facciamo un giochino adesso.

Usate queste preposizioni per riformulare le seguenti frasi. Vi lascerò il tempo necessario e poi io vi darò la risposta.

Pronti? Via!

Giovanni fa sempre episodi che hanno uno scarso contenuto grammaticale.

Giovanni fa sempre episodi dallo scarso contenuto grammaticale.

Vorrei una matita con la punta morbida.

Vorrei una matita dalla punta morbida.

Italiano Semplicemente è un sito con i fiocchi.

Attenzione: in questo caso non posso dire “dai fiocchi”, perché questa è una espressione idiomatica.

Questa era una classica domanda a trabocchetto! Inoltre manca qualcosa. Manca un aggettivo.

Infatti anche se dicessi:

Di quale dei due uomini stai parlando? Di quello con i capelli?

Non posso dire “quello dai capelli” .

Posso farlo se invece dicessi:

Quello con i capelli rossi

Che può diventare:

Quello dai capelli rossi.

Adesso posso farlo perché ho aggiunto l’aggettivo “rossi”.

Per questo motivo dicevo prima che si può fare quasi sempre. .

Quindi continuiamo il gioco:

La casetta con il tetto rosso

La casetta dal tetto rosso.

Mi piace la pasta con il parmigiano reggiano.

Altro trabocchetto!

Sto parlando di aggiungere il parmigiano. Non posso pertanto dire: “mi piace la pasta dal parmigiano reggiano”. Non ha senso questa frase. Il parmigiano reggiano non è una caratteristica che appartiene alla pasta.

Più in generale, si usa da+articolo per fornire dettagli su caratteristiche che appartengono a quella cosa o persona, che sono propri di quella cosa o persona.

Quando invece si forniscono dettagli su altre caratteristiche, si può usare solamente “con” oppure “che”.

Ad esempio con cose che sono state aggiunte (come il parmigiano sulla pasta) o acquistate dalla persona in questione.

Quindi, analogamente, se parlo del “ragazzo con le lenti colorate verdi” non posso dire “Il ragazzo dalle lenti colorate verdi”.

Quindi ricordate: caratteristiche proprie e aggettivi.

Ci vediamo al prossimo episodio di italiano semplicemente.

– – –

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660 Intonso

Intonso (scarica audio)

Trascrizione

Giovanni: questo episodio lo dedichiamo all’aggettivo intonso, sicuramente poco conosciuto e soprattutto usato da voi studenti non madrelingua.

Un aggettivo che si può usare per descrivere pochissime cose, tipo un libro, o qualcosa da mangiare, o i capelli o la barba di una persona. Cosa hanno in comune queste cose?

Intonso deriva dal verbo tosare, e significa “non rosato“.

La tosatura è l’operazione di togliere la lana (il vello) alle pecore, o del pelo di altri animali, e riguarda anche le siepi quando vengono curate e tagliate. Ironicamente si usa anche per i capelli:

Ti sei tosato i capelli?

Quindi qualcosa di non tosato, in senso figurato, può essere rappresentato da qualcosa che non è stato ancora toccato, usato, e non solo tosato o tagliato.

Quindi un libro che non è stato mai letto possiamo dire che è ancora Intonso.

To ho regalato un libro lo scorso anno ma sono sicuro che è ancora intonso

A dire il vero nel caso del libro, quando è intonso è perché il processo di taglio delle pagine non è stato ancora terminato, quindi è impossibile leggere un libro intonso poiché è impossibile sfogliarlo.

In realtà però si usa normalmente quando un libro non è stato ancora letto e in pratica è ancora nuovo, in ottime condizioni.

Infatti non à caso questo aggettivo si può usare anche quando si mette in vendita qualcosa e si vuole assicurare i potenziali acquirenti che il prodotto è integro e mai usato.

Vendesi amplificatore Intonso anni ’80

Vendesi collana di enciclopedia intonsa.

Vendesi 100 quaderni intonsi a quadretti

Eccetera

Anche qualcosa da mangiare, se non l’ha toccato nessuno, possiamo definirlo così:

Questa treccia di mozzarella avanzata dal catering è ancora intonsa.

Quindi non è stata ancora toccata da nessuno e in particolare neanche è stata affettata. È ancora intera.

Direi che l’aggettivo in generale funge da assicurazione per fare in modo che una persona possa essere interessata a questo oggetto.

Anche dei capelli molto lunghi possono definirsi intonsi. Lo stesso per una barba molto incolta.

Sono due anni che i tuoi capelli sono intonsi!

Oppure possiamo usarlo quando ci si potrebbe aspettare che qualcosa sia stato oggetto di modifica ma invece non è così:

Una vettura del 1900 è stata messa a nuovo. Soltanto il sistema di trazione è rimasto intonso.

Cioè è rimasto quello che era all’inizio, quando è stato costruito. Nessuno l’ha mai modificato.

A proposito, se avete un libro di grammatica ancora intonso, mettetelo pure in vendita. Con Italiano Semplicemente non ne avrete mai bisogno.

Spesso un oggetto intonso si intende anche ancora confezionato. Questa è una differenza rispetto all’aggettivo intatto e anche integro. Un oggetto intatto è esente da manomissioni, contaminazioni, danni, ma non è prerogativa dei soli oggetti:

il patrimonio è ancora intatto (cioè nessuno ha speso nulla)

Il mio onore è intatto (nessuno mi ha ancora disonorato)

l’edificio è rimasto intatto dopo il terremoto (non si è danneggiato);

I nostri diritti restano intatti (non sono stati compromessi, sono quelli di prima, non si sono ridotti)

Integro è molto simile a intatto ( si riferisce alla completezza degli elementi relativi alla propria interezza e funzionalità e anche questo aggettivo non è solo per gli oggetti:

conservare integre le proprie forze

Un oggetto integro è invece non rotto, ancora intero è funzionante.

In definitiva in generale, se parliamo di oggetti, intatto e integro non dà garanzia di non utilizzo.

Adesso ripassiamo:

Allora facciamolo con Irina dalla California, membro dell’associazione Italiano Semplicemente, che si è dilettata nella costruzione e nella registrazione della frase che state per ascoltare:

Irina: Ma guardate un po’ voi, anche oggi non sono in vena. Sto cincischiando anziché prefiggermi di studiare. Faccio sempre così, salvo poi dire a me stessa: Pigra di un bradipo che non sei altro! Smettila di pettinare le bambole! La tua pigrizia è il tuo grosso ostacolo. Qui casca l’asino! Di questo passo, quando sarà in vista di un miglioramento? Forza allora con lo studio, subito, senza remore! Ebbene , spero che questa mossa porti subito risultati. Magari potessi studiare come si deve! E invece anche oggi nisba.

590 Il suffisso -ata (aggettivi)

Il suffisso -ata (aggettivi)

(scarica l’audio)

 

Trascrizione

Giovanni: Negli scorsi episodi abbiamo visto prima cosa succede con i verbi e poi con i sostantivi. Adesso, per concludere la spiegazione del suffisso -ata, se non ne avete ancora fin sopra i capelli, tocca agli aggettivi.

Spesso, quando aggiungiamo -ata ad un aggettivo, (questa cosa non si fa normalmente con tutti gli aggettivi), ci si riferisce a quell’atteggiamento tipico descritto dall’aggettivo, e si usa normalmente, a supporto, il verbo dare o fare:

Fare una “furbata” ad esempio è una cosa da furbi, è un comportamento da furbi, così come una “paraculata” è un atteggiamento tipico dei cosiddetti “paraculi”, che è un sinonimo leggermente volgare di furbi.

Facile capire come una stronzata sia allora una cosa da “stronzi” (un altro aggettivo che può qualificare una persona, il comportamento di una persona). Non è proprio così, in realtà, come vedremo dopo. “Stronzi” nel linguaggio colloquiale indica persone che si comportano male, scorrettamente dal punto di vista soprattutto morale, specie in ambito di amicizia.

Una genialata (e non una “geniata”) invece  è una cosa che fanno i geni, un atto da geni, simile a una “trovata”, simile a “avere una ttrovata” (qui si usa il verbo avere a supporto). Avere un’idea geniale insomma. Spesso però genialata si usa in modo ironico per giudicare un’idea stupida, quindi tutto l’opposto che una vera genialata!

Una carognata, di contro è un comportamento, un atto tipico delle persone che vengono chiamate “carogne”. E’ un’azione cattiva, che rivela malignità e malvagità d’animo. Le persone che si comportano così vengono chiamate carogne, aggettivo molto usato nei film. Il termine carogna viene usato anche per indicare il corpo senza vita di un animale che si sta putrefacendo. Questo per indicare il valore di tali persone così etichettate.

Rientrano nella categoria di oggi anche le cazzate e le minchiate, atteggiamenti giudicati poco intelligenti, senza senso e spesso dalle conseguenze molto negative. Lo stesso per le “stupidate“, che viene dall’aggettivo stupido. Cretinata deriva invece da cretino.

In definitiva, fare cretinate è tipico dei cretini, fare stronzate, per analogia dovrebbe essere tipico dei cosiddetti stronzi, sebbene non sia esattamente così, visto che gli “stronzi” si comportano scorrettamente con gli altri, mentre fare una stronzata è qualcosa di sbagliato che si può riflettere anche e soprattutto su sé stessi. Lo stesso vale per le “minchiate”, stesso significato di “cazzate”. 

A volte è pertanto difficile capire l’aggettivo di provenienza: se stupidata viene da stupido, cazzata e minchiata non hanno un vero aggettivo di riferimento, ma indicano ugualmente un atteggiamento tipico di una o più persone, cosa che abbiamo visto nell’episodio dedicato ai sostantivi. Stavolta però i sostantivi di riferimento sarebbero… vabbè avete capito!

Adesso basta dire minchiate (si fa per scherzare) e ripassiamo 47 dei tanti episodi passati: 

Anthony: Scusatemi ragazzi se mi arrogo il diritto di prendere la parola per parlare di nuovo del Covid ma in questo periodo da operatore sanitario è assai difficile stare alla larga da questo argomento. Esordisco dicendo che non avrei mai immaginato la misura in cui la gente sarebbe stata restia a questa vera e propria mandrakata che è il vaccino, anche alla faccia dello scempio a cui stiamo attualmente assistendo. Vi capirei se non ci credeste ma mi preme riferirvi che ci sono persino certe zone degli Stati Uniti in cui il grosso della popolazione si rifiuta di vaccinarsi.

Allora taglio corto perché so benissimo che sono solamente pochi sparuti membri a voler sentire un’ulteriore pappardella in merito. Però avendone fin sopra ai capelli del covid, di sfogarmi non ne potevo fare a meno. Non me ne vogliate, mi raccomando.

Bogusia: Ma chi te lo fa fa’? Si dà il caso che la gente ne abbia davvero fin sopra i capelli di questa pappardella sui vaccini. Poi, guarda caso, se ne escono il 5 di agosto…
Tra l’altro, proprio Il 5 agosto di ben 83 anni fa, uscì nelle edicole la rivista che introduceva al popolo la difesa della razza. La pubblicazione in nome della “scienza”. Alcuni illustrissimi scienziati ne avevano scalzati altri. Il paragone c’è? Secondo me si, eccome. Sempre che ne abbiate voglia, date un‘occhiata su Wikipedia. Date una scorsa a questa rivista. Oggi Infieriscono su chi, avendo la libertà costituzionale, sceglie di non vaccinarsi.
E la gente ne ha ben donde, di non vaccinarsi. Il grosso della popolazione l’ha fatta ma i dati ci dicono che i vaccinati sono infettanti e infettati. Io mi sono vaccinata, fin dall’inizio, ci hanno preso per il culo come si suol dire. Neanche abbiamo preso la prima dosi di AstraZeneca, che ci hanno detto che bisognava fermarsi, perché era pericoloso. Non sapevamo che pesci pigliare. Poi queste varianti che si sviluppano, se ne fregano del vaccino. Che efficacia ha Pfizer Biontec? 37 per cento? Volevo ben dire! Adesso ho detto la mia, non me ne vogliate per questo ma non ne posso più di queste, passatemi il termine, supercazzole, tipo: bisogna accelerare le vaccinazioni, acché potremmo dichiararci al sicuro dal virus. Questo è quanto. Vi auguro una buona giornata, sperando che stiate tutti bene.
Adesso non la passerò liscia, vero?😢 Giocoforza arriverà qualche bacchettata. Me ne farò una ragione. 🙃

Monica: il guaio, tra virgolette, della libertà di pensiero è che chicchessia può esprimere la sua opinione senza paura, finché non nuoce ad altri.
Questo vale anche per coloro che gridano alla dittatura dei vaccini.
Se ci fosse una alternativa migliore, scientificamente migliore intendo, per non mandare in tilt gli ospedali, e correre ai ripari mi affiderei a quella. Per ora pare non ci sia. Una cosa è sicura: la democrazia resta la scelta migliore, checché ne dicano i negazionisti di Auschwitz. Non me ne vogliano I terrapiattisti se non li ho menzionati.

Bogusia: Sui negazionisti di Auschwitz non c’è paragone che tenga. Quanto a me non sono mai stata e non sono sono neanche oggi no-vax, negazionista o che dir si voglia . Però, qualcosa non mi torna con questi vaccini.

Harjit: nel mio paese, l’India, mancano posti letto e anche l’ossigeno. Avercene di questi problemi di cui state disquisendo.

 

Trova la caratteristica

Audio

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Trascrizione

Oggi amici di italiano semplicemente facciamo un gioco divertente. Vi consiglio di ascoltare inizialmente senza leggere e magari la seconda volta anche leggere contemporaneamente questo episodio.

Io vi dirò un aggettivo o un verbo e farò una frase con questo aggettivo o verbo. Il vostro compito sarà quello di dire il nome della caratteristica in questione, quindi il sostantivo associato.

Se ad esempio io dico che:

Ognuno è arbitro delle proprie azioni.

ll nome della caratteristica è arbitrio.

Scusare ho iniziato dalla caratteristica più difficile!

L’arbitrio (attenti alla pronuncia) è la piena facoltà di scelta.

Ad esempio, anziché dire “puoi fai come vuoi” posso dire “puoi fare a tuo arbitrio”, “hai libero arbitrio”. Più formale, certamente, ma ha lo stesso significato.

Se invece dico che:

Maria è brava

La caratteristica in questione è la bravura.

Maria è di una bravura impressionante. Questa è una frase in cui utilizzo il termine bravura.

Avanti:

Se Mario è simpatico, la caratteristica è invece la simpatia.

OK, Siete pronti?

Adesso tocca a voi.

Io ovviamente vi darò qualche secondo di tempo e poi vi darò la soluzione. Poi facciamo un esempio anche con la caratteristica.

L’esercizio è insidioso (la caratteristica è l’insidia) perché sceglierò delle caratteristiche la cui pronuncia o scrittura può ingannare qualche studente non madrelingua.

L’insidia, cioè la difficoltà, il pericolo nascosto sta anche in questo.

Pronti? Via!

La mia casa è piccola

Si parla della…. piccolezza. Ad esempio posso dire che la mia casa è di una piccolezza impressionante. Ovviamente la piccolezza è il contrario della grandezza.

Andiamo avanti:

Io sono una persona molto accorta

L’accortezza. L’accortezza è la caratteristica delle persone accorte, cioè attente. Le persone accorte si accorgono di tutto. Non gli sfugge niente.

Fabio è molto sicuro alla guida

Parliamo della… sicurezza. Questo era facile.

Maria è una ragazza affascinante.

Evidentemente parliamo… del fascino. Maria è una persona che ha fascino.

Marco è un vero codardo.

Se Marco è codardo allora la sua caratteristica è la… codardia.

Attenti alla pronuncia. La codardia è la caratteristica delle persone codarde, cioè le persone che non fanno il proprio dovere di fronte ad un pericolo.

Vi piace questo esercizio vero? Se state solo leggendo vi consiglio di ascoltare perché gli accenti spesso sono importanti.

Attenti adesso:

Paolo è una persona molto pudica.

Parliamo della… pudicizia. Questa è la caratteristica delle persone pudiche, e la pudicizia è un po’ riservatezza, un po’ timidezza, un po’ discrezione.

Una persona che ha questa caratteristica è pudica, e questa riservatezza, questa pudicizia, è soprattutto relativa al sesso. Le persone pudiche cercano di evitare di parlare di sesso, schivano certi discorsi, forse per educazione, altre volte per influenza della religione.

Andiamo avanti:

Giovanni è un ragazzo spesso malizioso.

Ecco, la… malizia è probabilmente l’opposto della pudicizia. Questo è un termine che ha molti significati, ma uno di questi è legato al sesso, ma più che altro alla seduzione e all’erotismo.

Un sorriso malizioso ad esempio è un sorriso che nasconde qualcosa, un sorriso fatto probabilmente per sedurre, per conquistare una persona.

Andiamo avanti:

Mio figlio è furbissimo.

Parliamo della… furbizia. Una caratteristica che, tra l’altro, hanno anche le persone maliziose.

Ok, andiamo avanti.

La banca è stata svaligiata da dei ladri molto astuti.

Parliamo… dell’astuzia, praticamente un sinonimo della furbizia.

Ancora:

Il premio Nobel è un premio molto ambito.

Sto parlando… dell’ambizione. Attenti alla pronuncia di ambito perché questa è una delle parole conosciute come omografe.

Ancora:

Il presidente dell’associazione è un tipo alquanto bizzarro.

Parliamo della… bizzarria. La bizzarria è una caratteristica di alcune persone che potremmo anche definire stravaganti. Si dice anche così.

Una stravaganza che si manifesta in atteggiamenti e comportamenti in forte contrasto con la normalità. Un tipo bizzarro è un tipo strano. Per dirla in parole povere.

E che ne dite se vi dico che il mio vicino di casa è un tipo molto cordiale?

Evidentemente parlo della…. cordialità, insomma della gentilezza, della cortesia, dell’educazione. Allora una persona cordiale è gentile, cortese e educata.

Se invece ti dico che devi diffidare delle persone che non ti guardano negli occhi, allora sto parlando della….diffidenza.

La diffidenza è l’opposto della fiducia. Diffidare significa non fidarsi di qualcuno o qualcosa.

Simile alla sfiducia ma non esattamente uguale.

Credo che per oggi può bastare.

Questo episodio lo inseriamo all’interno dell”audiolibro “non vi spiego la grammatica, ma la imparerete lo stesso” in venduta su Amazon sia in versione Kindle che cartacea.

https://kdp.amazon.com/amazon-dp-action/it/dualbookshelf.marketplacelink/B08HTGL477

Impariamo l’italiano… cucinando – KINDLE

Mangiare è stare insieme, fare festa insieme. In questo modo ogni problema raccontato a tavola diventa più leggero, come i miei piatti.

Giuseppina 

AscoltareCucinando si impara… l’italiano” è un libro e un audiolibro pensato, scritto e registrato per un pubblico non madrelingua che ama la cucina del Belpaese e vuole migliorare il proprio livello di conoscenza della lingua.

L’associazione Italiano Semplicemente vi propone un modo per imparare il linguaggio della cucina ed allo stesso tempo imparare a cucinare italiano e “in Italiano”.

Il libro contiene 30 specialità italiane, raccontate e spiegate dalle voci di Giuseppina e Giovanni.Audiolibro specialita copertina.jpg

I file PDF e MP3 sono a disposizione dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

KINDLE: US – UK – DE – FR – ES – IT – NL – JP – BR – CA – MX – AU – IN

 

Per avere informazioni scrivici.

Immagini di esempio presenti ne libro:

 

 

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Descrivere le persone: i segni zodiacali

Prefazione

Qualsiasi sciocco può fare qualcosa di complesso; ci vuole un genio per fare qualcosa di semplice.

(Pete Seeger)

Come descrivere le persone? Come sono i nostri amici e colleghi di lavoro? Quali aggettivi sono più adatti? “I segni zodiacali” si prefigge esattamente questo obiettivo.

E’ un libro destinato a studenti non madrelingua o a semplici appassionati della lingua italiana.

Facciamo insieme un’esplorazione dello zodiaco, e vi spiego le differenze tra una caratteristica e l’altra, le differenze tra un aggettivo e l’altro.

Non importa che crediate o meno all’astrologia.

L’idea è quella di usare i segni zodiacali come una modalità divertente di analizzare i tratti del carattere, com’è nello stile di Italiano Semplicemente Sono sicuro che non ve ne pentirete.

Per avere un’idea, date un’occhiata al segno del Capricorno.

foto libro e penna usb

I file PDF e MP3 sono a disposizione dei membri dell’associazione Italiano Semplicemente.

Il libro in versione Kindle e Cartacea è a disposizione anche su Amazon.

CARTACEO: US – UK – DE – FR – ES – IT – JP

KINDLE: US – UK – DE – FR – ES – IT – NL – JP – BR – CA – MX – AU – IN

Su richiesta, i membri possono avere i file audio in formato MP3 e il testo in formato PDF.

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