798 Ex novo, di sana pianta

Ex novo, di sana pianta (scarica audio)

Trascrizione

Una locuzione latina che viene usata molto spesso, anche se non da tutti gli italiani, è “ex novo“. Diciamo che dai 30 anni in su rappresenta una locuzione di uso corrente.

Parliamo innanzitutto della pronuncia: la lettera o va pronunciata aperta, come la o di coro, foto, foro e come anche la prima o di “nuovo”.

In effetti novo significa proprio “nuovo” ma per come si utilizza, ex novo è molto più simile a “nuovamente“, o anche a “di nuovo”.

Però c’è qualche differenza. Altrimenti non sarei qui parlarvi di questa locuzione.

Di nuovo” e nuovamente significano infatti “ancora una volta”, “un’altra volta”, “ancora”. C’è la ripetizione di qualcosa.

Ex novo ha qualcosa di diverso e si potrebbe meglio sostituire con daccapo, e con l’espressione “di sana pianta”, e “dall’inizio“.

Questa modalità però (ex novo) si usa soprattutto al lavoro. Vediamo qualche utilizzo molto diffuso:

Questo lavoro va rifatto ex novo.

Significa che il lavoro, più semplicemente, è da rifare, è da iniziare da zero nuovamente, è da ricominciare daccapo, è da rifare daccapo.

Daccapo è più informale. Si scrive anche staccato: da capo. Significa ugualmente “di nuovo”, da principio, dall’inizio, e talvolta sottolinea impazienza per qualcosa che è stato fatto male.

Ricomincia daccapo! Hai sbagliato tutto.

Eccoci daccapo alle solite!

Quando si sbaglia si deve spesso ricominciare daccapo.

Daccapo si usa quindi spesso quando siamo spazientiti e vogliamo sottolineare questa perdita di pazienza. Si usa quasi sempre col verbo “ricominciare” col senso di ricominciare dall’inizio, da zero.

Ex novo è meno informale ma si usa comunque abbastanza spesso, sebbene abbia un contenuto meno emotivo.

Inoltre a volte non si usa esattamente col senso di iniziare dall’inizio nuovamente.

Es: vuoi acquistare una azienda o crearne una ex novo?

Cioè: vuoi acquistare un’azienda che è già avviata e esistente oppure ne vuoi creare una del tutto nuova?

Allo stesso modo possiamo parlare di una azienda che si occupa di realizzazione di opere di ristrutturazione ed opere ex-novo.

In questo caso si tratta quindi di creare una nuova opera a partire da zero.

Si parla spessissimo di realizzazioni ex novo nel campo dell’edilizia quindi nel campo delle costruzioni.

Possiamo quindi anche iniziare un lavoro ex novo, ma non è detto che questo lavoro era stato già fatto ed era stato fatto male. Potrebbe trattarsi di un nuovo lavoro, di un nuovo progetto, diverso dai precedenti di cui c’eravamo già occupati o l’avevano fatto altre persone.

Il governo ha promesso di creare lavoro ex novo per 10000 persone.

Se vogliamo dire che un lavoro è fatto male, allora daccapo e nuovamente sono termini più adatti.

Se poi vogliamo trasmettere emozioni negative, tipo insoddisfazione e impazienza, ancora meglio ricorrere ad espressioni informali come “da capo a dodici” che abbiamo già incontrato in un episodio passato. Quest’ultima espressione è molto simile a “di sana pianta”.

Si usa spesso nelle stesse circostanze, cioè per iniziare qualcosa dall’inizio, per ricominciare daccapo, ma a volte somiglia molto anche a “completamente“.

Posso ad esempio dire:

Oggi durante il concorso ho copiato il compito di sana pianta.

Non è vero ciò che stai dicendo. Hai inventato tutto di sana pianta.

Posso comunque tornare al significato precedente e dire:

Questo lavoro non è fatto per niente bene. Bisogna rifarlo di sana pianta.

Devo ricominciare di sana pianta

Devo rifare tutto di sana pianta

In questi casi di sana pianta e da capo a dodici sono equivalenti a parte il fatto che con “da capo a dodici” si usa spesso “essere da capo a dodici”.

Forse il termine “pianta” si usa per via delle radici, che rappresentano la parte “iniziale” se così possiamo dire, di tutte le piante.

Tornando a ex novo, come detto usando questa espressione non si trasmettono emozioni particolari e generalmente si usa in contesti lavorativi, professionali e non può indicare solo un rifacimento, qualcosa che si rifà daccapo, ma anche qualcosa di nuovo.

Il comune ha dovuto realizzare ex novo la segnaletica stradale.

La società sportiva ha comunicato i costi per rinnovare e per fare ex novo l’abbonamento per vedere le partite allo stadio.

Ex novo infine è invariable per genere e numero. Non esiste la versione femminile e neanche il plurale.

Se volete adesso potete ripassare gli episodi precedenti mentre io mi metto al lavoro per iniziarne uno ex novo. Ascoltiamo André dal Brasile.

André: a volte sembra che non me ne sia ancora reso conto, ma mio padre se n’è ormai andato una settimana fa e nonostante il mio cuore sia colmo di tristezza devo dare seguito alla vita! Lo so, non avete conosciuto mio padre, ma era una delle persone più fantastiche che io abbia mai conosciuto. Era nientepopodimeno che un eroe e su questo non ci piove!

452 In toto

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Avete mai incontrato l’espressione “in toto“? E’ un’espressione che dà il senso di interezza. Infatti ha il significato di interamente, totalmente, completamente.

Partiamo dal contrario: come sapete, il contrario di “completamente” è “parzialmente“, o anche “in parte“.

Ebbene, “in toto” si usa soprattutto per sottolineare la completezza, l’interezza.

Si usa più spesso in circostanze e situazioni poco informali, come ad esempio nel linguaggio medico, economico, politico, e in generale nel mondo del lavoro:

Dopo l’incidente abbiamo dovuto asportare in toto la prostata.

Asportare la prostata in toto significa asportarla tutta, per intero, non parzialmente, non in parte. 

Oppure:

A casa abbiamo rinnovato in toto l’impianto elettrico.

Quindi lo abbiamo sostituito completamente.

Le tasse dei cittadini sono utilizzate in toto per finanziare la spesa pubblica.

Quindi nel caso dell’impianto elettrico, questo vuol dire che tutto ciò che serve per la diffusione dell’elettricità nella casa, è stato rimosso completamente, totalmente, è stato rimosso del tutto. L’impianto elettrico è stato rinnovato, cioè sostituito in toto.

Notate che nel caso di “generalmente”, “completamente”, “totalmente” e anche “globalmente” ho due possibilità:

Abbiamo rinnovato completamente l’impianto elettrico.

oppure

Abbiamo completamente rinnovato l’impianto elettrico.

Posso cioè usare l’avverbio (qualunque esso sia) prima o dopo il verbo.

Invece “in toto” si usa in genere dopo il verbo: abbiamo rinnovato l’impianto in toto, abbiamo usato i soldi in toto, è stato asportato l’organo in toto eccetera. Un po’ è la stessa cosa che avviene con gli aggettivi quando decidiamo di metterli dopo il sostantivo è perché vogliamo dare più importanza allo stesso aggettivo, come abbiamo visto nell’episodio n. 215. Lo stesso avviene con “in toto“.

Un po’ più usato di “in toto” è “del tutto“, che comunque posso dire che è del tutto equivalente, se non fosse che “del tutto” fa parte del linguaggio di tutti i giorni e lo stesso non si può dire per “in toto”, che si usa prevalentemente in occasioni meno informali. Ad ogni modo si può usare sempre, come detto, anche solo per sottolineare la non parzialità, cioè la completezza.

Ad esempio:

Sono d’accordo in toto con te (tutto ciò che hai detto mi trova d’accordo)

Aderisco in toto all’iniziativa (non ho nessun dubbio);

Tutto il gruppo aderisce in toto (nessuno di noi è contrario);

Gli studenti hanno partecipato in toto alla didattica a distanza (hanno partecipato tutti);

L’ospedale è dedicato in toto ai malati Covid (l’ospedale è completamente dedicato al Covid).

Quello che ha detto Giovanni corrisponde in toto alle dichiarazioni di Francesco (si tratta di due dichiarazioni identiche, che coincidono completamente).

Ulrike: se tanto mi dà tanto, per domani mi aspetto un episodio sul totocalcio

Irina: io invece me ne aspetto uno sul toto-ministri. Sarebbe veramente degno di nota. 

Natalia: a proposito, ho saputo che è in partenza una nuova rubrica dedicata alla politica. Che voi sappiate è vera? 

Flora: non saprei, ma mi piace l’idea, per me sarebbe benaccetta

Bogusia: ho sentore che sia proprio così.